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Per gli ebrei oggetti e luoghi sono così importanti perché sopra vi si posa la presenza divina

Per gli ebrei oggetti e luoghi sono così importanti perché sopra vi si posa la presenza divina

Rubrica: Pietra d’inciampo

Sarà una estate in cui gli italiani faranno vacanze italiane. Chi potrà, si sposterà verso la costa o sui monti, ma per sempre in Italia, nella maggior parte dei casi. E non è poi un fatto così negativo, considerando che da secoli vengono stranieri da ogni dove per ammirare le meraviglie del Bel Paese. Senza dimenticare i numerosi siti archeologici ebraici che tempestano il Sud Italia, c’è da segnalare il Museo dell’Ebraismo italiano e della Shoah a Ferrara, un museo nazionale non legato a una specifica Comunità locale. Un museo che da poco può godere della direzione di Amedeo Spagnoletto, una scelta che valorizzerà la storia delle tradizioni e degli oggetti dell’ebraismo, la programmazione scientifica e culturale del museo.


Così, questa, può essere davvero l’estate in cui riscopriamo i nostri territori, le città d’arte e i borghi. Scopriremo che anche noi abbiamo spiagge maldiviane o monti mozzafiato. Forse sarà l’occasione, per chi vorrà, di riscoprire la nostra storia raccontata nei tanti e prestigiosi musei che si snodano lungo lo stivale. E allora varrà la pena di scoprire meglio la tradizione e la presenza degli ebrei italiani, proprio attraverso i loro musei posti al centro, non solo fisicamente, delle comunità ebraiche. Citandone alcuni, val la pena fermarsi nel Campo del Ghetto Novo, a Venezia, dove è possibile visitare un museo diffuso fondato lo scorso secolo e che mette insieme gli oggetti e le storie degli ebrei che per primi hanno visto nascere un ghetto. Da est a ovest, Casale Monferrato offre la visione di uno dei templi ebraici più straordinari d’Italia. Un posto suggestivo, che prende vita a fine Cinquecento e regala ai giorni d’oggi uno straordinario esempio di bellezza arricchito da un Museo d’Arte che trova negli antichi argenti il suo splendore. Da vedere anche il piccolo museo e la grande Sinagoga di Firenze, considerata tra gli edifici più belli dell’Ottocento italiano. E poi c’è Roma con il suo Museo Ebraico che racconta la storia degli ebrei venuti direttamente da Gerusalemme. All’interno del complesso monumentale della Sinagoga Maggiore si snoda uno dei luoghi più suggestivi dell’Italia ebraica, dove si trova la più importante collezione di tessuti liturgici e una collezione di argenti modellati per essere incastonati tra gli oggetti sacri delle Cinque Scole, le cinque sinagoghe situate nell’antico ghetto. E infine, senza dimenticare i numerosi siti archeologici ebraici che tempestano il Sud Italia, c’è da segnalare il Museo dell’Ebraismo italiano e della Shoah a Ferrara, un museo nazionale non legato a una specifica Comunità locale. Un museo che da poco può godere della direzione di Amedeo Spagnoletto, una scelta che valorizzerà la storia delle tradizioni e degli oggetti dell’ebraismo, la programmazione scientifica e culturale del museo.

Ma perché gli oggetti sono così importanti per gli ebrei? Perché i luoghi dove sono conservati sono così solenni, quasi a trasmettere sensazioni che vanno al di là della semplice visita in un museo? C’è da dire che gli oggetti portano dentro di sé una carica spirituale. Vi siete mai chiesti come mai gli ebrei tornano da secoli a pregare sul Muro del Pianto? Eppure dovrebbe essere un semplice muro. Certo, il muro che un tempo reggeva uno dei lati del Tempio di Re Salomone, ma sempre un muro è. Perché tanta devozione? Ebbene, quando in un luogo ebraico si prega e si prega nel tempo con intensità, la presenza divina si posa in quel luogo. Tale presenza divina – detta Schechinnà – resta in qualche modo attaccata a quei posti. Il Tempio di Gerusalemme è il luogo per eccellenza dove ha risieduto la presenza divina, così ecco che anche i muri del Sacro Tempio diventano pregni di quella presenza. Gli ebrei, orfani dei riti di quel Tempio, possono così trovare consolazione, e speranza, nel rivolgere la propria preghiera al muro occidentale dove il divino ha lasciato una traccia della sua manifestazione. Così ecco compresa l’importanza degli oggetti esposti in musei ebraici, un tempo utilizzati durante le preghiere e i riti, e ancora espressione di un ebraismo vivo che porta con sé una energia propria che miscelata all’arte rendono unico il viaggio conoscitivo nell’ebraismo italiano attraverso il racconto dei musei delle comunità.

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