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Turismo insostenibile: dormitorio capitale

Turismo insostenibile: dormitorio capitale

Lo scorso anno Roma si è piazzata al secondo posto in Europa per notti prenotate sulle piattaforme degli affitti brevi. E per il Giubileo sono attesi 35 milioni di turisti. Così le locazioni lunghe diventano un miraggio e cresce il caos.


E’ ormai remota l’epoca in cui nel centro storico di Roma ci si svegliava al rintocco delle campane. Ora dominano i rumori dei trolley trascinati sui sanpietrini, dei portoni che sbattono tra gli schiamazzi. La Capitale è diventata un dormitorio. «Chi ha un locale, anche senza finestre, ci mette un letto e lo trasforma in un bed & breakfast. Perfino vecchie cantine, livello strada, ripostigli o box auto, tinteggiati alla meglio, sono piazzati sul mercato» racconta a Panorama Simonetta Marcellini, combattiva esponente del Comitato emergenza Trastevere. Negli ultimi cinque anni, la città ha visto l’apertura di circa cinquemila bed & breakfast, con conseguente svuotamento del centro storico. Il 35 per cento dei residenti è migrato verso quartieri limitrofi per sfuggire al caos del centro, ma anche per mettere a reddito l’abitazione.

Questa tendenza del turismo coinvolge ormai tutto il nostro Paese, dove sulla piattaforma Airbnb risultano 608 mila alloggi (dati 2023). Nelle città d’arte, poi, il cosiddetto «indice di sostenibilità» dei bed & breakfast rispetto alla popolazione è particolarmente emblematico. Fatto 1 il valore massimo del rapporto tra abitanti e case destinate a tali affitti, ci sono casi come Firenze, dove l’indice è 3,81, e Venezia, a 3,67.

Tornando alla Capitale, secondo l’Ufficio statistico della commissione europea Eurostat, nel 2023 si è piazzata al secondo posto tra le grandi città del continente per numero di notti prenotate, sulle quattro principali piattaforme degli affitti brevi (Airbnb, Booking, Tripadvisor ed Expedia): da 8,574 milioni del 2022 a 11,768 milioni nel 2023 con un aumento del 37,3 per cento. Solo Parigi ha avuto numeri più alti (18,613 milioni, +33 per cento sul 2022). Un flusso destinato a ingigantirsi con il Giubileo per il quale sono attesi 35 milioni di turisti. Un assalto che avrà ricadute sui prezzi. HousingAnywhere, piattaforma europea di affitti, in un report sui canoni nelle 28 maggiori città europee, pone Milano all’ottavo posto con 1.700 euro e Roma al nono per i monolocali a quota 1.200 euro (+20 per cento annuo).

La Capitale svetta in un business che, in tutto il Paese, vale 11 miliardi e ricavi consolidati vicini al miliardo e mezzo l’anno, come ha calcolato Aigab, l’associazione del settore. Secondo Scenari Immobiliari ci sono circa 700 mila case vacanze, delle quali 125 mila gestite da società. Gli operatori professionali e non sono 30 mila e 600 mila famiglie si sono date a quest’attività. Numeri sottostimati che non rappresentano il «nero» e che muovono un indotto importante: nel 2023 gli ospiti delle strutture hanno speso circa 44 miliardi tra cibo, cultura e acquisti.

La rendita netta per un proprietario è di 17 mila euro annui, ma il 65 per cento dovrebbe essere destinato a tasse (Irpef, Imu, Tari e Tasi) e utenze. Ma l’evasione è la piaga del settore. Per combattere i furbi, da settembre sarà operativo il Cin, il Codice identificativo nazionale che dovrà essere esposto fuori dallo stabile e negli annunci. Per chi opera senza, la sanzione arriva fino a ottomila euro, mentre chi non presenta la certificazione di inizio attività rischia tra duemila e 10 mila euro di multa. Il problema però sono i controlli. A ridosso del Giubileo, Roma è stata presa da una sorta di euforia da business facile e ormai i contratti tradizionali a lungo termine sono una rarità.

Al Rione Monti, molto amato dai turisti, il comitato di quartiere ha censito ben 249 case vacanze, 15 b&b, 174 appartamenti utilizzati per turismo. A Trastevere le case-vacanze sono 159, all’Esquilino 155, nel rione Campo Marzio 143. La mappa risale a una decina di mesi fa e quindi andrebbe aggiornata. Su Airbnb, la piattaforma più visitata da chi cerca una sistemazione per pochi giorni, compaiono 32.640 alloggi. «Questo tipo di offerta commerciale ha cambiato il volto della città storica. Al posto dei ristoranti ora ci sono i fast food, la pizza al taglio e i take away. Gli affitti abusivi senza requisiti di sicurezza sono la normalità» lamenta Marcellini del Comitato di Trastevere.

Ma l’amministrazione capitolina che fa? Il sindaco dice che i Comuni hanno le mani legate in mancanza di una legge che disciplini il settore. «Si tratta del solito scaricabarile. Una normativa regionale consente all’amministrazione di varare strumenti di pianificazione dell’ospitalità breve, se ci sono particolari esigenze sul territorio. Infatti, il primo cittadino di Firenze, Dario Nardella, ha bloccato l’apertura di nuovi b&b in centro» conferma Nicola Barone, presidente del Comitato Rione Monti, tra i più attivi su questo tema. Spiega così l’inerzia di Gualtieri: «La struttura alberghiera a Roma è cresciuta meno che nelle altre capitali e le case vacanza fanno comodo per assorbire il flusso turistico. Così alla fine l’amministrazione può dire che i numeri delle presenze sono aumentati in modo esponenziale. Diventa un risultato della Giunta». Allora si chiude un occhio.

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