Tigers: il film su Martin Bengtsson, giovane asso dell'Inter
Promettente calciatore svedese, è stato schiacciato dalle pressioni dietro il luccicante mondo del calcio, caduto in depressione. Il regista Ronnie Sandahl racconta la sua storia
Lo stadio di San Siro e la maglia dell'Inter ad aspettarlo. E con essi la promessa di un futuro pieno di soldi, autografi e privilegi. Ma, schiacciato dalle pressioni che noi non vediamo dietro a luci e gol, Martin Bengtsson ha fatto un passo indietro e ha mollato tutto. Questo racconta Tigersdel regista svedese Ronnie Sandahl, liberamente ispirato alla storia dell'ex calciatore prodigio Martin Bengtsson, classe 1986, che già aveva raccontato come il sogno di una vita si sia trasformato in un incubo che lo ha portato alla depressione e al crollo mentale nel libro Nell'ombra di San Siro (In The Shadow of San Siro) del 2007.
Tigers ora debutta in streaming dal 16 settembre su Sky Primafila, Prime Video Store, Apple Tv, Chili Tv, Google Play, Infinity, Rakuten Tv, Timvision, e qui ve ne diamo un assaggio con una clip estratta dal film in esclusiva:
Martin Bengtsson, nel film interpretato da Erik Enge, è stato uno dei talenti calcistici più promettenti della Svezia e ha fatto il suo debutto nella massima serie svedese per l'Örebro SK all'età di 16 anni. L'anno successivo è stato ceduto all'Inter, una delle più importanti squadre italiane. Dopo nove turbolenti mesi, Martin è tornato in Svezia e ha deciso di abbandonare lo sport. Nel libro che poi ha scritto ha fatto una sorta di reportage dall'interno del mondo del calcio professionistico: le pressioni a cui è stato sottoposto, la grande solitudine. Ha anche affrontato il tema della salute mentale. Un sondaggio del sindacato dei calciatori professionisti FIFPRO ha mostrato che il 38% dei giocatori attivi soffre di ansia e/o depressione: basta pensare che anche un portiere affermato come Gianluigi Buffon è stato colpito da depressione tra il 2004 e il 2005, periodo in cui vinceva il terzo scudetto della sua carriera.
«Con il libro ho voluto puntare i riflettori sulle regole distruttive a cui sono soggetti i ragazzi, oltre a permettere alla gente di rivolgere uno sguardo sul mondo celebrato, ma molto chiuso, del calcio professionistico internazionale», ha detto Bengtsson. «Volevo approfondire la discussione e il dibattito sui problemi di salute mentale negli sport professionistici ed evidenziare i rischi di essere trasformati, in giovane età, in una merce».
Da qui l'idea del film: «Volevo fare un film sulle tigri del mondo del calcio», spiega il regista sceneggiatore Sandahl, già autore di Underdog (2015) e delle sceneggiature di Borg McEnroe (2017) e del film in produzione Perfect di Olivia Wilde sulla ginnasta americana Kerri Strug. «Uomini giovani e ammirati, rinchiusi in gabbie dorate, addomesticati fino a diventare marchi al servizio dell'industria calcistica globale: comprati e posseduti, spinti al limite, addestrati per esibirsi o morire. Martin Bengtsson era uno di loro».
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