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January 16 2017
Come il "martello", la tipica ascia in dotazione ai Forestali, ha lasciato il marchio nella corteccia degli alberi dei boschi italiani, la storia del Corpo Forestale dello Stato affonda le sue profonde radici nella storia degli Stati pre-unitari.
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Il Piemonte dei Savoia e la Lombardia degli Austriaci furono i primi Stati che, all'indomani del Congresso di Vienna, legiferarono in materia di censimento del demanio boschivo, organizzandone la cura e la vigilanza. Re Carlo Felice incluse nelle regie Patenti la regolamentazione delle acque e delle foreste nel 1822, creando così le prime basi dell'organizzazione di un Corpo Forestale.
Dall'Unità d'Italia in poi furono unificati i corpi mentre nel 1877 fu varata la regolamentazione nazionale in materia di disboscamento con norme restrittive per i proprietari soggetti al nuovo ruolo delle Regie Guardie Forestali con funzione di polizia giudiziaria.
Nel 1869 viene fondata la prima scuola per forestali a Vallombrosa (Firenze) nell'ex abbazia benedettina passata allo Stato ed affidata all'Istituto Forestale Nazionale.
Tra il 1909 e il 1910 la legge Luzzatti crea la Direzione Generale delle Foreste a cui fa capo il Corpo Reale delle Foreste diviso in 10 grandi dipartimenti, arrivando ad impiegare circa 3.000 dipendenti sul territorio nazionale.
Lo scoppio della Grande Guerra causa l'arruolamento di massa delle Guardie Forestali, che furono prevalentemente impiegate con funzione di polizia militare e con compiti di approvvigionamento di materiali per il fronte. Al termine del conflitto le guardie saranno impiegate nell'opera di rimboschimento delle ampie zone danneggiate dalla guerra.
Con l'avvento del fascismo anche il Corpo dei Forestali viene inglobato nel sistema delle milizie, cambiando il nome in Milizia Nazionale delle Foreste. Il nuovo corpo sarà impiegato in Africa Orientale e poi dal 1940 sul fronte Occidentale e su quello Greco-Albanese. Dopo l'armistizio viene ricreato al Sud il Real Corpo delle Foreste, ma bisogna attendere il varo della Costituzione nel 1948 per assistere alla riorganizzazione dei Forestali nel nuovo ruolo di intervento nelle zone depresse in particolar modo del Meridione.
Il 25 luglio 1952 la Legge sulla montagna prevede l'intervento del Corpo Forestale in qualità di supervisore allo sviluppo delle attività agro-pastorali nelle zone montuose del Paese, con il supporto tecnico e la realizzazione delle infrastrutture necessarie alla ripresa delle attività, parallelamente agli interventi di bonifica in sinergia con le neonate Comunità Montane.
Negli anni '70 il Corpo Forestale inizia ad affiancare il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco nell'attività antincendio con l'impiego di elicotteri e velivoli "Canadair", mentre nel 1981 il CFS è incluso nelle Forze di Pubblica Sicurezza, passando definitivamente ad un ruolo di vigilanza e repressione dei reati ambientali. Dieci anni più tardi la "Legge quadro" sulle aree protette affida al Corpo Forestale dello Stato un fondamentale ruolo di sorveglianza sui Parchi Nazionali. Negli anni '90 il CFS entra nella Protezione Civile nazionale intervenendo in soccorso alle popolazioni colpite da calamità naturali. Dal 1 gennaio 2017 il Corpo Forestale dello Stato è antrato a far parte dell'Arma dei Carabinieri.
La storia prestigiosa del Gruppo Sportivo del CFS inizia nel 1955 con la nascita del Centro Sportivo, impegnato inizialmente nelle discipline invernali dello sci di fondo e del bob, a cui si aggiungono negli anni '70 il biathlon, il salto, lo sci alpinismo. Dal 1978 è la volta dello sci alpino, che assieme al fondo rappresenterà la punta di diamante dei successi mondiali dei Forestali. I nomi dei campioni (e soprattutto delle campionesse) degli anni '80 e '90 non hanno bisogno di presentazione: si chiamano Deborah Compagnoni, Manuela Di Centa, Stefania Belmondo, Morena Gallizio. Gli uomini Konrad Kurt Ladstaetter, Fabrizio Tescari, Hansjörg Raffl e Kurt Brugger (slittino).