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Anura rivoluziona la guerra dei droni – video

Parlare ai velivoli senza pilota come fossero soldati volanti, restando lontano e al riparo dalle difese nemiche. Questa la nuova funzione sviluppata da Primordial Labs, che darà alle forze Usa oltre 8.000 licenze

Fino a ieri se c’era in volo un piccolo drone, da qualche parte, ben nascosto nelle vicinanze, c’era giocoforza anche un operatore dotato di comando a distanza. Per neutralizzare il pericolo, oltre ad abbattere il drone, era quindi necessario scovare l’umano che vi stava dietro. Oppure il drone era del tipo ad ala fissa ed era stato lanciato da grande distanza, ma proprio per questo risultava spesso più vulnerabile dalla difesa aerea.

Ebbene: da oggi un soldato dice a drone, magari anche armato di esplosivo, dove andare, in quale direzione, distanza e quota, se colpire oppure rientrare. L’uomo non deve più rimanere costantemente a contatto visivo con l’oggetto volante, limitandosi a quello video inviato dalla telecamera del drone. In termini operativi significa una enorme riduzione di rischio per il soldato pilota, così come la mancanza di un segnale radio costante tra oggetto volante e telecomando, esso stesso una traccia captabile e localizzabile, rende meno vulnerabile l’intero sistema di vigilanza o attacco. “Fare manovre anche semplici usando ciò i joystick significa compiere molto lavoro”, ha detto Lee Ritholtz, Ceo e co-fondatore di Primordial Labs, durante una recente dimostrazione della capacità in un parco locale a Leesburg, in Virginia. Il pilotaggio ora si può fare con un canale radio molto stretto, criptato, a frequenza variabile e soprattutto usato in modo discontinuo e imprevedibile, dunque non facile da intercettare.

L’azienda Primordial Labs è stata creata nel 2021 da Ritholtz insieme con Adrian Pope, entrambi ex specialisti formati presso la Lockheed Martin e in particolare nella celebre divisione chiamata “Skunk Works”, quella dei progetti sperimentali, dove si sono concentrati su programmi di sviluppo avanzati, e quindi in Sikorsky. Da sempre l’intento di Primordial Labs è sviluppare tecnologie che aiuti ad affrontare grandi problemi diffusi nelle interazioni tra uomo e macchina sul campo di battaglia. E nel caso dei droni la tecnologia di difesa spesso ricrea semplicemente i problemi che intende risolvere, come il sovraccarico cognitivo, i requisiti di manualità, il carico di lavoro fisico e gli oneri di formazione. Ritholtz aveva peraltro lavorato ampiamente sul programma del drone autonomo “Stalker Xe” e sapeva che c’era molto da risolvere quando si trattava di migliorare il controllo dei droni da terra. “Gli operatori apprezzavano il mezzo volante in sé, ma hanno sempre criticato il software della stazione di controllo a terra. Ma e all’epoca non avevamo un modo migliore per farlo”, ha spiegato il manager, “ed è qui che entra in gioco questo sistema vocale, che abbiamo chiamato Anura e che consente a un controllore umano di parlare semplicemente al drone per fargli fare ciò che vuole”.

Un evento dimostrativo e aperto alla Stampa, organizzato presso il Dipartimento della Difesa Usa a Washington ha permesso a militari e tecnici di valutare questo progresso, ed è emerso che la caratteristica principale di Anura è l’uso del linguaggio naturale e non di poche e determinate parole chiave o frasi standard, come era avvenuto in passato, caratteristiche che non aveva funzionato.

Il pilota parla al drone come parlasse a un commilitone, può dirgli le cose in molti modi differenti per esprimere anche un medesimo intento, mantenendo grande consapevolezza della situazione sul campo e proteggendosi al massimo dalle contromisure nemiche. Quando un operatore parla a un robot, Anura capisce l’intento, lo scompone in una sequenza di istruzioni che alimentano le azioni, misura lo stato di quelle istruzioni e può apportare modifiche al volo. Il software è progettato per essere in grado di funzionare su qualsiasi piattaforma o sistema. Alla dimostrazione, Anura è stato integrato a bordo sia di un piccolo quadrirotore Skydio, sia di uno di un Teal Drones, entrambi concorrenti del programma Ricognizione a corto raggio dell’esercito americano. Secondo Ritholtz, la sua Primordial Labs ha anche collaborato con l’ufficio esecutivo del programma dell’esercito per i sistemi di combattimento a terra per sperimentare su diverse piattaforme; l’azienda continua a trovare modi per lavorare sia con i clienti governativi che con i produttori di apparecchiature originali per incorporare la capacità. Primordial Labs ha attualmente contratti con quattro uffici esecutivi di programma e cinque produttori di piattaforme aeree e terrestri. Oltre a lavorare con potenziali candidati per il programma di ricognizione a corto raggio, Anura è stata anche integrata per le dimostrazioni sul micro-drone Black Hornet, che è il sistema “Soldier Borne Sensor” ovvero il sensore personale del soldato, destinato all’esercito. Nel 2025 Primordial Labs fornirà alle brigate e alle divisioni dell’esercito un minimo di 8.000 licenze Anura per supportare la sperimentazione di formazioni integrate uomo-macchina.

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