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June 29 2017
Mentre l'ex presidente sudcoreana Park Geun-hye si trova in prigione colpevole di aver estorto, in combutta con l’amica-sciamana che a sua volta l’ha cacciata nei guai, decine di milioni di tangenti ai più grandi alle "cupole" economiche che della Corea del Sud, la vicina Pyongyang ne chiede estradizione minacciando la condanna a morte.
Le autorità competenti della Corea del Nord hanno annunciato la richiesta per tutti coloro che si sono macchiati del crimine di "terrorismo nazionale" pianificando l'assassinio del leader supremo nordcoreano Kim Jong-un, estendendo la pena di morte, quindi anche a Park (oltre che dell'ex direttore del dipartimento dei servizi d'intelligence implicato nella vicenda).
Secondo la dichiarazione congiunta del Ministero della Difesa, del Ministero per la Sicurezza del Popolo e della Procura generale diffusa dall'Agenzia Stampa Centrale della Corea del Nord, il Paese ha annunciato la condanna dei due alla pena capitale, poiché entrambi colpevoli di aver pianificato l'assassinio di Kim Jong-un.
Park non è più la donna più famosa, la prima mai eletta alla presidenza della quarta potenza economica dell'Asia, l'undicesima di tutto il pianeta. Oggi è solo la prigioniera 503 che rischia la vita. Secondo l’agenzia di Pyiongyang Kcna alcune tra le "rivelazioni più accreditate hanno mostrato" che l'ex presidente della corea del Sud avrebbe guidato un complotto per uccidere Kim Jong-un nel 2015.
Questa è solo l’ultima fobia del dittatore che rivela quanto il dittatore nordcoreano viva nella paura di essere assassinato, sia "estremamente nervoso" e per questo viaggi in incognito tenendo segreti i suoi spostamenti.
Come riportato dal Guardian, secondo Pyongyang la Cia, in combutta con l'agenzia di spionaggio sudcoreana (Nis), avrebbe già approvato un altro complotto per assassinare la sua "suprema leadership" con armi biologiche seguito appunto da un secondo in cui Seul avrebbe deciso di velocizzare l'atuazione del piano, creando un'unità specializzata.
Adesso Park rischia pesante. Se Seul dovesse accettare la sua estradizione (compresa quella dell'allora capo dello spionaggio, Lee Byung-ho) rischierebbe la condanna a morte. E le dichiarazioni del giovane presidente Kim Jong-un lasciano presagire il peggio: “Sono determinato a stanare coloro che avrebbero danneggiato la guida suprema”, ha detto il leader della Corea del Nord durante un recente discorso rilasciato in proposito. “Ovunque essi siano sulla terra”, ha aggiunto, “senza pietà saranno fatti a pezzi i loro sporchi corpi”.
Secondo gli accordi internazionali, infatti, le autorità nordcoreane che hanno chiesto l'estradizione dei due condannati hanno anche ammonito il governo sudcoreano di possibili ripercussioni negative sui rapporti tra i due Paesi nel caso la richiesta di estradizione venisse ignorata.