Musica
June 08 2017
Ghali, Ghali e sempre più Ghali. Il nuovo fenomeno della musica italiana è un ragazzo cresciuto a Baggio, quartiere di Milano, da genitori tunisini. Un italiano di seconda generazione che negli ultimi mesi è stato protagonista di un boom discografico da record e che sta scatenando un vero e proprio polverone con l'uscita del suo primo album dal titolo... Album.
Milioni di views e numeri da record
Il suo genere è la trap, evoluzione del rap dove strumentali che ammiccano ad elettronica esaltano le voci spesso alterate dall'effetto di distorsione dell'auto-tune. Il suo pubblico è un esercito di giovanissimi che gli ha permesso numeri che vanno oltre il sogno: basti pensare a Ninna Nanna, il singolo che ha sfondato quota 50 milioni di visualizzazioni su Youtube stabilendo un primato unico per la musica italiana: il record per il più alto numero di ascolti in streaming nel primo giorno.
L'errore più grande che si può fare con Ghali è fermarsi alla superficie del suo personaggio. Giudicare solo i testi di alcune canzoni o i tormentoni più banali non permette di cogliere quello che è il vero X-Factor di questo artista, una ricetta che si può spiegare come un cocktail: 1/5 di Michael Jackson, 1/5 di rap italiano, 1/5 di hip hop americano, 1/5 di musica araba e 1/5 di milanese imbruttito.
Inoltre, in un periodo storico dove il terrore distrugge la speranza, Ghali ha fatto capire che l'integrazione non va sbandierata e strumentalizzata ma studiata e sostenuta nei suoi esempi più brillanti. L'esempio perfetto è nel testo del singolo Willy Willy:
"Tu pensi che l’Islam sia l’Isis perché:Hai un amico marocchino/ E ti ha insegnato solo parolacce/ A mandare a fare in culo/ E forse forse pure a dire grazie/ As-salamu alaykum, As-salamu alaykum Son venuto in pace/ Questa guerra, questa merda Giuro, wallah, fra' non mi piace/Io sono un negro terrorista Culo bianco, ladro bangla, muso giallo/Trasformo Baggio in un posto più bello/Questa pioggia è uno sballo"
Ma perché piace così tanto?
Perché nei suoi occhi si legge l'onestà della sua storia. Perché le fotografie del suo Album sono state sfogliate e apprezzate indistintamente dalle cittadinanze e dai colori. Perché riesce a raccontare la sua vita con un arabo delicato e poi ti sorprende con l'accento più milanese che c'è. Perché la superficialità non vive nelle parolacce delle canzoni ma nelle interviste degli artisti che hanno niente da dire. Ascoltando Ghali parlare invece si scoprono molte cose: su di lui, sulla sua cultura, sulla NOSTRA cultura. Eccone un esempio:
Il suo idolo è Michael Jackson e i riferimenti a lui non mancano mai: nei testi, nel look (ha delle giacche che sul 99% della popolazione mondiale starebbero male), nei tormentoni, nell'amore per la musica. E come il primo Michael di Got to Be There, neanche Ghali si fermerà al primo disco, statene certi.