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Un amore sopra le righe – La recensione

Uno scrittore e la sua musa, 45 anni fra turbolenze, tradimenti e passioni fiammeggianti. Nicolas Bedos e Doria Tillier, compagni nel film e nella vita

Un amore sopra le righe di Nicolas Bedos è una lunga, toccante avventura amorosa: carica di vibrazioni, energica, generosa con le emozioni e i contrasti.

Caratteristiche che il montaggio del film tende a valorizzare e incrementare con una intensità che “mangia” spazi e tempi narrativi con apprezzabile senso dell’anticipo e della velocità sequenziale, a beneficio di soluzioni mobili e diversificate sulla brevità delle scene e sulla successione degli eventi.

La versione di Barney, romanzo e film. Mordecai Richler non c’entra, però impossibile non pensarci e non avvicinare la Miriam del grande perduto amore di Barney alla Sarah (Doria Tillier) di Victor Adelman (interpretato dallo stesso Bedos, autore anche della sceneggiatura, insieme a Tillier): musa e scrittore di successo divenuti moglie e marito, insieme 45 anni e altrettanti giri, come un vinile, in un rapporto “fatto di umorismo e fantasia”, crisi e lacerazioni. Sono i protagonisti di questo film (in sala dal 15 marzo, durata 120’), opera prima dello stesso Bedos.

“La strategia del caso”: il primo incontro

A raccontare la loro storia ad un giornalista, subito dopo la morte di Victor, è proprio Sarah, in vena di rivelazioni, disincanti e nostalgie: partendo in flashback dal primo incontro nel 1971 (“la strategia del caso”) - lei studentessa ebrea d’origini modeste, lui d’elevata e un po’ altezzosa famiglia cattolicia -  e attraversando quasi mezzo secolo di vita francese, turbolenze, tradimenti  e passioni fiammeggianti divise per capitoli, scandite dai sentimenti e dal tempo che va.

Politica e società francesi sullo sfondo del sentimento

Non tutto fila liscio, naturalmente,  perché quando la fama, le fortune letterarie e la ricchezza prendono il sopravvento sull’originario – sebbene romantico – anonimato, una villa lussuosa e lo smodato espandersi di servitù e cani cambiano la vita della coppia; specie quella di Sarah, diventata tanto algidamente borghese da far insorgere il suo sempre anticonformista compagno e costringerlo ad apostrofarla con un “sei la donna più incredibile del mondo, perché vuoi rassomigliare alla moglie di Giscard?”. Che sarebbe Giscard D’Estaing, una delle molte citazioni seminate nel racconto, pure con immagini, chiamate a dare una cadenza socialpolitica alla vicenda privata accanto a quelle di Chirac, di Mitterrand, della questione algerina e via così.

L’artista e la sua ispiratrice insieme fino alla fine

E lei, benché incinta, per ritrovare la verve perduta si mette a sniffare con la potenza d’un aspirapolvere,  poi riabilitandosi ma annunciando l’inizio di un’altra fase del rapporto fatta di curve e saliscendi, sempre nel segno di un “amore irreversibile” e nei ruoli cristallizzati dell’ispiratrice e dell’artista. Fino all’inderogabile rendez-vous con l’età più tarda e il malinconico appannamento  di lui, perduto nella deriva dell’alzheimer in un epilogo teneramente, romanticamente e pietosamente crudele.

Compagni nella vita e nella creatività cinematografica

Il titolo italiano col suo gioco di parole dedicato all’ambito letterario  fa quasi pensare a una spensierata innocua commediola sentimentale americana; peccato perché l’originale “Mr & Mme Adelman” non suonava così male, potendosi magari declinare in “Victor e Sarah” e comunque trasmettendo meglio le dimensioni lievi d’un bel dramma franco-belga - vestito di una fotografia raffinata e umbratile (di Nicolas Bolduc) - che, pur senza funeree cupezze (e con qualche motivo d’ilarità), di certo commedia non è.

C’è da spendere una parola sui dialoghi cólti ma non verbosi e sul fatto, in un certo senso straordinario, che la sceneggiatura porti il marchio Bedos-Tillier, i quali oltre ad essere gli ottimi protagonisti del film sono compagni nella vita e, come si vede, nella creatività della scrittura. Come se realtà e finzione riuscissero ad esprimersi e a (con)fondersi attraverso l’esperienza cinematografica, riflettendo tra pubblico e privato  una emozionante lunga storia di coppia. Dove, tra l’altro, viene costantemente rilevata la supremazia intellettuale e comportamentale della donna; se si vuole, del soggetto femminile tout-court.

Officine Ubu distribuzione, ufficio stampa Echo Stefania Collalto, Lisa Menga e Giulia Bertoni, ©Les Films Du Kiosque - Photo Christophe Brachet
Il tempo passa sull'amore di Sarah (Doria Tillier) e Victor (Nicolas Bedos). Dopo la crisi si avvicina il tramonto...

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Claudio Trionfera

Giornalista, critico cinematografico, operatore culturale, autore di libri e saggi sul cinema, è stato responsabile di comunicazione per Medusa Film e per la Mostra del cinema di Venezia

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