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Italia

Cucine gourmet con vista da sogno sulla culla del Rinascimento

Luoghi intrisi di storia e di storie dove ogni profumo e ogni scorcio diventa una cartolina da portare per sempre nel cuore

Ci sono luoghi magici dove, oltre a degustare delle ottime opere d’arte che stimolano tutti i sensi, si può godere di tramonti fantastici su Firenze e vivere lo spettacolo unico del sole che tramonta sull’Arno e colora di rosso Ponte Vecchio e il Cupolone del Brunelleschi.

Quando si stimolano tutti i sensi olfatto, gusto, tatto, udito e vista allora alimentarsi non solo ci regala benessere ma diventa un’esperienza indimenticabile.

Luoghi intrisi di storia e di storie dove ogni profumo e ogni scorcio diventa una cartolina da portare per sempre nel cuore.

Uno di questi è La Loggia di Villa San Michele dentro allo splendido hotel del gruppo Belmond a Fiesole. Solo otto tavoli, posizionati sotto le volte a crociera del loggiato di un ex monastero del XVI secolo dove ha vissuto, tra gli altri personaggi celebri, Napoleone Bonaparte. Qui sembra di sognare ad occhi aperti, atmosfere fiabesche e panorami infiniti riempiono l’anima di bello. A completare l’opera le ottime creazioni del giovane chef Alessandro Cozzolino, nato a Caserta nel 1989 e allievo di Gaetano Trovato e Norbert Niederkofler due veri e propri Maestri della cucina italiana.

La carta propone tre menù degustazione, ispirati rispettivamente a memorie personali, all’arte e la cultura di Firenze, e alla rigogliosa natura della regione.

Ogni menù degustazione de La Loggia è nel suo complesso composto rispettando anche un corretto equilibrio di ingredienti e nutrienti, frutto di un continuo aggiornamento che lo chef porta avanti a livello personale su tematiche di biologia nutrizionale.

Imperdibile Ricciola panzanella, basilico, elisir di pomodoro Canestrino tra gli antipasti, Bischeri cacciucco, seppioline del grossetano, gamberi rosa, limone verde tra i primi, Pescato selvaggio carota, galanga, salsa mimosa tra i secondi e per finire Bisous cioccolato 74%, caramello, nocciole del Casentino, orzo.

Per brindare con un calice speciale c’è una fornitissima cantina gestita dal maître sommelier Simona di Goro o lo scenografico cocktail bar con una nuova selezione di drink ispirati ai fiori e alle botaniche dei giardini della Villa e del bosco circostante.

Altro luogo incantato è La Leggenda dei Frati a Villa Bardini, un’antica dimora abitata nel secolo scorso dal collezionista Stefano Bardini, luogo che custodisce magia d’arte e di natura ed ospita nelle sue scuderie il ristorante. Qui gli ospiti possono cenare ammirando da vicino lo spettacolo di Firenze che sembra fare capolino e godere delle opere di arte contemporanea scelte dalla collezione della Galleria Continua di San Gimignano, una delle realtà di arte contemporanea più famose al mondo.

Lo chef Filippo Saporito e la moglie Ombretta Giovannini sono allievi del celebre maestro Gaetano Trovato e per anni sono stati insigniti dalla stella Michelin che meritano e tornerà molto presto.

È dall’infanzia che Filippo e Ombretta sono attratti dalla trasformazione della materia prima che diventa racconto di gusto nel piatto. Nei piatti si ritrovano le radici della meravigliosa terra in cui sono cresciuti, continua fonte di ispirazione e stimolo creativo.

La cucina della Leggenda dei Frati è pensata per trasmettere emozioni, ricordi e cultura dei luoghi e grazie all’incontro con una solida rete di artigiani e produttori d’eccellenza, viene coltivato l’amore per la materia prima e la sua lavorazione.

Imperdibile tra gli antipasti La Terrina di fegatini, lardo di colonnata, fichi secchi, crème caramel, tra i primi Cappelletti di Caprimo, pomodori in varie consistenze e basilico tra i primi, Manzo, melanzane, sesamo e paprika tra i secondi, i formaggi di Paolo Piacenti celebre affinatore di Certaldo prima di concludere con la scenografica Cupola “del Brunelleschi” ricotta, amarene, cioccolato.

Altra location magnifica nel centro storico di Firenze è il Golden View situato «…in sul passo d’Arno», come scriveva Dante Alighieri.

Dal Golden View, le cui finestre si affacciano sul fiume Arno, si tocca Ponte Vecchio con un dito e lo sguardo è catturato dal Corridoio Vasariano per poi scorrere sulle vetrate degli Uffizi illuminate dalla luce del sole che si riflette sul fiume e che qui regala una particolare luce dorata.

Entrando dalla porta principale, il lungo bancone in legno d’ulivo e marmo di Carrara porta subito alla zona gastronomia con una vetrina con migliori formaggi italiani e internazionali e prosciutti tagliati a mano. Proseguendo si arriva al banco di lavoro della pastry chef Caterina Saraò dove preparano deliziosi dolci, che accompagnato la ricca e gustosa proposta del giovane chef Andrea Candito, un talento già molto apprezzato in Toscana, dove ha potuto lavorare per realtà stellate come l’hotel Il Pellicano a Porto Ercole e da Arnolfo a Colle Val d’Elsa. Fin dall’ingresso, potendo godere della vista delle ricercatissime eccellenze che arrivano da tutto il mondo si capisce che lo chef Andrea Candito lavora le materie prime freschissime quel tanto che basta per esaltarne sapori, aromi e consistenze. Non esistono tecnicismi fini a sé stessi o presentazioni strabilianti prive di gusto. Tutto è incentrato sulla soddisfazione di tutti i sensi del cliente.

Il ,enù nasce dall’esperienza, dall’amore per il buon cibo e dall’immaginazione dello Chef di origini campane, che nei suoi piatti si fa guidare, per scelta di ingredienti e tecniche di preparazioni, dalla sua terra di provenienza e da quella di residenza.

Imperdibile il Grand Plateau di crudo, Tagliolino, caviale Siberiano Calvisius, burro acido, timo limone e finger lime tra i primi, Astice, zucchina fiorentina, tartufo nero e dragoncello tra i secondi, Bavarese alle pesche, mandorla e spuma alla lavanda tra i dolci.

Per accompagnare le ottime creazioni 8.000 bottiglie di pregio, che riposano nella spettacolare cantina del Quattrocento dalla quale può attingere il sommelier Paolo Miano, la seconda cantina per importanza e grandezza a Firenze dopo l’Enoteca Pinchiorri.

Se è vero come affermava Apicio, gastronomo e gourmand romano del I secolo che «mangiamo prima con i nostri occhi», allora queste sono splendide location che nutrono l’anima e il corpo e regalano emozioni indimenticabili.

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Federico Minghi