The Young Pope di Paolo Sorrentino a Venezia: magnificenza e oscurità
Il cinema si fa serie tv. D'autore. Con un papa percorso da contraddizioni con gli occhi blu e insidiosi di Jude Law: "È una gioia essere un colore della tavolozza di Paolo"
Un Papa oscuro, insidioso e impenetrabile, che aspira a essere "irraggiungibile come una rockstar", è quello di The Young Pope, su cui si sono levati i primi veli alla Mostra del cinema di Venezia. Paolo Sorrentino, che ha riservato al Festival di Cannes quasi tutti i suoi film, tra cui il premio Oscar La grande bellezza, ritorna al Lido che aveva invece tenuto a battesimo il suo esordio cinematografico, L'uomo in più (2001). E lo fa ora con la sua prima serie tv, di dieci episodi, in inglese e in italiano, che andrà in onda su Sky Atlantic in cinque Paesi: in Italia dal 21 ottobre, nel Regno Unito dal 27 ottobre, in Germania, Irlanda e Austria da fine ottobre e in Francia su Canal+ da fine ottobre.
A Venezia sono state presentate le prime due puntate, che confermano tutto quello che già conosciamo di Sorrentino: uno stile visivo dirompente, cura estrema e ricerca dello stupefacente e del meravigloso in ogni immagine, in ogni inquadratura, in ogni luce, in ogni battuta, affinché vadano tutte irrimedabilmente a segno. Un estetismo raffinato e superlativo che aspira sempre alla bellezza, nel divino come nel grottesco. Un perfezionismo ostentato che a volte sa di imperfetto. La prima proiezione riservata alla stampa è stata accolta da applausi non molto sonori e prolungati.
Non una serie tv, ma un film di 10 ore
"Più che una serie tv è un film di 10 ore. Ho portato il mio cinema in una serie tv", spiega Sorrentino in conferenza stampa. "Quando si lavora su una dilatazione di tempo così ampia si ha la possibilità di approfondire le riflessioni che in un film si censura. Credo di aver preso più in considerazione del solito la tenuta narrativa".
Il giovane Papa del titolo ha gli occhi blu di Jude Law. Occhi che a volte si fanno quasi mefistofelici. Occhi imprevedibili e temibili. Pontefice appena uscito dal conclave con il nome di Pio XIII, primo papa americano - che appena sveglio indossa infradito di gomma - è alle prese con l'elaborazione della prima omelia dal balcone della basilica di San Pietro, con i primi incontri ufficiali, con la prima colazione papale: per lui solo Coca Cola Cherry Zero. "È un uomo che mangia poco, anzi pochissimo", dicono di lui. "Questo non è buono, non è buono", risponde pensieroso il potente cardinal Voiello, uno splendido e divertente Silvio Orlando abituato a sbrogliare inghippi e ordire trame dietro le quinte. Il nuovo Papa, però, che con fare affilato e autocratico esula da ogni guida e consiglio e non ama i rapporti amichevoli, si profila per lui come una grande sfida.
La consulente del merchandising del Vaticano è una donna scaltra e abituata a non farsi troppi scrupoli, ma anche lei è quasi scioccata di fronte agli atteggiamenti respingenti di Papa Pio XIII, un papa distante anni luce dall'affabile papa Francesco in carica nella realtà. La interpreta Cécile de France, bellissima presenza al Lido, abbronzata e solare. Con lei sono pronti per il red carpet di alto profilo internazionale Javier Cámara, Scott Shepherd, James Cromwell, Ludivine Sagnier. Assente Diane Keaton.
Le oscure contraddizioni di papa Jude Law
"Sono una contraddizione. Come Dio, uno e trino. Come la Madonna, vergine e madre": così si definisce papa Lenny Belardo, ovvero Pio XIII di The Young Pope.
"Per me è stata un'opportunità lavorare con Paolo, dipingere un personaggio che ha delle contraddizioni", dice Law. "Mi spaventava interpretare un papa, ma Paolo mi ricordava che questa è la storia di un uomo, che è anche un papa". E ancora: "Ammiro il linguaggio visivo di Paolo: è stata una gioia essere un colore della sua tavolozza".
Mentre entriamo pian piano nell'oscurità di papa Lenny, si alternano scene d'effetto, ora magnificenti, spesso comiche, ora bizzarre, tra canguri in giardino, cardinali alle prese col pettegolezzo, suore che giocano a calcio con tanto di "bicicletta" alla Falcao. Impossibile non pensare alle lezioni di pallavolo che Nanni Moretti dava ai cardinali in Habemus Papam. Il film di Moretti è però un lavoro più intimistico e delicato di The Young Pope, che ha un'anima nera quasi da thriller, spruzzata di umorismo. Tra le citazioni che Sorrentino trae dal grande cinema italiano c'è la celebra battuta di Deserto rosso di Michelangelo Antonioni "Mi fanno male i capelli".
Dentro le difficoltà e il fascino del Vaticano
Che reazione avrà il Vaticano di fronte a The Young Pope? "È un problema del Vaticano. Anzi, non è neanche un problema", risponde il regista. "Se avranno la pazienza di vederlo vedranno che è un lavoro che indaga con onestà - fin dove può perché dura solo dieci ore - le contraddizioni, le difficoltà e le cose affascinanti del clero, preti, suore e un prete diverso dagli altri, che è il papa".
Il giovane papa di Jude Law fuma: "Sapevo che Ratzinger fumava", spiega Sorrentino. E anche la comicità appartiene alla realtà intricata e misteriosa del Vaticano: "Pare che nelle relazioni tra cardinali ci sia un alto tasso di umorismo, amano ridere".
Gonzalo Higuaín tra fede e tradimento
Il cardinal Voiello è un super tifoso del Napoli e come cover dello smartphone ha una foto del Pipita. Anche Sorrentino, da buon napoletano, è un accanito tifoso azzurro. Non a caso sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles, quando ha ritirato l'Oscar, ha ringraziato anche Maradona. Gonzalo Higuaín, però, da poco più di un mese è un giocatore della Juventus. Sorrentino ci sorride su: "La Chiesa è fede e tradimento: il caso di Higuaín quindi è perfettamente inerente".