Uno spumante d’alta quota
Tempo fa ho scritto un post sui viticoltori eroici. Persone che hanno deciso di condividere la vita della vite, scelta degnissima e dura visto che i grappoli non riposano neppure la domenica, ma che al tempo stesso hanno voluto intraprendere …Leggi tutto
Tempo fa ho scritto un post sui viticoltori eroici. Persone che hanno deciso di condividere la vita della vite, scelta degnissima e dura visto che i grappoli non riposano neppure la domenica, ma che al tempo stesso hanno voluto intraprendere questa strada, seguendo percorsi a dir poco accidentati.
Gli esempi si sprecano, dalle pendenze della Valle d’Aosta fino alle calure cui sono sottoposti i vitigni del profondo sud. In Sicilia la viticoltura è eroica e al tempo stesso spontanea. I motivi di questo contrasto vanno ricercati nell’eterno conflitto di cui la Sicilia è simbolo. Tempo siccitoso e terra fertile, sono i binari su cui crescono, con grande facilità, tanto le piante di vite, quanto le speranze e i sogni delle persone.
Alberto e Diego Cusumano, oltre a portare avanti un concetto di viticoltura che fonde l’eleganza con la potenza aromatica della Sicilia, hanno deciso di produrre vino, attingendo per altro da quasi tutte le zone vitivinicole dell’isola, quali Salemi, Pachino, Butera e Piana degli Albanesi. L’ultimo vino dell’azienda che ho assaggiato, mi ha stupito sotto diversi punti di vista. Innanzitutto il nome: 700. Lo so, è un numero, ma 700 si riferisce all’altezza sul livello del mare da cui sono ricavate le uve per produrre questo vino.
Bianco? Rosso? No, il 700 slm è in realtà una bollicina. Il sud non è nuovo a queste operazioni. Progetti che per altro non hanno soltanto valenza commerciale, ma esprimono una precisa volontà di declinare alcune varietà vitivinicole, esprimendole attraverso il metodo classico.
Le uve utilizzate per il 700 slm (Chardonnay e Pinot Nero) provengono da terreni, come detto alti, esposti a nord e quindi più freschi. Il risultato è un metodo classico (per i più a digiuno di terminologia, il vino si ottiene con le stesse metodologie con cui si produce lo Champagne, o il Franciacorta o ancora il Trento Doc) che riposa sui lieviti per due anni.
Un progetto per molti versi riuscito che, come ogni bollicina che si rispetti, avrà il proprio palcoscenico su cui venire stappata. Quale? Cusumano il 6 luglio a Taormina festeggerà i candidati e i vincitori dei Nastri d’Argento 2013, brindando proprio con il suo nuovo metodo classico.
Cusumano 700 slm