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Italia

Vacanza in Puglia, alla scoperta della Valle d'Itria

Ancora poco conosciuta ma tutta da scoprire. Ecco la guida per conoscere al meglio Monopoli, Ostuni, Cisternino

La Puglia sembra essere la destinazione italiana per l’estate 2024. Per tanti motivi. Non perché è stata scelta per ospitare il G7, evento mondiale che ha dato una visibilità ulteriore ad una terra già molto amata, ma per le sue bellezze naturali, culturali, enogastronomiche.

Dici Puglia ed immediatamente ti viene in mente il Salento; dici Puglia e pensi a Bari, Lecce, il Gargano. Ma c’è una zona ancora poco conosciuta, teatro proprio dell’incontro tra i grandi della terra, la Valle d’Itria che non ha nulla da invidiare al resto della regione, e non solo.

LA VALLE D’ITRIA

La Valle d’Itria sta vivendo indubbiamente il suo momento d’oro perché ha puntato sull’idea di vacanza a contatto con la natura, negli agriturismi, nelle meravigliose masserie (lo sapete che la prima a diventare albergo è stata ideata proprio qui?), nelle residenze che offrono la possibilità di prendere parte a laboratori, escursioni, itinerari di oleoturismo ed enoturismo.

monopoliMonopoli(iStock)

Siamo nella Puglia centrale a cavallo tra Bari e le province di Brindisi e di Taranto, nella parte meridionale dell'altopiano delle Murge. Vince la bellezza dei borghi, di Locorotondo, Martina Franca, di Cisternino, inserito tra i 100 borghi più belli d'Italia. Vince l’esclusività dei trulli di Alberobello (inserito dall’Unesco nella World Heritage List nel 1996), li ricorderete anche solo dai libri di scuola, sono quelle abitazioni a forma di cono, in pietra locale, quasi sempre circondati da muri a secco e da quel caratteristico colore rosso acceso della terra, che tanto identifica la Puglia. Vincono i vicoli e le stradine quasi ingarbugliate e pavimentate con le tipiche chianche di Ceglie Messapica. Vincono le case imbiancate a calce, il Barocco dei centri storici, le Grotte di Castellana in cui sembra di intraprendere un vero e proprio viaggio al centro della terra. Vince il bosco delle Pianelle, una riserva naturale protetta di più di 1000 ettari a Martina Franca, dove, per tornare alla voglia di natura che dilaga, è possibile effettuare escursioni, ciclotrekking, birdwatching. Vince la Città Bianca per eccellenza, l'unica della valle con sbocco sul mare: Ostuni. Bianca perché interamente costruita con mattoni ricoperti di calce, appunto bianca, ai tempi della peste ritenuta anti-micotico perfetto.

IL MARE DELLA VALLE D’ITRIA

Nonostante però sia tanto conosciuta per l’altopiano delle Murge, la Valle d’Itria, che in molti hanno ribattezzato la Valle dei Trulli ha anche delle spiagge meravigliose. A partire da Torre Canne, siamo nei pressi di Fasano, con la sua antica torre di guardia (risalente all’epoca dei Saraceni) e una finissima sabbia bianca.

Ma c’è anche Cala San Giovanni, una delle cale con il mare più cristallino dell’intera area costiera, vicina sia a Polignano che a Monopoli, che da diversi anni è esplosa grazie ad investimenti capaci di renderla più attrattiva e vivibile di quanto fosse stata in passato.


PolignanoPolignano a Mare(iStock)

Gli animi più wild si dirigeranno sicuramente dalle parti di Carovigno, a Torre Guaceto, riserva naturale protetta dal WWF, con le sue acque cristalline e 1200 ettari di macchia mediterranea.

Per chi risiede a Ostuni la scelta non potrà che ricadere su Torre Pozzelle, con le sue cinque piccole cale sabbiose e a tratti rocciose, la torre aragonese costruita nel 1500 e una vasta distesa di Ginepri secolari.

Un mare aperto a tutti, anche alle famiglie con bambini e proprio per loro sembra essere stata pensata Costa Merlata, conosciuta anche come la Spiaggia della Darsena. Un fondale basso agevole ai bambini di ogni età e ai disabili, una costa sabbiosa e un paesaggio che sarà difficile dimenticare.

BERE E MANGIARE IN VALLE D’ITRIA

Dicevamo che sono territori votati all’enogastronomia, quella più vera, legata alla terra, alle tradizioni secolari che si tramandano da generazioni con i suoi taralli, le friselle, le pittule (impasto fritto di farina, acqua e lievito) e i panzerotti, gli Gnummareddi (frattaglie di agnello o capretto cotte all'interno del loro stesso budello), il Capocollo di Martina Franca che è anche Presidio Slow Food con quella leggera affumicatura, la lunga marinatura in salamoia e la concia con vino cotto. Le Bombette di carne che esplodono in bocca, impanate e avvolte nella pancetta. La ricotta forte, la treccia e la mozzarella di Gioia del Colle. La bruschetta con pomodoro Fiaschetto, anche lui presidio Slow Food, tipico della zona di Torre Guaceto. Il Pallone di Gravina, un formaggio semiduro a pasta cruda filata, anch’esso presidio Slow Food.

E poi, e poi il pane… a patto che sia quello di Altamura DOP, ottenuto da un impasto di semola rimacinata di grano duro, lievito madre, sale marino e acqua.

Luoghi della contaminazione, bagnati dal mar Adriatico e dallo Ionio, dove le influenze normanne e bizantine si fanno ben visibili oltre che nei paesaggi anche nei dolci, rigogliosi di mandorle, miele e cannella.

IL FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA

È un anno speciale il 2024 per questo pezzo d’Italia, anche perché il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, in programma dal 17 luglio al 6 agosto, compie 50 anni, parliamo di una delle più antiche manifestazioni estive dedicate all’opera e alla musica vocale. È firmato dal direttore artistico Sebastian F. Schwarz, organizzato dalla Fondazione Paolo Grassi ed ha come cornice luoghi simbolo di Martina Franca: il Palazzo Ducale, il Teatro Verdi, i chiostri di San Domenico e del Carmine, la Basilica barocca di San Martino, le piazze e le contrade, le masserie e gli uliveti secolari. In programma anche i concerti del Canto degli ulivi che prendono vita in alcune fra le più belle masserie del territorio, esempi unici di architettura barocca.

Non fatichiamo a comprendere come queste zone siano diventate la meta dei turisti di tutto il mondo.

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Nadia Afragola