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I ragazzi a scuola salvano il mondo

I ragazzi a scuola salvano il mondo

Rubrica: Pietra d’inciampo

Ridare agli studenti il loro futuro è una responsabilità a cui la società non deve abdicare. Lo dice anche la Torah.


A giorni suonerà la prima campanella. Si torna a scuola. Con tutte le complicazioni che l’era del Covid ci pone davanti, la sfida del ritorno sui banchi è di fondamentale importanza: da una parte l’esigenza di restituire ai bambini, e ai ragazzi, una vita normale e la costruzione del loro futuro, dall’altra quella di garantire che l’epidemia non riesploda e metta in pericolo la salute pubblica.

Va detto che le incognite sono molte, anche in considerazione del fatto che la scuola non ha mai affrontato l’emergenza Covid, in quanto al tempo della prima crisi gli istituti sono stati chiusi e non c’è mai stata una gestione dell’emergenza, dunque solo nelle prossime ore vedremo come la macchina reagirà agli eventi. Ma ridare ai bambini il loro futuro è una responsabilità a cui la società non deve abdicare.

Mosè Maimonide era una rabbino vissuto tra il 1100 e il 1200. Nato a Cordova e morto a Il Cairo, era anche un medico e un giurista autore di alcune opere fondamentali di pensiero ebraico, di commento ai testi sacri e alle leggi ebraiche. Nei suoi scritti, citando il Talmud, ricorda che il «mondo si regge sul respiro dei bambini che studiano». E non a caso, una città o una comunità che non costruisca una scuola merita di essere distrutta, secondo le riflessioni del Maimonide.

Una sintesi estrema che dà il senso dell’importanza per l’ebraismo dell’insegnamento, dello studio, della formazione, non solo quella nelle case, ma anche quella nelle scuole, soprattutto rivolta ai più giovani. Quando Giacobbe dovette lasciare la Terra d’Israele, a causa della carestia, per trovare rifugio nel prospero Egitto, mandò avanti i suoi figli per costruire una scuola affinché quando la sua gente si trasferì potesse trovare un luogo dove continuare a formarsi.

Del resto, è scritto nero sulla bianco nella Torah (il Pentateuco, ndr), nel libro del Deuteronomio, che «l’insegnerai ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli». Perché sono i giovani a trasmettere l’identità, sono linfa, continuità, progresso e devono essere formati per poter condurre la società e dare a loro volta ai loro figli una formazione nelle case e nelle scuole.

Ecco dunque che l’ebraismo conferisce al luogo di studio l’elemento fondamentale per la sopravvivenza sociale. Riaprire le scuole in Italia, fare di tutto per farlo in sicurezza affinché non si debba tornare dentro le proprie mura, è un momento fondamentale. Più dell’andamento dei mercati finanziari, più delle elezioni amministrative, più delle discussioni politiche, più di molto altro, restituire ai bambini le loro scuole deve essere l’obiettivo di un governo che vuole mantenere solido nel tempo il Paese.

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