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Rai: addio alle annunciatrici, le "signorine buonasera" vanno in pensione

Dopo Fulvia Colombo, che annunciò l'avvio delle trasmissioni il 3 gennaio '54, si sono alternate 80 conduttrici

Dopo settimane di indiscrezioni insistenti, ora è ufficiale: da giugno spariranno dai canali Rai le mitologiche signorine buonasera. Fine degli annunci, sipario definitivo su un pezzo di storia gloriosa del piccolo schermo. E' la nuova Rai, bellezza, che "rottama" per sempre anche le ultime annunciatrici rimaste, il cui ruolo è considerato del tutto superfluo in piena epoca di simulcast, second screen e trionfo di streaming.

Addio alle signorine buonasera: a giugno l'ultimo annuncio

Eh sì, signora mia, si chiude davvero un'epoca. Del resto il progressivo pensionamento era cominciato già alla fine degli anni '90, quando anche le ultime "signorine buonasera" vennero gradualmente pensionate e a presidiare il video restarono solo Alessandra Canale, Katia Svizzero e Maria Rita Viaggi, poi gentilmente accompagnate al cavallo di Viale Mazzini e sostituite da un gruppo di nuove leve che non entrarono mai nel cuore degli italiani. A resistere come una vera giapponese ci pensò la Canale - stracult il suo "Vi voglio bene tutti!" urlato tra le lacrime durante l'ultimissimo annuncio, entrato negli annali della tv - reintegrata poi dopo sette anni di ricorsi. Ora siamo davvero giunti ai titoli di coda e così le ultime rimaste, dall'ex Miss Italia Claudia Andreatti a Elisa Silvestrin, si preparano a registrare in questi giorni gli annunci restanti, in onda a giugno. 

Ma le annunciatrici ci mancheranno? 

Dici "signora buonasera" e ti vengono subito in mente la Rai già Eiar, il bianco e nero, le cotonature esagerate di Nicoletta Orsomando (un'icona transgenerazionale), l'algido distacco di Gabriella Farinon, il piglio della Cannuli, le copertine anni '80 di Gente dedicate alla meravigliosa Roberta Giusti, le spalline in 3d di Marina Morgan, le granitiche Vaudetti ed Elmi, la Canale che presidia fiera la sua postazione. In definitiva, ognuno ha il suo piccolo ricordo e pazienza se il gioco della memoria sterza pericolosamente verso la tivù nostalgia tendenza Paolo Limiti.

Insomma, le annunciatrici ci mancheranno? Non sentiRemo la mancanza quelle degli ultimi quindici anni - con tutto il rispetto - arrivate fuori tempo massimo, quando non c'era più un'eredità da raccogliere. Ci mancheranno invece quelle più agée, dimenticate in fretta o relegate a qualche rara ospitata pomeridiana. Perché le Perissi, le Moscato o le Franzelin pur incarnando il simbolo di una tivù che non c'è più, sono riuscite a trasformare un piccolo ruolo in presenza certa e rassicurante: in fondo erano un po' come le cugine di mamma che abitano lontano, quelle che vedi poco ma che a Natale ti regalano sempre la sciarpa sbagliata.

Quanto alla Rai, è evidente che le consideri da tempo figure da Teche e naftalina e soprattutto che non abbia saputo scommettere su di loro, valorizzarle o farle uscire dal ruolo prestabilito (a parte qualche rarissima eccezione, tra cui una inarrivabile Marina Morgan a Telesogni). Visto l'imminente e definitivo pensionamento, le annunciatrici si meriterebbero almeno uno specialone - ma non di quelli inutili, prezzolati e polverosi - o un bel documentario per sigillare degnamente il ricordo della televisione che fu. Prima che un colpo di zapping spenga per sempre anche l'eco dell'ultimo annuncio.

p.s.: Emanuela Folliero, resisti!  

Ansa
Nicoletta Orsomando

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Francesco Canino