Cortina. Oltre le Tofàne, montagne di libri…
Amava ricordare Rolly Marchi, giornalista e scrittore, indimenticabile animatore del bel mondo candidamente innevato -trentino di nascita, milanese di residenza e cortinese di adozione- che “una valle si può anche trovare, ma questa non è solo una valle, è un salotto gigante, con un clima straordinario”. Già, un salotto… La Regina delle Dolomiti, spettacolo della natura di affascinate bellezza, da 15 anni brilla ancor di più grazie ad una delle più importanti rassegne culturali del nostro Paese: una calata di intellettuali che hanno contribuito a rafforzarne la già consolidata immagine turistica, secolare e fiera sotto le Tofàne che sembrano proteggerla dall’alto.
Francesco Chiamulera, impeccabile e dinamico patron di “Una Montagna di Libri” ci racconta come e perché tutti vogliano correre a presentare le proprie pagine all’ombra delle impareggiabili dolomiti cortinesi dove tutto, intanto, è in gran fermento in vista delle Olimpiadi nel 2026, a settant’anni esatti dall’edizione del 1956 che consacrò Cortina a capitale italiana dello sci internazionale. Allora come oggi, tra organizzazione avanguardistica, paesaggi mozzafiato, schiere di personaggi dell’alta società. Ed eventi culturali con montagne di libri, anzi con “Una Montagna di Libri”…
Dottor Chiamulera, innanzitutto ci racconti Cortina…
«Posso raccontare che cos’è Cortina per me. È innanzitutto il luogo dove sono cresciuto, ma anche il luogo dove, crescendo, mi sono abituato a contemplare queste due vite che scorrono una fianco all’altra, così differenti, ma non necessariamente antitetiche o contrapposte: quella della natura che comincia dal giardino di casa e finisce nei boschi aggrappati alla Croda da Lago, al Pomagagnon, e quello delle persone che la frequentano, il sedimentarsi di storie, relazioni, sicuramente anche di mondanità, di borghesia esuberante, ma anche di idee, ambizioni, frustrazioni, desideri. Insomma la vita delle persone e il culto molto italiano della villeggiatura. A fianco a fianco con la vita quotidiana di un piccolo paese di montagna».
Il turismo è nato praticamente alla fine dell’Ottocento e oggi la macchina organizzativa cortinese è rinomata in tutto il mondo.
«E’ stato merito di alcune turiste inglesi illuminate, sicuramente benestanti, ma soprattutto intelligenti, curiose, emancipate. Perché a scoprire Cortina e le Dolomiti furono i turisti di tutto il mondo, ma a raccontarla per prima furono scrittrici di viaggio ironiche e coraggiose come Amelia Edwards ed Elizabeth Tuckett che viaggiavano da sole, negli anni Settanta dell’Ottocento. Il resto, la costruzione del mito, con le sue inevitabili esagerazioni e follie, ha impiegato più di un secolo».
Paesaggi che parlano da soli, organizzazione impeccabile. Sembra che tutto sia perfettamente armonizzato
«Qui l’importante è il verbo “sembrare”. Perché è quello che deve fare l’organizzazione di un festival, cercare di far sì che chi viene ad ascoltare il proprio scrittore preferito possa conciliare al meglio questo con il resto del tempo che dedica, molto giustamente, alla contemplazione della bellezza di queste montagne: evitare scomodità, essere aperti e universali, accessibili. Poi ci piacerebbe portare scrittrici e scrittori sempre tra i prati e tra i boschi, lo facciamo di quando in quando, ma la gran parte degli incontri di “Una Montagna di Libri” si tengono al riparo, nelle belle sale del centro di Cortina».
Un pò di storia. Dal 2009 “Una Montagna di Libri” si è imposta come un centro di gravità di idee, pagine ed emozioni…
«È nata come un esperimento, un tentativo, provato a 23 anni, cioè senza troppo pensiero -come spesso succede a quell’età- a cosa sarebbe successo “dopo”. Insieme ad alcuni amici, cortinesi e non. A distanza di quindici anni, “Una Montagna di Libri” vive e prospera attraverso la passione di tanti. Per questo inverno, da narratori italiani come Paolo Giordano al bravissimo Colm Tóibín, dal filosofo Pascal Bruckner al diario interrotto della ucraina Victoria Amelina, alla riscoperta di classici di Calvino, Guareschi, Capote, portiamo in Ampezzo oltre 25 incontri, fino a marzo».
La manifestazione si articola in due festival annuali, d’estate e d’inverno… Non lasciate mai soli i vostri lettori…
«“Una Montagna di Libri” si tiene in due edizioni annuali: una estiva, da luglio a settembre, e una invernale, da dicembre alla primavera. Concentrandoci soprattutto nei momenti turistici, ma tenendo tantissimi incontri anche nel “fuori stagione”, periodo dell’anno narrato da tanti scrittori del passato, da Giuseppe Berto a Goffredo Parise e Ernest Hemingway. Perché questo festival appartiene alla comunità cortinese e ampezzana, nel senso più largo: tutti sono invitati a farne parte»
Le vostre conversazioni comunicano le idee più recenti nelle arti e nelle scienze, non foss’altro per il numero impressionate di ospiti intervenuti.
«Ci sono amici ricorrenti, come Emmanuel Carrère, Azar Nafisi, Alessandro Piperno, Anne Applebaum, Peter Cameron, Pierluigi Battista, Giovanni Montanaro. E poi tante e tanti che per le più svariate ragioni sono passati di qui solo una volta, ma che aspettiamo ancora, come Katja Petrowskaja, Fernando Aramburu, Cathleen Schine, Amitav Ghosh. E grandi che non ci sono più, come Alberto Arbasino e Raffaele La Capria, venuti a prendere il sole delle Dolomiti o a contemplare con ironia o malinconia lo spettacolo della borghesia vacanziera».
Il pubblico -residenti ed ospiti, è super coinvolto: in diretta e in digitale, in uno scambio dinamico…
«Ventimila presenze in sala in un anno, lo streaming di tantissimi incontri. Alcuni possiamo solo regalarli a chi viene di persona: ad esempio, la lezione di storia del volto che Riccardo Falcinelli terrà il 2 gennaio intorno al suo ultimo “Visus” (Einaudi), libro geniale. Per ovvie questioni di diritti e di immagini. Ma in fondo e per questo, che siamo un festival della letteratura e non un canale televisivo».
Da pochi giorni è iniziata la nuova kermesse invernale: la “Montagna di libri” si è vestita di bianco…
«Dopo l’inaugurazione del 7 dicembre sull’Intelligenza Artificiale, ci prepariamo a una stagione di emozioni e pensiero. Senza dimenticare che manca, a proposito di montagne imbiancate, solo un anno alle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026. E anche in previsione di questo grande evento sportivo, a distanza di settant’anni dalle prime Olimpiadi a Cortina, vogliamo parlare di sport e di storie di atleti, cercando sempre però quello che possa essere davvero interessante per chi viene ad ascoltarci. Nessun panel economico o organizzativo con dodici relatori: solo storie da raccontare».