In un mondo nel quale lo sviluppo tecnologico avanza a grande velocità, sono molte le innovazioni che si stanno sviluppando anche in ambito sanitario. Una di queste è RoBee e rappresenta la nuova frontiera dell’assistenza nei confronti di pazienti che hanno bisogno di assistenza riabilitativa e supporto cognitivo. Questo robot umanoide, sviluppato dalla Oversonic Robotics, azienda italiana specializzata nello sviluppo di tecnologie di robotica umanoide, costituisce un nuovo strumento nell’ambito dell’assistenza e nei percorsi di medicina riabilitativa.
Le capacità di RoBee sono davvero straordinarie. Infatti, secondo una nota rilasciata dall’azienda produttrice, questo robot è capace di fornire assistenza nei confronti delle persone con difficoltà nella deambulazione, fornendo anche un supporto per lo svolgimento di esercizi specifici per migliorare le loro condizioni di salute. Praticamente un fisioterapista 2.0, dotato di capacità di interagire visivamente e verbalmente con gli assistiti, garantendo un’esperienza stimolante nei confronti dei pazienti.
Ma c’è di più. Infatti, grazie alla sua capacità di interagire con le persone, RoBee è capace di monitorare i loro progressi, attraverso lo svolgimento di esercizi impartiti per determinare la capacità di ragionamento dei pazienti e il tempo impiegato per dare le risposte o svolgere determinati esercizi.
La messa a punto di questi fisioterapisti umanoidi sarà favorita anche dalla collaborazione fra la Oversonic Robotics e il Villa Beretta Rihabilitations Research Innovation Institute di Costa Masnaga, in provincia di Lecco, riconosciuto in tutto il mondo come fiore all’occhiello per l’Italia nell’ambito della neuro riabilitazione. A tale progetto collabora anche il Politecnico di Milano, segno di un reale intento, anche da parte dell’istituto universitario, di portare avanti lo sviluppo di questo umanoide non solo per migliorare l’esperienza dei pazienti, ma anche quella degli operatori sanitari, rappresentando per questi ultimi un notevole aiuto nello svolgimento della loro attività professionale e favorendo una diminuzione e ottimizzazione del carico di lavoro.
Certo, l’interazione con una persona in carne e ossa è sicuramente più calorosa ed emotivamente coinvolgente, soprattutto se ci si approccia a persone che oltre ad avere difficoltà motorie presentano anche difficoltà sotto l’aspetto cognitivo ed emotivo. Ma come spesso accade, la tecnologia consente di ottenere risultati insperabili. Magari se guidata da una persona e non da un freddo computer. L’obiettivo è proprio questo. Infatti, secondo quanto dichiarato dal presidente di Oversonic Fabio Puglia, “Questa collaborazione segna un passo decisivo nell’integrazione della robotica avanzata nei percorsi di cura. Il nostro obiettivo è sviluppare un ecosistema tecnologico in cui intelligenza artificiale e robotica lavorino in sinergia per supportare in modo tangibile medici e pazienti, migliorando l’accesso alle cure e rendendo più efficiente l’impiego delle risorse sanitarie”.
La strada è ormai aperta. Sarà interessante vedere se questo tipo di strumenti, altamente tecnologici, potranno prendere piede oppure sarà un fallito tentativo di migliorare la vita, sia dei pazienti che degli operatori sanitari, stanchi della situazione venutasi a creare negli ultimi anni nell’ambito della salute.