Vasco Rossi: trionfo a Modena Park - Recensione, scaletta e video
Il rocker di Zocca ha regalato ai suoi fan oltre tre ore di grande spettacolo, ripercorrendo 40 anni di carriera attraverso intense ballad e adrenalinici inni rock
“Grazie a tutti, siete fantastici, siete i più belli, siete i più grandi e ce la farete tutti, alla prossima!”.
Con queste parole il komandante-predicatore Vasco Rossi ha salutato i suoi 220.000 fedeli dopo aver officiato per oltre tre ore la grande messa rock denominata Modena Park, un luogo del cuore, più che fisico.
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Non è stato solo un concerto, ma un vero e proprio sacrificio d’amore da parte del popolo del Blasco (c'è chi è rimasto accampato un mese per avere un posto in prima fila), di quelli fatti con il cuore, nonostante la fatica, le lunghe ore di attesa e il caldo, perché ciò che ha ricevuto, nel corso degli anni, è ben più di quello che ha dato.
Vasco, per gli spettatori presenti, è stato una sorta di romanzo di formazione, che ha accompagnato le gioie, i periodi bui, gli amori, le solitudini e gli snodi fondamentali di quella imprevedibile avventura chiamata vita.
Anche ieri sera il rocker di Zocca non si è mai rivolto a una folla anonima e senza volto, ma a ciascuno dei 220.000 presenti come un vecchio amico che ha sempre le parole giuste da dirti, sia che debba consolarti o spronarti.
Nell’era del solipsismo digitale e della paura latente del terrorismo, l’entusiastica adesione degli spettatori al richiamo del Modena Park è un segnale di grande speranza, oltre che l'ennesima conferma del potere taumaturgico della musica.
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Alle ore 21 in punto, quando ancora a Modena non si è fatto buio, le celebri note di Così parlò Zarathustra di Richard Strauss e un sole gigantesco sul maxischermo hanno annunciato l’arrivo di Vasco, con giubbotto giallo e maglia nera, che dà il via alla festa con l’iconica Colpa d’Alfredo, contenente la celebre strofa sul Modena Park, una canzone che, se fosse pubblicata oggi, sarebbe probabilmente stata bandita dalle rigide vestali del politicamente corretto.
“Benvenuti alla festa epocale di Modena Park- saluta il rocker di Zocca- benvenuti al concerto che non ha mai fine, benvenuti nella leggenda, benvenuti al record mondiale!”.
Dopo Alibi e Blasco Rossi, è la volta di Bollicine: “Benvenuti negli anni Ottanta! -dice Vasco- Avete sete?”. La canzone è una gustosa parodia delle pubblicità invasive del decennio dei paninari e degli yuppies, ricca di doppi sensi, in perfetto stile Vasco.
I primi brividi della serata arrivano con la splendida Ogni volta, in cui è difficile non emozionarsi nel verso “Ogni volta che rimango con la testa tra le mani e rimando tutto a domani”, che si chiude con un assolo di Stef Burn alla chitarra ricco di pathos.
La prima sorpresa della serata è la delicata Anima Fragile, dall’album Colpa d’Alfredo del 1980, in cui Vasco è accompagnato da Gaetano Curreri (che tanto ha contributo al suo successo) al pianoforte.
Introdotta da una citazione di Staying alive dei Bee Gees, Una splendida giornata si conferma ancora oggi un grande pezzo pop, con alcune ragazze del pubblico invitate a ballare sul palco con il Kom, che si diverte un sacco e, conseguentemente, fa divertire la sterminata platea del Modena Park.
La scaletta prevede una sapiente alternanza di ballad e inni rock, con la commovente Vivere, accompagnata dai filmati dei fan sul maxischermo, seguita poco dopo dall’inno dionisiaco Rewind, con numerose ragazze tra il pubblico che restano in reggiseno e alcune addirittura in topless.
E' un suggestivo tuffo nel passato il lungo interludio strumentale del virtuoso della sei corde Andrea Braido, che per anni è stata la chitarra solista del Blasco: un musicista che, a giudicare dal calore degli applausi del Modena Park, non è mai stato dimenticato.
Da brividi la doppietta Va bene va bene… e Senza parole, mentre gli adrenalinici brani rock Gli spari sopra, Sballi ravvicinati del terzo tipo e C’è chi dice no fanno ruggire le chitarre infuocate di Stef Burns e di Vince Pastano.
“Facciamo l’amore sopra la paura -incita Vasco- il nemico non è l’odio, ma è la paura. Noi non dobbiamo avere paura, voi non avete avuto paura, non ci chiuderanno in casa con la paura, non cambieremo le nostre abitudini, l’amore è più forte della paura”.
Un mondo migliore chiude il primo set, con una lunga pausa che porta agli attesissimi bis, e che bis: I soliti, Sally, Un senso e Siamo solo noi, in cui il coinvolgimento del pubblico è al massimo.
Dopo la presentazione dei musicisti, è il turno di Vita spericolata, con una piccola modifica nel testo “Ognuno perso dentro il suo Facebook”, il saluto caloroso al compianto Massimo Riva e il gran finale con Albachiara dove Gaetano Curreri torna di nuovo al pianoforte.
I fuochi d’artificio sono il climax di un concerto ricco di emozioni e di ottima musica, che ha fatto segnare un record di spettatori difficile da battere per chiunque.
Al di là dei numeri, ciò che colpisce è il senso di appartenenza e di comunanza che si respira ad ogni show di Vasco.
Quello che fa urlare ai suoi fedeli fan, ad ogni concerto, “siamo solo noi”, mentre “tutto il mondo è fuori”.
La scaletta del concerto del Modena Park del 1 luglio 2017
Intro: Also sprach Zarathustra (Strauss)
Colpa d’Alfredo
Alibi
Blasco Rossi
Bollicine
Ogni volta
Anima fragile con Gaetano Curreri al pianoforte
Jenny
Silvia
La nostra relazione
Splendida giornata
Ieri ho sgozzato mio figlio
Delusa Medley: Delusa, T’immagini, Mi piaci perchè, Gioca con me, Stasera!,
Sono ancora in coma
Rock’n’roll show
Ultimo domicilio conosciuto: guest Maurizio Solieri
Vivere una favola
Non mi va
Cosa vuoi da me
Siamo soli
Come nelle favole
Vivere
Sono innocente
Rewind
Liberi liberi
Interludio 2017 con Andrea Braido
Acustico: Il tempo crea eroi, Una canzone per te, L’una per te, Ridere di te, Va bene va bene così, Senza parole
Stupendo
Gli spari sopra
Sballi ravvicinati del terzo tipo
C’è chi dice no
Un mondo migliore
I soliti
Sally
Un senso
Siamo solo noi
Vita spericolata
Albachiara