"Wonder - White Bird", la gentilezza secondo Marc Forster. Intervista al regista
Sequel e spin off di Wonder, è un nuovo invito all'empatia. Con Gillian Anderson ed Helen Mirren. «L'umanità mi sembra al limite, sempre più aggressiva: per questo c'è bisogno di storie che parlino soprattutto ai giovani di gentilezza e accettazione degli altri»
Nel 2017 Wonder aveva scaldato i cuori con la sua storia edificante e il prezioso invito alla gentilezza. Ora torna quell’accorato messaggio di nobiltà d’animo, che nella diversità e nella deformità trova un valore aggiunto anziché una mancanza, nel film Wonder: White Bird, dal 4 gennaio 2024 nelle sale italiane distribuito da Notorious Pictures, in collaborazione con Medusa Film.
Diretto da Marc Forster, il regista tedesco che è di casa a Hollywood, tra nomination agli Oscar, Wonder: White Bird è tratto dall’omonima graphic novel di R. J. Palacio, l’autrice del romanzo per ragazzi che ha ispirato Wonder.
Il nuovo film è allo stesso tempo un sequel e uno spin off: cronologicamente si pone dopo Wonder, con la molla narrativa innescata da Julian Albans (interpretato da Bryce Gheisar), il bullo di Wonder che aveva preso di mira il ragazzino protagonista dalla grave malformazione cranio-facciale, ma esiste anche come capitolo a sé stante, senza la necessità di aver visto il precedente lungometraggio per la comprensione.
Non c’è più Julia Roberts ma ci sono altre due grandi lady dello schermo, Gillian Anderson e la divina Helen Mirren. È proprio lei, nei panni della nonna di Julian, la narratrice che ci porta nella Francia occupata dai nazisti per raccontare la sua infanzia: qui, giovane ragazza ebrea (interpretata da Ariella Glaser) travolta dalla violenza della Storia, trova l’unica protezione nel compagno di classe storpio deriso da tutti Julien (Orlando Schwerdt). «Quando un gesto gentile può costarti la vita, poi ha il potere di fare miracoli».
Wonder: White Bird è un film per ragazzi e famiglie che sprona all’umanità e all’attivismo. «Amare è umano. Essere gentili. Ma essere consapevoli non basta. Dobbiamo dimostrarlo», dice come una luce guida Helen Mirren.
Qui una clip in esclusiva tratta da Wonder: White Bird:
Eclettico e solido, Marc Forster ha nel suo curriculum titoli importanti e di generi disparati, dal dramma Monster's Ball - L'ombra della vita che è valso l’Oscar a Halle Berry al biopic fantasy Neverland - Un sogno per la vita da sette nomination agli Oscar tra cui miglior film, dal ventiduesimo film sullo 007 Quantum of Solace allo zombie movie con Brad Pitt World War Z. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare cosa l’ha portato a Wonder: White Bird.
Perché ha scelto di realizzare Wonder - White Bird, cosa l’ha attratta di questa storia? Aveva amato Wonder?
«La cosa interessante è che ho ricevuto lo script di Mark Bomback tre mesi dopo l’inizio della pandemia, quando eravamo tutti sotto lockdown. In Italia siete stati i primi a sperimentarlo... Così quando ho letto la sceneggiatura e la storia di Julien e Sara, costretta a non lasciare la stalla in cui era nascosta, dopo tre mesi in casa mi sono subito sentito in relazione con loro a un livello molto diverso rispetto al normale. A causa dell'esperienza vissuta in pandemia, la storia è diventata subito molto più importante per me. La loro storia d'amore mi ha toccato profondamente: abbiamo visto molti film sull'Olocausto, ma in Wonder - White Bird l'Olocausto è una sorta di background. Il film riguarda soprattutto la loro storia d'amore e il modo in cui si migliorano a vicenda: l'ho trovato molto commovente e stimolante. Inoltre il tema della gentilezza è qualcosa che era presente anche nel primo film e lo adoro: in tal senso Wonder mi è piaciuto tantissimo».
Ariella Glaser e Orlando Schwerdt nel film "Wonder - White Bird" (Foto: Larry Horricks/Lionsgate)
È ancora più significativo parlare oggi di odio e di Olocausto, ora che in Medio Oriente deflagra la guerra tra Israele e Hamas, ora che l’odio sembra ancora avere la meglio…
«Credo di essere molto ingenuo a volte: spero che gli esseri umani possano vivere tutti in pace e nella gentilezza, insieme. Ovviamente è una sciocchezza, anche se dobbiamo provare: a ogni conflitto muoiono così tante persone innocenti, sempre, in ogni guerra, nel corso della Storia. Ecco perché, nel suo piccolo, credo che sia importante Wonder - White Bird, che mostra come questi due giovani si ritrovino pur venendo da diversi percorsi di vita, da diverse strutture socioeconomiche, da diverse religioni. E alla fine si salvano l'un l'altra attraverso la gentilezza. Penso che sia una storia rilevante soprattutto per i giovani, che possano entrare in una vera connessione, troppo spesso allontanati invece gli uni dagli altri dalla tecnologia sempre più prominente».
Com’è stato lavorare con due attori giovanissimi, alle prime armi, come Ariella Glaser e Orlando Schwerdt e, soprattutto, con due veterane come Gillian Anderson e la divina Helen Mirren?
«Helen Mirren e Gillian Anderson sono delle attrici incredibili, è una gioia aver lavorato con loro perché sono così professionali e straordinariamente brave in quello che fanno. La cosa fondamentale per me era trovare i due giovani protagonisti: trovare Ariella e Orlando è stata davvero la cosa più importante. Ed è stato anche molto interessante perché è avvenuto durante la pandemia, quindi per la prima volta nella mia vita non c’è stato un casting di persona: ho conosciuto entrambi su Zoom e non li ho incontrati dal vivo finché non li ho scelti, quindi è stato tutto più difficile. Quando abbiamo girato a Praga e li ho infine visti di persona speravo solo che l'alchimia tra di loro funzionasse».
Helen Mirren e Bryce Gheisar nel film "Wonder - White Bird" (Foto: Larry Horricks/Lionsgate)
Nel film il cinema è il luogo in cui si organizza la Resistenza francese. E poi c’è l’immagine di Charlie Chaplin in Tempi moderni, che Julien regala a Sara e che sembra l’appiglio a un mondo senza guerra. È un omaggio al cinema?
«Sì. Uno dei miei film preferiti, che ho amato molto, è Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore: film del genere, che sono anche un tributo al cinema, sono bellissimi e mi rendono sempre molto felice».
Il cinema, e quindi l’arte in genere, può essere un mezzo per resistere e per predicare gentilezza e attivismo per un mondo migliore?
«Credo che tutti dobbiamo lottare per ciò che è giusto, per avere rispetto ed empatia verso gli altri. Possiamo tutti vivere insieme in pace e gentilezza, anche se a volte non pare possibile: oggi più che mai mi sembra che le persone siano molto al limite, molto più aggressive, ci sono così tanti conflitti in corso nel mondo… Per questo è importante che ci siano storie che parlino soprattutto ai giovani di gentilezza, empatia e accettazione degli altri».
Lei ha diretto Quantum of Solace della serie su James Bond, il thriller World War Z, il fantasy Neverland - Un sogno per la vita, Ritorno al Bosco dei 100 acri per la Disney… Ha una filmografia molto eclettica: come sceglie su cosa lavorare?
«Per lo più mi sento ispirato da qualcosa mai fatto prima. Alla fine è un processo molto intuitivo: non sono io a scegliere i film, è più la mia intuizione a scegliere e forse i film scelgono me. Ma non è qualcosa di razionale, è più una sensazione intuitiva: sento che il dato film è giusto per farmi crescere come regista e artista. Spero che il pubblico italiano vada in sala a vedere Wonder - White Bird».