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(Ansa)
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Le sacrosante parole di Valditara, il ministro realista

C'è chi sta criticando il titolare dell'istruzione per aver detto che serve un limite alla presenza di stranieri nelle classi. Chi lo accusa di razzismo o altro parli pure con chi in quelle classi a prevalenza estera studia o insegna

«Se si è d'accordo che gli stranieri si assimilino sui valori fondamentali iscritti nella Costituzione ciò avverrà più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani, se studieranno in modo potenziato l'italiano laddove già non lo conoscano bene, se nelle scuole si insegni approfonditamente la storia, la letteratura, l'arte, la musica italiana, se i genitori saranno coinvolti pure loro nell'apprendimento della lingua e della cultura italiana e se non vivranno in comunità separate. È in questa direzione che noi intendiamo muoverci».

Così parlò il ministro dell’Istruzione ed immediata è partita la critica, di ogni tipo anche se «razzista» resta l’espressione più utilizzata diciamo anche perché più pratica, un po’ come il prezzemolo che va dappertutto in cucina. Sono giorni che la questione scuola-stranieri è tornata al centro della cronaca. Merito dell’istituto di Pioltello e della ormai famosa vicenda sul giorno di chiusura per la festa del Ramadan. Decisione che ha fatto discutere con favorevoli e contrari pronti a spiegarvi le loro ragioni (lo abbiamo fatto pure noi). In tutto questo ogni giorno c’era una puntata in più. Di ieri le famose parole di sostegno del Presidente della Repubblica e la notizia, arrivata da Sorellina, della scelta di un preside di chiedere per rispetto verso gli studenti musulmani che stavano rispettando il Ramadan, di mangiare la merenda non in luoghi pubblici ma nelle classi, quasi senza farsi vedere…

La parola equilibrio ormai è un lontano ricordo. È evidente che ci sia in corso una sorta di gara a chi si dimostra più aperturista e più musulmano e non sappiamo dove e come si andrà a finire. Le parole del ministro però sono importanti soprattutto perché tocca quello che è, non dovrebbe essere, ma è, il punto centrale: qual è il livello di una classe che ha il 50% di studenti stranieri? È di livello superiore, uguale o inferiore rispetto a quello di una classe composta solo da italiani?

Nei giorni scorsi abbiamo sentito alcuni genitori della famosa scuola di Pioltello ed un paio di insegnanti che, altrove, vivono realtà simili. La risposta che gli uni e gli altri ci hanno dato alle famose domande sul livello della classe è stata identica: il livello è più basso, le difficoltà maggiori. E non solo a livello di istruzione ma anche di integrazione.

Quel «razzista» del Ministro Valditara sta solo cercando di trovare una soluzione ad un problema reale che non esiste solo nella testa di chi, in quelle classi, non insegna e non ha figli.

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Andrea Soglio