Sarà per la Brexit che rende il rinnovo dei passaporti un’impresa complicata, sarà per gli scioperi degli aerei, o per il caro-viaggi in Europa, ma oggi sempre più inglesi scelgono le ferie estive entro i propri confini. Dove fanno surf con la felpa, si tuffano in acque gelide riscaldandosi poi con coperte di pile, e comprano dimore sul mare ricavate da vecchie cabine di legno. Come si dice oltremanica, «Have a nice holidays»…
Continente addio, nel Regno Unito tutti pazzi per la «staycation», ovvero le vacanze a casa propria. Le avevamo sperimentate un po’ tutti, per necessità, ai tempi della pandemia, ma gli inglesi sembrano averle gradite più degli altri. Sarà perché, con la Brexit, ora per andare all’estero devi avere il passaporto valido tre mesi prima della partenza, sarà perché gli scioperi continui rendono ogni viaggio che contempli un passaggio in aeroporto o in una stazione un incubo senza fine. Sarà che la debolezza della sterlina non rende più appetibili i prezzi dei pacchetti turistici in Europa, fatto sta che nelle località costiere dalla Cornovaglia fino alla Scozia c’è un boom nazionale di turisti che non accenna a calare.
Secondo gli ultimi dati le prenotazioni per giugno, luglio e agosto hanno fatto registrare un aumento del 52 per cento rispetto allo scorso anno, mentre in Cumbria le camere d’albergo sono già occupate per il 44 per cento rispetto al 36 del 2022. Così, mentre l’estate incandescente brucia i boschi del Mediterraneo e costringe alla fuga i turisti delle isole greche, gli inglesi ne approfittano per conoscere meglio i dintorni di casa, che negli anni del Covid, si sono rifatti il trucco.
«Fino a qualche tempo fa» spiega Paul Charles, direttore esecutivo di PC Agency, società di consulenza nel settore viaggi, «trascorrere le vacanze in Inghilterra era considerata una scelta di ripiego, visto il clima e la qualità mediocre degli alberghi e del cibo. Adesso c’è la percezione che il settore alberghiero abbia investito molto in questi aspetti dell’ospitalità e la gente è invogliata a tornare».
Così come sono diversi i luoghi, i ritmi delle ferie britanniche sono differenti. Anche se le spiagge sassose di Brighton a volte competono con quelle di Rimini per affollamento, persiste nelle vecchie località turistiche di oltremanica quel romanticismo malinconico tanto caro ai fan dei film come Camera con vista. Il clima dispettoso costringe i vacanzieri a dotarsi almeno di un cardigan e spesso in spiaggia non si soffre il caldo afoso, ma i locali affrontano con inaudito coraggio le basse temperature del mare. E le onde dell’Atlantico che bagna le spiagge della Cornovaglia rendono il surf un’esperienza indimenticabile.
Lo splendido villaggio di Torquay è quindi meta di surfisti da maggio in poi e qui si può gustare il migliore «fish and chips» del Paese. A scegliere di non passare il confine quest’estate non sono solo gli over 55 come sarebbe facile pensare. La crisi e le ridotte capacità finanziarie hanno reso la «staycation» attraente anche per i giovani che, una volta tanto, alle discoteche di Ibiza hanno preferito i campeggi del Galles e le passeggiate nel Lake District.
Nei negozi riservati alle attività all’aria aperta, l’abbigliamento per il cicloturismo e le vacanze in camper scarseggiano. Anche grazie a una più attenta responsabilità ambientale una grossa fetta di popolazione riscopre le gioie di un soggiorno «povero» in mezzo alla natura. Molti campeggi inglesi offrono soltanto i servizi di base, nessun parco a tema, tutt’al più qualche corso di yoga per imparare a stare meglio con sé stessi.
Pure il Nord registra quest’anno gli stessi successi delle altre località di villeggiatura o relax. A dispetto dell’estate estremamente piovosa la Scozia ha fatto il pieno di turisti, non solo nazionali. Anche grazie a un Festival di teatro di altissima qualità Edimburgo ha guadagnato il 61 per cento di presenze in più. In agosto la città si riempie di giovani in arrivo da tutti i Paesi, ostelli e alberghi sono prenotati mesi prima e persino il cibo, con il suo pasticcio di interiora di pecora, conta sempre più estimatori.
Certo il mare del Nord non è per tutti. Sulle sue spiagge fare il bagno può diventare un’esperienza mistica, dato che la temperatura dell’acqua non supera i 12 gradi e subito dopo è consigliabile avere con sé un bel thermos di tè caldo e magari una copertina di pile, ma la costa altissima di roccia bianca che sembra disegnata con lo scalpello, affacciata sull’Atlantico, vale una visita e i sentieri infiniti dell’isola scozzese di Skye offrono al turista un mondo da fiaba, sospeso tra mare e cielo.
«Per alcune persone vacanza è sinonimo di aeroporti e viaggi in aereo, ma sono sempre di più quelli che optano per un soggiorno senza valuta da cambiare, in posti da riscoprire» dice il titolare di un’agenzia di viaggi londinese. Anche se rimane forte la tendenza dei britannici a spostarsi, è invece diminuita la tendenza a comprare casa in Europa e qui, sicuramente, c’è lo zampino della Brexit.
Dopo il divorzio dal Continente i cittadini britannici senza permesso di soggiorno non possono rimanere in Europa più di 90 giorni su un periodo di 180, la prassi burocratica per gli acquisti immobiliari si è ulteriormente complicata e il desiderio di acquistare una seconda casa in Spagna o sulle Alpi francesi si è molto ridotto. I dati diffusi da English Housing Survey raccontano che la proporzione di proprietari di seconde case europee è in continuo calo e il 60 per cento degli inglesi preferisce comprare un’abitazione di vacanza nel proprio Paese.
A volte si tratta anche di una casa piccolissima, come quella ricavate dalle vecchie cabine sulla spiaggia, una volta adibite a capanno per attrezzatura marittima. Dipinte con colori pastello, non sono in grado di contenere poco più di un letto con la coperta patchwork e un appendiabiti in vecchio stile, ma la vista sul mare è garantita e ci si addormenta con il mormorio delle onde. Restare a casa, a volte, può essere meraviglios