Economia
August 18 2015
Seduta molto pesante per le Borse cinesi: Shanghai e Shenzhen sono arrivate a cedere oltre il 6%. Secondo gli analisti incide poco l'attentato di Bangkok, mentre pesa l'ipotesi che il mercato immobiliare cinese migliore delle stime possa far ridurre le misure espansive di Pechino.
Il crollo pesa di più con l'indebolimento dello yuan rispetto al dollaro che ha riacceso i timori di una svalutazione ancora maggiore da parte di Pechino, nonostante la banca centrale abbia dichiarato che non c'è ragione di operare un ulteriore spostamento verso il basso.
- LEGGI ANCHE: Yuan contro dollaro, la guerra delle valute
- LEGGI ANCHE: Perché la Cina ha svalutato lo yuan
- LEGGI ANCHE: Svalutazione dello yuan: 6 cose da sapere
- LEGGI ANCHE: Lo yuan svalutato e le conseguenze per il made in Italy
Dopo una striscia positiva di tre giorni, l'indice Composite di Shanghai ha chiuso in calo del 6,1% a 3.749,12 punti, con la peggior perdita giornaliera dallo scorso 27 luglio. L'indice Csi 300, che raggruppa le più grandi aziende scambiate sulle piazze di Shanghai e Shenzhen, ha perso il 6,2% a 3.825,41 punti.
La valuta cinese ha perso rispetto a quella statunitense nonostante il punto medio leggermente più forte fissato dalla banca centrale: gli operatori si aspettano che sulla valuta continui a pesare una pressione verso il basso mentre l'economia fatica. Alcuni trader hanno confermato che le preoccupazioni per il fatto che le aziende possano portare capitali fuori dalla Cina nel momento in cui l'economia rallenta, oltre a congetture legate all'ipotesi che il governo cinese possa iniziare a ridurre il proprio sostegno ai mercati azionari, hanno spinto gli investitori a cercare i profitti dopo l'impennata dei prezzi delle ultime settimane.
La banca centrale cinese ha operato la più grande iniezione di fondi da sei mesi a questa parte nei mercati monetari, aggiungendo preoccupazioni rispetto al fatto che la liquidità si stesse riducendo per effetto di un ritiro dei capitali da parte degli investitori.