Avrebbe dovuto essere il prototipo per lo sviluppo del nuovo Space Shuttle, ma il grande cambiamento degli scenari spaziali avvenuto nell’ultimo decennio ha visto la Difesa Usa cambiare i piani per la sua realizzazione. Parliamo del Boeing X-37B, progetto ormai arrivato al settimo volo – è in orbita dal 29dicembre 2023 con la sigla Otv-7 – che durante questa settimana ha visto le Forze Spaziali statunitensi pubblicare per la prima volta un’immagine della Terra scattata da uno degli obiettivi a bordo di questa astronave.
Per capire di che cosa si tratta, l’X-37, che a breve potrebbe anche vedere la versione “C”, allungata e con abitacolo per gli astronauti, atterra automaticamente al ritorno dall’orbita ed è il terzo veicolo spaziale riutilizzabile ad avere tale capacità, dopo lo shuttle sovietico Buran e lo Space Shuttle Orbiter statunitense, che aveva tale capacità automatica già alla fine degli anni ’90 ma non l’ha mai testata. Ebbene, l’X-37 è il più piccolo e leggero spazioplano orbitale che abbia mai volato fino ad oggi; ha una massa di lancio di circa 5.000 kg e dimensioni ridotte a un quarto di quelle dell’Orbiter.
La fotografia, pubblicata dal Defense Visual Information Distribution Service (Dvids), mostra la Terra ripresa durante la conduzione di una serie d’esperimenti in un’orbita altamente ellittica (quindi con grande variazione di distanza dalla Terra), mentre lo X-37B compiva una serie di manovre per cambiare la sua orbita utilizzando il minimo di carburante.
Tra le caratteristiche di questa nuova navetta, l’opposto del primo shuttle, ovvero una lunga resistenza alla permanenza continua nello spazio e alle manovre di rientro sulla Terra, non a caso i tecnici stanno ancora esaminando lo stato del veicolo precedente, lo Opv-6,rientrato al Kennedy Space Center, Florida, il 12 novembre 2022.Prima della foto pubblicata qualche giorno fa e di un breve video risalente al 2023, la U.S. Space Force e Boeing avevano reso pubbliche soltanto poche altre immagini del modulo di servizio agganciato allo Opve di un piccolo satellite cubesat.
Stante che il tipo di missioni che saranno affidate alla nuova navetta sono riservate, non stupisce che alle immagini del mezzo sia assegnato un livello di segretezza, anche perché è facile pensare che potranno anche essere armate con sistemi a energia concentrata (tipicamente Laser) e che l’agilità con la quale potranno cambiare orbita potrebbe essere necessaria per attività di intelligence o neutralizzazione di satelliti militari, spostandosi dalle orbite geostazionarie (Geo, a circa 35.780 km), ad altre ancora più alte, ricorrendo al sistema di lancio che utilizza il razzo SpaceX Falcon Heavy.
La capacità dell’X-37B di operare su un’orbita altamente ellittica, una traiettoria ovale che gli consente di manovrare da solo una volta che è abbastanza vicino all’atmosfera, gli regala il vantaggio di renderlo più difficile il tracciamento da parte di potenziali avversari. Ma questo implica uno studio approfondito sugli effetti prolungati delle radiazioni cosmiche sui materiali di cui è fatta la navetta, che ovviamente sono stati resi noti soltanto in modo generico.
Si sa, invece, che a bordo dello Opv-6 era già stato installato un sistema anti-collisione e che durante la missione in corso la Space Force avrebbe individuato circa 1,7 milioni di opportunità per azionarlo”, come ha dichiarato il capo delle operazioni spaziali, il generale Chance Saltzman, alla rivista Aviation Week in una recente intervista. Si è quindi appreso che la suite avionica dello X-37 era stata utilizzata da Boeing per sviluppare il suo veicolo spaziale con equipaggio, il discusso Cst-100 che ha lasciato due astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale a causa di malfunzionamenti.
Ma anche che il motore dello Opv-7, inizialmente lo AerojetAr-2-3 sarebbe stato cambiato cambiato con un sistema di propulsione ad azoto-tetrossido/idrazina di tipo ipergolico, ovvero con la caratteristiche che l’accensione del motore avviene in modo spontaneo al semplice contatto con il comburente/ossidante. Caratteristica che gli consente grande affidabilità nei riavvii del motore, da sempre croce degli ingegneri aerospaziali.