Striscia la Notizia, Tapiro d'Oro a Oscar Farinetti, patron di Eataly
Alcuni prodotti in vendita a New York negli store della catena alimentare riportavano una data di scadenza diversa da quella originale
Robiola italiana, tomine fresche, ma anche salami e affettatti, tutti provenienti dall'Italia e immessi sul mercato americano con data di scadenza contraffatta.
A segnalare a Striscia la Notizia la presenza di cibo scaduto sugli scaffali del colosso Eataly di New York è stata una cliente dello store che si è resa conto che, su alcuni cibi, c'era una doppia etichettatura: stampata su Sell by, in bella vista, c'era una data che riportava ai prossimi giorni o settimane, ma sollevando l'etichetta si scopriva un Best before già passato da diversi mesi.
Il Tg satirico di Antonio Ricci si è mosso per saperne di più e un collaboratore è volato a New York per verificare se, quanto segnalato, corrispondesse al vero.
La consegna del Tapiro d'oro
In entrambi i megastore di New York sono stati rinvenuti diversi prodotti col "trucchetto" e, video alla mano, Valerio Staffelli ha deciso di chiedere spiegazioni a Oscar Farinetti imprenditore fondatore della catena che, nelle premesse, dovrebbe esportare l'eccellenza italiana nel mondo grazie a punti vendita in Usa, Giappone, Corea, Germania, Brasile, Emirati Arabi e in diversi altri Paesi nel mondo.
Farinetti, ribattezzato da Striscia "Il furbetto del formaggino" ha ammesso l'errore dicendo: "Si tratta di un errore grave. E' roba d'importazione che magari è stata a lungo nei magazzini, ma cercheremo una soluzione. Di sicuro verranno subito rimossi" E poi l'imprenditore ha puntualizzato: "Se non avessimo investito così tanti soldi in un'impresa di successo come Eataly di sicuro non avremmo commesso errori".
La replica di Farinetti
Farinetti ha, comunque, accettato di buon grado il Tapiro d'oro e, dopo un paio di giorni, Nicola Farinetti, figlio di Oscar e Amministratore delegato dell'azienda, si è messo in contatto con la redazione di Striscia la Notizia facendo pervenire un video in cui specificava: "Le regole di etichettatura negli Stati Uniti sono molto diverse rispetto che qui da noi".
Farinetti, poi, spiegava che il Best before viene considerato in America una sorta di consiglio per i clienti affinchè il prodotto si possa gustare al massimo della sua fragranza, mentre l'etichetta Sell by invece sarebbe frutto dell'intervento degli esperti di Eataly che, dopo attenta analisi, avrebbero ritenuto comunque vendibile e non dannoso il prodotto.
Insomma, secondo l'Ad si sarebbe trattato solo di un fraintendimento di nomenclatura e non di un tentativo di truffa ai danni dei clienti.