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Tendenze di viaggio: cacciatori di stelle

Si chiama «Astroturismo» ed è la passione che muove chi cerca l’ebbrezza di guardare il cielo dove è più poetico e, soprattutto, libero da inquinamento luminoso. Viaggio tra le migliori zone di osservazione.

In un periodo di sovraffollamento delle destinazioni turistiche più richieste e di selfie selvaggi davanti ai monumenti-simbolo, cresce la voglia di solitudine, di raccoglimento. E cosa c’è di meglio che sdraiarsi su una spiaggia o sul prato di una collina per guardare il cielo di notte? Il «baratro di stelle» che già celebrava Giovanni Pascoli è sempre più di moda, nelle poesie come nel turismo.

Ammirare la volta celeste è un’emozione impagabile, soprattutto oggi, e allora si ingrossano le schiere degli «astroturisti», che in ogni stagione si mettono alla ricerca di «cieli bui», ovvero liberi da inquinamento luminoso. L’astroturismo consiste nel provare l’ebbrezza di guardare le stelle dove il firmamento è poetico come quello di un presepe: li chiamano «dark sky tours» e hanno una loro classifica di destinazioni top, dal parco nazionale del Teide a Tenerife a Wadi Rum, nel deserto della Giordania. Tantoché la Lonely Planet ha dedicato una guida pratica anche a queste destinazioni, e il titolo è eloquente: Cieli stellati. Da un anno all’altro cambiano le preferenze degli appassionati. Sulla rivista francese Ciel & Espace è stata pubblicata la Carta del cielo notturno 2024, elaborata da DarkSkyLab, con i migliori luoghi per ammirare la volta celeste. Ci sono «villaggi a 5 stelle» dove le luci artificiali sono molto contenute, osservatori protetti attorno ai quali per un raggio di 10 chilometri bisogna rispettare regole molto severe, e riserve del cielo stellato. Sulla carta sono segnalati anche i punti in cui la visibilità della Via Lattea è spettacolare. Ma dove occorre arrivare per cieli «manti» notturni memorabili?

«In Italia, nonostante la presenza di “cieli bu” nelle Alpi, negli Appennini e nelle isole maggiori, non abbiamo più a disposizione un cielo stellato incontaminato» commenta Daniele Gasparri, astrofisico presso l’Università di Atacama, in Cile. «I migliori in Italia sono circa due volte più brillanti di come dovrebbero essere, perché l’inquinamento luminoso si propaga per centinaia di chilometri dalle grandi città». È più ottimista Mario Di Sora, direttore dell’Osservatorio astronomico di Campo Catino (FR) e presidente dell’International Dark Sky Association - Sezione italiana. «Benché faccia parte degli Stati occidentali più inquinati - mi riferisco ai grandi comprensori urbani -, siamo il Paese che ha più leggi approvate a livello regionale: diciotto regioni su 20 hanno una legislazione sull’inquinamento luminoso. Per osservare le stelle, anche da soli, sono indicate le zone alpine e prealpine o i laghi da 800 metri di altezza in su, ma anche luoghi come la Sila, nell’Appennino calabro. Chi sceglie l’opzione dell’osservatorio astronomico, ha varie possibilità. Qualche esempio? Quelli di Saint-Barthélemy in Valle d’Aosta, di Campo Catino nel Lazio, di Isnello in Sicilia».

Chi vuole affrontare un lungo viaggio, ha l’imbarazzo della scelta. «Ci sono cieli stellati straordinari nei grandi parchi degli Stati Uniti, tutelati da norme anti inquinamento luminoso piuttosto severe», nota Gasparri. «Per fare un’esperienza senza compromessi, invece, dobbiamo spostarci nell’emisfero sud del pianeta che ci offre la visione di una parte di cielo inaccessibile dall’emisfero nord e ben più ricca di stelle. L’entroterra australiano e il deserto nel Namib, in Namibia, offrono cieli cristallini ma, secondo il mio parere, il deserto di Atacama è la destinazione migliore perché coniuga un’eccezionale trasparenza dell’aria alla sicurezza e alle buone infrastrutture che offre il Cile. In effetti, il deserto di Atacama si può esplorare senza problemi anche da soli, nonostante sia tra i luoghi più aridi ed estremi del mondo».

Come spiega Fabrizio Marra, fondatore di Astronomitaly, che propone varie esperienze di viaggio a tema astroturistico, dalle dichiarazioni d’amore sotto la volta celeste ai weekend con degustazioni, «i classici per vedere i cieli stellati più belli del mondo, oltre all’Atacama, sono la Namibia, Papua Nuova Guinea. Tutti questi posti sono strepitosi. Poi ci sono Giordania, Sudafrica, e ovviamente il Circolo polare artico, che però richiede un viaggio assai costoso». Ma non è detto che si voglia pianificare un itinerario a lungo raggio. «Se si vuole praticare questo tipo di turismo non bisogna considerare destinazioni molto remote, ma anche mete adeguate per osservare le stelle adatte a un pubblico non esperto e, soprattutto, dove si possano fare esperienze» precisa Marra. «Per chi non voglia allontanarsi troppo dall’Italia, ci sono la Spagna, che è una destinazione di rilievo per l’astroturismo, e la Corsica, dove la visibilità del cielo è favolosa. E poi Creta, dove si possono attraversare le gole di Samaria, che portano dalla montagna fino al mare: anche lì la qualità della volta celese è fantastica. Rimane un dubbio. È meglio vedere le stelle con un telescopio o a occhio nudo? «È affascinante anche vederle a occhio nudo, magari in destinazioni lontane dove non si può portare il telescopio» commenta Marra. «Però il telescopio è sempre un’ottima opzione».

Secondo Di Sora, «è consigliabile rivolgersi a un osservatorio astronomico: mediamente ogni regione ne conta dai tre ai dieci non professionali, che sono i più disponibili per le attività turistiche. In alternativa, si scelgano luoghi isolati, senza comprensori abitati attorno, e a una certa altitudine, perché da 7-800 metri in poi il cielo è più scuro poiché c’è meno atmosfera. Si può anche scegliere il mare, purché si tratti di località libere da fonti di illuminazione, dove sulle spiagge non ci siano fari puntati sul mare: il cielo buio resta l’elemento decisivo». Qual è l’esperienza da non perdere assolutamente? Ammirare l’aurora boreale o un’eclissi? «Sono due fenomeni straordinari ma, secondo il mio punto di vista, l’eclissi totale di sole resta insuperabile» spiega Gasparri. «Quando ci si trova nel luogo giusto, lì dove la luna copre completamente il disco solare, in pochi minuti tutto il mondo intorno a noi viene sconvolto. Si può osservare l’ombra imponente del nostro satellite che avanza verso di noi e all’improvviso fa calare una strana notte nel mezzo del giorno. Si possono ammirare le stelle brillanti, i pianeti e l’incredibile forma della corona solare - l’atmosfera della nostra stella - stagliarsi nel cielo scuro. Sono pochi minuti in cui si può provare la forma, al tempo stesso più sublime e straniante, di meraviglia. Le eclissi totali di sole sono rare e si concentrano solo in limitati aree del pianeta, ma sono senza dubbio l’evento astronomico a cui assistere almeno una volta nella vita».

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Mario Gerosa