X Factor 11, Sem & Stenn: "Haters, non vi temiamo"
Intervista con gli eliminati del terzo Live, che annunciano: "Siamo pronti a sposarci". Sem & Stenn apriranno il concerto degli Afterhours al Forum di Assago
A colpi di “l’importante è scuotere” – il motto con cui si sono imposti ai casting di X Factor 11 – Sem & Stenn si sono conquistati il loro posto al sole sul palco del talent show condotto da Alessandro Cattelan. Personalità e carisma non gli mancano, la voglia di fare spettacolo (inteso come performance ad alto impatto scenico) pure. Ma non gli è bastato per proseguire la loro corsa verso il successo, che, almeno per ora, si è interrotta: colpa del Tilt e della “non scelta” di Manuel Agnelli, che ha creduto in loro ma non così tanto da salvarli nel faccia a faccia contro i Ros, nel terzo Live in onda il 9 novembre. Un azzardo poco gradito sui social, ma anche da chi punta sugli outsider per scardinare una gara troppo politicamente corretta e incentrata, almeno per ora, sui “vaffa” tra i giudici. Panorama.it ha incontrato Salvatore e Stefano, 25 e 26 anni, coppia sul palco e nella vita privata, per capire i loro sogni e i prossimi progetti.
“L’importante è scuotere”, avete ripetuto come un mantra. Salvatore e Stefano, pensate di esserci riusciti sul palco di X Factor?
Certo che sì. Ogni performance è stato oltraggiosa e coraggiosa. Siamo contenti del risultato finale, nonostante l’eliminazione: adesso vedremo gli effetti della nostra azione, se saremo capaci di scuotere e far parlare di noi anche fuori da X Factor.
La performance di ieri sera, con tanto di “ammucchiata” hot, pensate possa avervi penalizzato?
L’idea è partita da noi e Luca Tommassini ha aggiunto dei dettagli stilistici molto fighi. Non crediamo di essere stati penalizzati da quello e in ogni caso ce ne andiamo senza rimpianto: sapevamo di essere la quota “strana” di questa edizione.
Strani nel senso di sopra le righe, anche da un punto di vista estetico?
Esatto. Non eravamo i concorrenti canonici. Per questo ci aspettavamo di uscire anche se ci avrebbe fatto piacere arrivare all’inedito.
La personalità non vi manca, mentre sul fattore tecnico avete ricevuto diverse critiche dai giudici…
Essere artisti significa possedere una serie di elementi, non unicamente legati alla voce. Non abbiamo mai approfondito il discorso tecnico e X Factor è stato un momento importante per studiare. Diciamo che abbiamo bilanciato qualche lacuna con carisma e personalità che sono comunque importanti.
Domanda secca: se Manuel Agnelli non avesse chiesto il Tilt, i giudici vi avrebbero salvato contro i Ros?
Avrebbero scelto noi, questa è la sensazione che abbiamo avuto. Siamo stati quelli meno attaccati dai giudici, tanto che abbiamo fatto cambiare idea anche a Fedez, che alle Audition non credeva molto in noi. Manuel forse non voleva esporsi, era una scelta complicata per lui visto che eravamo entrambi della sua squadra.
“Il pubblico deve avere più coraggio”, è sbottato sul finale di puntata. Ha ragione?
Ci siamo fatti l’idea di essere stati l’aspetto meno tradizionale del talent: il nuovo spaventa e destabilizza, ma eravamo preparati a questo e abbiamo voluto comunque osare.
C’è chi ha tirato in ballo il fattore omofobia nella sconfitta al televoto. Il fatto di essere una coppia gay vi ha penalizzato?
L’omofoba forse non centra, ma di sicuro abbiamo tanti haters - ovvero gli odiatori seriali - accaniti sui social network. Durante le selezioni abbiamo riscontrato in maniera netta di essere molto amati o molto odiati e questo fattore in una fase di ballottaggio forse è stato determinante. Ma non li temiamo e andiamo avanti per la nostra strada.
Avreste voluto lanciare da quel palco un chiaro messaggio anti-omofobia?
Penso che il messaggio più chiaro ed evidente l’abbiamo dato mostrandoci e divertendoci. La nostra presenza ha contribuito e il nostro orgoglio nel mostrarlo pure. Ci siamo esposti molti, aggiungere un messaggio in più era superfluo.
Toniamo per un attimo alle critiche dei giudici: come le avete vissute all’interno del loft, ne avete parlato tra di voi?
Abbiamo legato molto con Enrico Nigiotti, che è stato bersagliato da Manuel Agnelli: abbiamo riso molto per questa vicenda e ci siamo proposti come intermediari per fargli fare pace. La cosa bella è che il gruppo era molto unito, ci siamo sempre dissociati dalle guerre tra giudici. E poi spesso le critiche rafforzano il personaggio: a volte gli danno il colpo di grazia, altre volte spingono i fan ad attivarsi per salvarli.
Il prossimo obiettivo di Sem & Stenn?
Un anno fa abbiamo pubblicato un ep con sette tracce che abbiamo intenzione di rilanciare dal mercato con l’aggiunta di nuovi pezzi: ovviamente ci sarà un’evoluzione di sound. Moriamo dalla voglia di riprendere il tour, anche all’estero.
Con Manuel Agnelli come vi siete lasciati?
Da parte sua c’è stato un bellissimo modo per dirci arrivederci, proponendosi ci aprire il concerto ad Assago degli Afterhours, nel 2018: per noi è un regalo enorme.
Ultima inevitabile curiosità: siete fidanzati da sette anni, pensate di unirvi civilmente?
Per ora siamo alla promessa della promessa. Prima portiamo avanti il progetto lavorativo e quando avremo un po’ più di stabilità lo faremo. Sogniamo un matrimonio “cafone” e sontuoso, in Sicilia. Magari Manuel Agnelli ci farà da testimone e i Maneskine suoneranno alla festa (dicono ridendo).