Sketch con un maialino, Luciana Littizzetto indagata per maltrattamento di animali
L'esposto dopo la puntata andata in onda l'8 dicembre del 2013
Uno sketch sul "porcellum" rischia di costare caro a Luciana Littizzetto. L'associazione Animalisti Italiani ha infatti presentato un esposto querela contro l'attrice torinese che nella puntata dell'8 dicembre 2013 aveva portato nello studio di Che tempo che fa un maialino: il mini-show era stato il pretesto per ironizzare alla sua maniera sulla bocciatura della vecchia legge elettorale - il "porcellum", appunto - da parte della Consulta. E così il pm milanese Ferdinando Esposito ha iscritto la Littizzetto nel registro degli indagati.
Un maialino nel carrello
Cosa accadde nella puntata dell'8 dicembre? La Littizzetto fece il suo ingresso in studio spingendo un carrello, sul quale era adagiato un maiale che non fece una piega per tutto il tempo dello sketch - va detto - forse troppo spaurito dalle luci e dal pubblico in studio: tra le risate generali, comprese quelle di Fabio Fazio, l'attrice portò a termine il suo intervento ironizzando su Calderoli, la legge elettorale appena bocciata ("Ora è disoccupato") e sulla salute dell'animale ("Ha un bel culatello", disse accarezzandolo). Appena qualche minuto sotto i riflettori, poi il carrello col maialino fu portato via da Filippa Lagerback: "Lo affido a te perché hai la faccia da vegetariana", chiosò la comica.
Il divieto di animali in studio
Secondo l'associazione il problema sarebbe soprattutto il mancato rispetto delle linee guida che vietano l'utilizzo di animali durante gli show, perché vivrebbero situazione di stress definite dalla legge "irrispettose della loro dignità". Gli animalisti però si spingono oltre e chiedono di sapere nel dettaglio non solo se in studio fosse o meno presente un veterinario, ma se l'Asl avesse rilasciato l'autorizzazione sanitaria necessaria e se il maialino fosse stato drogato o narcotizzato, visto che appariva intontito.
Parlano gli animalisti
"Sono un estimatore di Fabio Fazio e della Littizzetto, per questo mi è capitato di vedere quella puntata - spiega il presidente della onlus Animalisti Italiani, Walter Caporale, ex consigliere regionale dei Verdi in Abruzzo - Nonostante il carrello fosse aperto il maiale non scappava, restava immobile, terrorizzato, come fosse anestetizzato. La Rai è un servizio pubblico che si era impegnato a rispettare un codice deontologico quando ci sono animali in trasmissione. Subito dopo la messa in onda ho chiesto all’azienda di chiarire quali autorizzazioni avessero e se c’era un veterinario in studio, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta".