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È partita la corsa ai memorabilia del Rock

È partita la corsa ai memorabilia del Rock

La corona e il mantello indossati nei concerti da Freddie Mercury, la raffinata collezione di libri del batterista dei Rolling Stones, Charlie Watts, e il basso di Gene Simmons dei Kiss. Prestigiose case d’aste come Sotheby’s e Christie’s stanno mettendo all’incanto oggetti appartenuti alle star delle band più famose. Sorpresa: tra quelli battuti non ci sono solo strumenti, ma anche opere d’arte come i quadri di James Tissot, Marc Chagall e Pablo Picasso…


Continua a crescere l’interesse per le aste legate ai protagonisti del mondo del rock. In settembre due colossi come Sotheby’s e Christie’s propongono due grandi vendite dedicate a Freddie Mercury, il cantante dei Queen, e a Charlie Watts, il batterista dei Rolling Stones. L’aspetto interessante è che in queste grandi vendite emerge il lato privato degli artisti: non solo strumenti e abiti di scena, ma anche oggetti amati lontano dal palco, come accadde nel caso dell’asta di Ringo Starr tenutasi nel 2015 a Beverly Hills da Julien’s Auctions, dove c’era di tutto, dalla sua batteria alle applique déco della camera da letto.

Le due aste-evento si tengono a Londra. «Freddie Mercury. A world of his own», la vendita che Sotheby’s dedica al frontman dei Queen, comprende tre appuntamenti. Il 6 settembre, The Evening Auction racconta il personaggio attraverso le collezioni d’arte (quadri di James Tissot, Marc Chagall e Pablo Picasso, creazioni di Fabergé, vasi Lalique), costumi di scena, strumenti e oggetti iconici, come la corona e il mantello indossati nel «Magic Tour» nel 1986, testi autografi. Il 7 (On Stage) si punta su costumi e strumenti, usati sul palco e manoscritti; e l’8 (At Home) su mobili e oggetti provenienti da Garden Lodge, la splendida villa londinese della rockstar.

Con l’asta «Charlie Watts: Gentleman, Collector, Rolling Stone», in programma il 28 settembre nella sede londinese, e con una vendita online aperta dal 15 al 29 settembre, Christie’s svela, invece, la personalità di raffinato bibliofilo del più pacato tra i Rolling Stones. In vendita rare versioni dei capolavori del Novecento, prime edizioni e memorabilia del jazz. Da tenere d’occhio, la prima edizione del Grande Gatsby di Francis S. Fitzgerald, i romanzi di Raymond Chandler e di Dashiell Hammett, e la partitura annotata da George Gershwin per Porgy and Bess.

Questo collezionismo si sta sviluppando da anni, ma ultimamente ha preso ancora più piede. In Europa, oltre a Christie’s e Sotheby’s che periodicamente organizzano aste dedicate ai maestri del rock, c’è Bonhams, storica casa d’aste che si occupa anche di pop culture, e nel 2001 ha dedicato a Jimi Hendrix un’importante vendita.

Ma i grandi riferimenti sono in America, dove si sono sviluppate collezioni leggendarie, come quella di Jim Irsay, che comprò la chitarra di David Gilmour dei Pink Floyd, e quella del defunto Paul Allen, il socio di Bill Gates: si aggiudicò la Fender Stratocaster bianca che Jimi Hendrix fece cantare a Woodstock e il pianoforte bianco con cui John Lennon suonò Imagine nel celebre filmato del 1971.

Anche in Europa c’è fermento. In Italia è un riferimento Mariano Freschi, che mosso da una forte passione per il rock ha dato vita a un progetto di rilievo per un centro studi del rock. «Ho iniziato a collezionare amplificatori e strumenti vintage 35 anni fa» rivela. «Il mio riferimento è il rock inglese, sono un fan da Deep Purple, Led Zeppelin e Black Sabbath. Il mio progetto era creare una House of Rock, un luogo ricco di strumenti, documenti, migliaia di libri e riviste e materiali di ogni genere, dove studiare la storia della musica rock. Ma non un museo, li detesto, mi piacciono gli oggetti pieni di vita».

Inutile cercare l’indirizzo della House of Rock, che non è aperta al pubblico. Si potrà visitare quando Freschi troverà una nuova sede, con uno spazio di almeno 800 metri quadrati. Come spiega lui, «in America il mercato del collezionismo rock è molto più importante che in Europa. Nelle aste d’oltreoceano, dove sono assai ricercati anche i vestiti delle rockstar, gli oggetti appartenuti a musicisti americani in genere totalizzano cifre maggiori rispetto a quelli di artisti europei. In California è molto attiva Julien’s Auctions, che tratta oggetti legati alla musica, allo sport e al cinema. Lì, in un’asta del chitarrista Steve Vai, ho comprato alcuni oggetti e vestiti che gli regalò Frank Zappa, e mi sono aggiudicato un cardigan di Amy Winehouse. I cataloghi di Julien’s, in più volumi, sembrano enciclopedie. Si va da Elvis Presley a B.B. King a Phil Spector, a George Harrison».

Molto seguita da un solido drappello di appassionati è pure la Gene Simmons Auctions, dove si può puntare su decine di oggetti appartenuti al leggendario bassista dei Kiss, dai dischi, al materiale promozionale, alle chitarre basso a forma d’ascia.

Le coordinate di questo di collezionismo sono parecchio mobili, legate all’età di chi va a caccia dei memorabilia. Con il cambio generazionale, si trasformano i gusti: se ieri andava per la maggiore il progressive rock, oggi si preferisce un altro tipo di musica, e le quotazioni si adeguano.

«Attualmente gli oggetti di Elvis Presley sono meno richiesti rispetto a 25 anni fa e lo stesso vale per altri artisti» spiega Freschi. «La chitarra nera di David Gilmour, uno strumento che è un simbolo, nel 2019 venne venduta per quattro milioni di dollari. Ma nel 2022 sono andate all’asta chitarre di Kurt Cobain dei Nirvana, che lo superarono di gran lunga: sei milioni. Comunque strumenti come la chitarra bianca di Jimi Hendrix avranno sempre un valore assoluto perché sono icone nel panorama del rock. Stesso discorso per la batteria Ludwig di Ringo Starr, venduta a 2,2 milioni di dollari nel 2015».

Resta, purtroppo, uno spazio quasi vuoto per i memorabilia rock italiani. «In Italia non ci sono aste con memorabilia di band nostrane» nota Freschi. «Ne ricordo una a Modena, molti anni fa, ma fu una delusione». In tal senso, si stanno muovendo da pionieri gli Hard Rock Cafe nostrani…

«Abbiamo oggetti di artisti italiani e ne vorremmo avere di più», gli fa eco Giampiero Pelle, ceo di Hard Rock Cafe Milano. «Per esempio, ci sono una Fender di Ligabue, una chitarra acustica Fender appartenuta ad Andrea Bocelli, un piatto di Franz Di Cioccio, una batteria di Danilo Tasco, il batterista dei Negramaro. Gli acquisti degli oggetti vengono fatti direttamente dalla Florida. Ma se c’è un interesse per un certo tipo di oggetto, noi lo segnaliamo ai colleghi americani, che poi si attivano».

Collezionare memorabilia rock significa cedere all’effetto nostalgia, magari ricordando i concerti visti da ragazzi, ma anche vivere storie inattese.

Ne sa qualcosa Freschi. «Ricordo che anni fa a un’asta non riuscii ad aggiudicarmi una batteria degli Emerson Lake and Palmer, tutta in acciaio, con pedana rotante, pesante dieci quintali: la vinse una collezionista australiana, con cui poi entrai in contatto. Anni dopo le chiesi notizie della batteria e mi disse che l’aveva rivenduta. Era stata contattata da un acquirente che non aveva mai conosciuto di persona, cui non si sentì di dire di no. Si chiamava Ringo Starr…». n

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