Il Solstizio d'estate tra i megaliti di Stonehenge
Uno spettacolo unico al mondo tra mito e natura che ogni anno richiama migliaia di persone. Quest'anno una diretta streaming permetterà a tutti di partecipare da casa all'alba tra le pietre di mago Merlino
L'astrologia racconta che all'alba del 21 di giugno, il Sole nel suo massimo splendore incontra la luna e, dalle loro nozze tra fuoco e acqua, tutto l'universo riceve benefici. Quella notte, che culmina nella festa di San Giovanni Battista, è celebrata in tutta Europa con riti di fertilità in cui si mescolano e sovrappongono antiche tradizioni pagane e cristiane. È la notte in cui le streghe volano nel cielo notturno verso il noce di Benevento. È la notte in cui - si sussurra - l'acqua e le piante acquistano poteri particolari da usare per intrugli e pozioni. Più prosaicamente è il solstizio d'estate, il giorno più lungo dell'anno quando il sole si fissa nel cielo per iniziare la sua apparente discesa sulla linea dell'orizzonte. È un fenomeno astronomico facile da osservare che scandisce la vita umana da tempi immemorabili da quando le civiltà allineano i segni del loro territorio (massi, solchi, costruzioni, tombe) alle posizioni del sole (o della luna) per sottolineare - a scopi magici, rituali o pratici - l'eterno ripetersi della natura e dei suoi cicli.
Il più celebre e affascinante monumento megalitico è senza dubbio Stonehenge, sito preistorico nel Wiltshire inglese, meta privilegiata di turisti e dei seguaci moderni delle religioni celtiche e della Wicca. Un luogo ritenuto magico soprattutto nel solstizio quando il sole attraversa Heel Stone (un trilite a porta costituito da due monoliti verticali sormontati da uno in orizzontale) e cade sull'altare centrale offrendo il 'segno celeste' del passaggio stagionale. Ogni anno, in quella notte, 10 mila persone si riuniscono a Stonehenge per vedere il sole dell'alba che, toccando la pietra, offre la sua annuale conferma del rapporto simbiotico tra uomo e natura. È un momento magico tanto che, secondo la saga di re Artù narrata nel XII secolo da Goffredo di Monmouth, fu Merlino a erigere i megaliti trasportandoli con un sortilegio nella piana di Salisbury. Effettivamente l'impressione magica del monumento è quasi tattile in quei 30 (ne sono rimasti 23) giganti di arenaria blu da 30 tonnellate l'uno, eretti forse ad indicare i giorni di un mese in questo enorme calendario cosmico. Invece, a innalzare i cerchi di pietra tra il 3000 e il 2500 a.C. furono gli uomini preistorici che ripopolarono l'isola dopo l'ultima glaciazione per realizzare un luogo sacro dedicato all'osservazione e al culto del sole, svolgere cerimonie collettive e seppellire i personaggi della propria élite di potere. Le origini e il ruolo del sito restano, tuttora, argomenti dibattuti tra studiosi, ma la sua attribuzione astronomica è plausibilmente collegata ad altri ritrovamenti analoghi a Goseck in Germania (il più antico osservatorio astronomico del 4900 a.C.), nelle Orcadi (il Cerchio di Brogar), in Sardegna (Li Muri ad Arzachena e Pranu Muttedu a Goni). In ogni caso, anche a prima vista la forza di quei megaliti innalzati sulla verde pianura suggerisce la stessa potenza dei fenomeni naturali e, come afferma l'archeologo Mike Pitts, "furono le pietre che resero Stonhenge il centro del mondo preistorico non il contrario".
Quest'anno le misure restrittive per coronavirus hanno obbligato alla chiusura di Stonehenge fino al 4 luglio, escludendo la possibilità di vedere il passaggio del sole solstiziale. Così l'English Heritage ha deciso di offrire a tutti un livestream del solstizio di Stonehenge nella sera di sabato 20 giugno e all'alba di domenica 21 giugno. Un'opportunità da non perdere. Un evento unico da un punto di vista privilegiato e senza dover sgomitare tra migliaia di persone. L'appuntamento è per le ore 09:26 PM del 20 giugno e le ore 04:52 AM del 21 giugno (ora di Greenwich) alla pagina Facebook di Stonehenge.
In quel giorno, anche altri calendari di pietra si attivano con il sole solstiziale. In Italia sono di dimensioni più contenute ma restano la traccia tangibile di quella giornata mistica nel segno del trionfo del sole e della stagione del raccolto. Il sole solstiziale attraversa i fori creati in antichi calendari stagionali megalitici in varie parti della Sicilia: come a Gela, nella Pietra calendario di Cozzo Olivo del III millennio a.C. o sul monte Arcivocalotto nella Valle del Belice dove U Campanaru (Il Campanile) dal 1700 a.C. indica l'alba del sole solstiziale. In Lombardia, nel sito neolitico di incisioni rupestri della Valcamonica in provincia di Brescia, sulla Roccia del Sole di Paspardo, l'ombra di un bastone posizionato al centro dei cerchi incisi segna esattamente la scansione di solstizi ed equinozi e nei petroglifi del sito eletto a Patrimonio dell'Unesco si possono vedere ben 22 rappresentazioni diverse del sole incise dagli antichi camuni che abitavano la valle. Nel Lazio, l'Acropoli di Alatri riproduce con perfezione la costellazione dei Gemelli al momento del solstizio d'estate. In Basilicata, non lontano dalla cima del Monte Croccia (comune di Oliveto Lucano nel Parco di Gallipoli Cognato-Piccole Dolomiti Lucane), il complesso di Petre de la Mola indica la posizione solstiziale invernale attraverso diversi punti di osservazione contrassegnati da graffiti mentre l'insediamento fortificato traguarda il sole che sorge negli equinozi. In Campania, sul monte Stella nel Cilento, la Preta ru Mulacchio (Pietra del figlio illegittimo), attraversata dal sole nel solstizio invernale, è associata a riti di fertilità da tempi immemori (nel II millennio) e fino agli anni Cinquanta le donne continuavano ad attraversare il suo canale per favorire la fertilità.