La grande bellezza dell'ottobrata romana
Luoghi, tavole, alberghi e indirizzi blasonati per trascorrere i giorni più belli nella Capitale.
Sembra sempre che non ci si inventi niente di nuovo, in Italia, quando si guarda verso gli Stati Uniti. Lì il culto di quel ritorno di belle giornate, che si consuma in una manciata di settimane, ha un nome e un cognome e sul calendario è indicato come il momento ideale per godersela. Si chiama Indian Summer, già consacrata da Jim Morrison, e che si identifica in quelle settimane che vanno a ridosso tra la seconda decade di ottobre e la prima di novembre. A volte ce ne dimentichiamo, pensando che il bello finisca con la fine dell'estate, dimenticando quell'estate di San Martino del Carducci (che termina l'11 novembre, giorno in cui si celebra il Santo, ndr), che la celebra sui libri di scuola in salsa 100% made in Italy.
E invece, quando c'è di mezzo l'ottobrata romana, c'è da sempre sempre qualcosa di magico che non ha niente da invidiare a nessun altro luogo al mondo. Non serve volare a New York. Che si tratti di una passeggiata, un tè pomeridiano, un week end in uno degli alberghi più iconici o un pranzo della domenica con le polpette della nonna, l'emozione è garantita.
Tiepida, godereccia, illusoria per le temperature che non lasciano trapelare l'inverno che verrà, quando questa parente discreta dell'estate arriva a Roma, armata di golf leggeri e colori vivaci, è tutta una festa.
La Capitale infatti ne conosce il potere rigenerativo, sa che è l'antipasto di un inverno che regala sempre qualche grado in più rispetto a tante altre città e che, complici interminabili tramonti arancioni e un contenuto afflusso turistico, il mese di ottobre e i primi di novembre sono quelli giusti per approfittare e regalarsi qualche giorno all'insegna di uno charme e di un relax goloso introvabili altrove.
Panorama.it ha stilato un mix&match di ingredienti per vivere al meglio l'ottobrata romana, che si sa, si estende anche a novembre, quindi no panic se al momento della prenotazione la risposta è full booked.
Sogni d'oro e Aperitivo in terrazza all'Hotel de la Ville
Si va per godere di un'atmosfera d'antan sapientemente teletrasportata su un lifestyle contemporaneo che è il timbro di Rocco Forte. Le camere sono spaziose, la vista su Roma, a ridosso della scalinata di Piazza di Spagna, spettacolare, l'accoglienza come quella di una casa romana con molte attenzioni: calore, simpatia, servizio impeccabile e attenzione quasi maniacale ai dettagli, tanto nel design quanto nel rispetto dell'anima originaria di questo albergo storico, che da sempre accoglie celebrities, capi di Stato e aristocrazia internazionale.
La chicca da non perdere, anche per chi non soggiorna nell'hotel, è l'aperitivo sulla terrazza panoramica del sesto e settimo piano con i Dim Sum alla romana, letteralmente ravioli al vapore tipici del Sol Levante, rivisitati dallo chef inserendo nel ripieno dal cacio e pepe, alla carbonara, alla amatriciana. L'abbinamento con i signature cocktail e la brezza di serate ancora godibili all'esterno crea la combinazione perfetta.
Svegliarsi tardi e pranzare al JK Place, scarpetta inclusa
Un gioiello di interior design contemporaneo con il timbro inconfondibile di Michele Bonan e le coccole per il palato di Michele Ferrara, chef che interpreta magistralmente i gusti e i vizi del parterre internazionale che, dallo sbarco nella Capitale, si piazza tra le ampie camere e le suite nel centro storico.
Un palazzo romano rieditato in chiave moderna accoglie spazi generosi tra arte, design e pezzi con una storia nelle aree comuni. La musica in sottofondo sempre azzeccata, la biancheria nelle stanze strepitosa, il colore della luce romana filtrata dalle tende e dalle veneziane che regalano atmosfera alle camere e privacy ai tavoli del ristorante, di un pantone che da Romolo in giù non ha trovato copie altrove.
Una delle chicche stagionali che anticipano i piatti di Michele Ferrara è l'olio extravergine di oliva di fresca spremitura che viene servito per una rapida scarpetta prima di navigare il menu.
Happy Hour a Palazzo Dama
Un po' Miami un po' Roma bene a due passi da piazza del Popolo e affacciato sul Lungotevere, che in ottobre regala un foliage ad alto tasso di instragrammabilità. Si va per chiudersi nelle camere con i soffitti altissimi, le pareti con interessanti collezioni di fotografia e arte contemporanea o per sorseggiare cocktail e godersi la musica a bordo piscina, chiusi tra le mura che lasciano però infiltrarsi sprazzi di cielo romano e architetture di ogni epoca tutte intorno.
Le sale al piano terra ricordano la swinging london ma anche una versione contemporanea e ordinata di un Chelsea Hotel con un twist pulito, uno spirito internazionale, e un senso dell'ospitalità molto italiana: c'è tutto, anche quello che non si vede, basta chiedere. Le risposte sono sempre accompagnate da un sorriso complice. In questo Roma è unica. Non solo ad Ottobre.
Tea Time da Babingtons
Nasce nel 1893 e supera 2 conflitti mondiali servendo té, torte, pasticcini, sandwich al grido di "incredible commestibles". Non sarà il distanziamento sociale imposto dal Covid a fermare quella che a Roma è una vera e propria istituzione. L'atmosfera è squisitamente inglese, dal crick crock del parquet nei saloni, al caminetto che inizia ad accendersi proprio in questi giorni, al menu che offre a tutte le ore del giorno, scones con la marmellata, tea cake e sandwich al cetriolo (ma non solo) con un tale rispetto della tradizione che perfino Sua Maestà la regina Elisabetta si sentirebbe a casa. La novità di quest'anno, (di necessità virtù), sono i tavoli all'esterno, regalo per chi ama sorseggiare uno dei 30 te à la carte, circondati dalla bellezza senza termini di paragone di Piazza di Spagna durante l'ottobrata romana. Con i primi freddi si tornerà all'interno, e sarà goduria comunque, tra l'odore di legna bruciata e il profumo di té e tisane. Parola d'ordine, parlare sottovoce. Per il tempo di un tè, almeno, cerchiamo di essere inglesi.
Shopping per la tavola da Matilde Argiolas
In principio furono i piatti con lo stemma, gettonatissimi dalle nuove generazioni di rampolli dell'aristocrazia capitolina. Poi i fiori, gli ortaggi, le geometrie e i motivi cromatici, che vengono da una ricerca artistica personale protagonista oggi del variopinto laboratorio di questa signora che da Roma è gettonata in tutto il mondo. Gli oggetti per la tavola personalizzati che realizza personalmente nel suo laboratorio, possono essere concordati seguendo i colori della casa, riportare iniziali, frasi e tutto ciò che caratterizza pezzi unici in limoges che poi verranno recapitati a casa al ritorno.
Look Therapy da Michel
Il Sancta Sanctorum della bellezza che nell'ottobrata romana avvia una passerella fatta di volti televisivi, politici, principesse romane, miliardarie arabe e intellettuali di passaggio o habitué. Michel non è solo un hair stylist ma anzitutto un artista. Nel suo studio affacciato su via Sistina si entra in un modo, si esce trasformati, in cerca di qualsiasi superficie riflettente per specchiarsi con il look del momento. Un salotto dove trucco parrucco e styling si accompagnano a shopping da cabinet de curiosité, pellicceria, gioielli e accessori bizzarri. Una terapia per lo spirito e l'autostima. Non a caso lui lo definisce Harem. Tra i bigodini di questo salone sono nate alleanze, governi, artisti della televisione e scoop sensazionali.
Pranzo della domenica, con vista, al De Russie
L'albergo di Piazza del Popolo è da sempre il place to be anche solo per un drink. Centralissimo, trendy, frequentato dalle gente che conta, è stato recentemente rimesso a nuovo sia nel grande salone che accoglie all'ingresso, sia nelle stanze. Dall'ultimo restyling che vede il ritorno allo stato originario del suggestivo giardino del Valadier, è tutta una gara per accaparrarsi un tavolo dove ammirarlo da vicino in modo particolare per il pranzo della domenica, dove le specialità romane si sono riprese il posto a pieno titolo rispetto al brunch che già aveva conquistato il suo posto nelle agende domenicali della città e dei viaggiatori. Le polpette al sugo della nonna, con il puré, toccano dritte il cuore; l'aria romana, il verde tutto intorno, l'anima. Per chi può, ed è in tempo, le grandi suite meritano un week end dedicato all'arte del dolce far niente: alcune affacciano proprio sul giardino iconico, che in autunno è la cartolina più bella da postare, oppure sui tetti romani, come quella preferita da Chiara Ferragni, con i grandi balconi dai quali si gode una delle viste più incredibili sulla città eterna. Una curiosità: nelle suite asciugamani e lenzuola hanno le iniziali degli ospiti.
Eleganza e High tech con SPA a Palazzo Montemartini
A due passi dalle terme di Dioclezioano e dalla Basilica di Santa Maria degli Angeli, un indirizzo perfetto specie per chi vuole raggiungere a piedi la stazione Termini o, in due passi, trovarsi tra gli scenari della Dolce Vita a Via Veneto. La struttura del palazzo è di fine ottocento, gli arredi di design di ultimo grido, il touch finale perfetto, tra marmi, stucchi, acciaio e materiali di nuova generazione.
L'infinity room è la stanza dove si concentrano i tag degli ospiti più social, il ristorante Senses mescola sapientemente tradizione e innovazione, nel cibo come nei drink e lo champagne corner, va da sé accoglie i più viziosi certi di trovare risposte alla propria ricerca tra le bollicine.
Per quelli che amano chiudersi dentro l'hotel e uscirne solo il giorno del check out, il programma della spa di 600 metri quadri offre percorsi sensoriali, bagni di vapore, e trattamenti in grado di impegnare anche tutto il giorno, godendo della luce naturale che entra generosamente negli ambienti.