renzi
ANSA/ANGELO CARCONI
News

La verità di Renzi sul Salvabanche

Altro che favoritismi, altro che conflitti di interessi del ministro Boschi o addirittura del governo sul caso banche. "Abbiamo salvato un milione di correntisti e 7200 stipendi e ora chi ha truffato pagherà", va all'attacco Matteo Renzi ospite della trasmissione Porta a Porta, convinto che le mozioni di sfiducia saranno "un autogol" per le opposizioni che "finita la fuffa dello show sulla pelle degli investitori, dovranno dire se abbiamo fatto bene a salvare i conti correnti e gli stipendi o voteranno contro sperando che salti tutto".

- LEGGI ANCHE: La mozione di sfiducia del M5S
- LEGGI ANCHE: La mozione di sfiducia del centrodestra

Il premier non ha intenzione di vedere oscurata oltre l'azione del governo dalla bufera di polemiche che lo ha investito dopo il crac dei 4 istituti di credito. E definisce "tecnicamente" assurda l'accusa di conflitto di interessi che ha colpito il ministro Boschi dopo il decreto salva-banche.

Il ministro Boschi

ANSA/ANGELO CARCONI
Il ministro delle Riforme e Rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi durante la votazione alla Camera per l'elezione dei giudici della Corte costituzionale, Roma, 14 dicembre 2015

Il ministro Boschi

ERIC PIERMONT/AFP/Getty Images
Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme Costituzionali

Il ministro Boschi

ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI
Il ministro delle riforme Maria Elena Boschi durante il suo intervento alla sesta edizione della Leopolda, Firenze, 12 dicembre 2015

Il ministro Boschi

ANSA /Fabio Frustaci
Maria Elena Boschi parla al telefono osservata da Pierferdinando Casini. Roma, 23 gennaio 2015

Il ministro Boschi

ANSA/CLAUDIO PERI
Il ministro per le Riforme costituzionali, Maria Elena Boschi, durante la presentazione del libro PhotoAnsa 2015 presso Palazzo Giustiniani a Roma, 03 dicembre 2015.

Il ministro Boschi

ANSA/GIUSEPPE LAMI
Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi.

Il ministro Boschi

ANSA/GIUSEPPE LAMI
L'ex ministro per le riforme costituzionali e i rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi

Il ministro Boschi

ANSA/GIUSEPPE LAMI
Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi in Senato durante le votazioni degli emendamenti alla Riforma Costituzionale, Roma, 6 ottobre 2015.

Il ministro Boschi

ANSA/GIUSEPPE LAMI
Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi in Senato durante le votazioni degli emendamenti alla Riforma Costituzionale, Roma, 6 ottobre 2015

Il ministro Boschi

ANSA/GIUSEPPE LAMI
Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi in Senato durante le votazion - Roma 3 Ottobre 2015

Il ministro Boschi

ANSA/GIORGIO ONORATI
Il ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Bosch - 11 settembre 2015.

Il ministro Boschi

ANSA/ ALESSANDRO DI MEO
Il ministro Maria Elena Boschi in aula del Senato durante la discussione sulle riforme Costituzionali, Roma, 17 settembre 2015

Il ministro Boschi

ANSA/ ALESSANDRO DI MEO
Il ministro Maria Elena Boschi in aula del Senato durante la discussione sulle riforme Costituzionali, Roma, 17 settembre 2015.

Tecnicamente perchè, spiega, "noi abbiamo azzerato e sanzionato il cda con il padre della Boschi". E anche il valore delle azioni del ministro Boschi, "qualche migliaia di euro", è stato azzerato come per tutti gli altri investitori. Ma c'è anche una ragione politica, rivendica Renzi: "Nell'Italia della rottamazione, chi sbaglia paga, la legge è uguale per tutti, è finito il tempo delle leggi ad personam".

Banche salve non con i soldi pubblici

Nessun favoritismo, anzi, il decreto del governo, dopo il via libera al "bail in" europeo, era l'unico modo per salvare i correntisti "non con i soldi pubblici". Ora, attraverso l'arbitrato con arbitri che, annuncia il premier, "deciderà il Parlamento, si vedrà, caso per caso, se i titolari di obbligazioni subordinate, "qualche migliaio di persone" "hanno diritto a riprendere i soldi come io auspico".

Renzi non ha intenzione di tirare la croce addosso a nessun attore istituzionale, nè Consob nè Bankitalia, sulle responsabilità nei controlli. "Ora difendo tutte le realtà istituzionali perchè si esce insieme da una situazione di tensione". Toccherà poi alla commissione d'inchiesta, che il governo caldeggia, accertare "le responsabilità degli ultimi 10 anni".

- LEGGI ANCHE: Le responsabilità di Consob e Banca d'Italia

Ed è qui che il premier si toglie un sassolino: "L'Italia del passato avrebbe dovuto cambiare il sistema del credito. Ridurre poltrone e istituti, rendendoli piu' solidi e meno rischiosi ma non è  stato fatto".

Popolari e Bcc: da riformare

Ora, dopo la riforma delle Popolari, il governo ha già in gestazione un altro pezzo di riforma del credito con l'accorpamento delle Bcc: "Le banche vanno accorpate e lo faremo a partire dalle banche di credito cooperativo. È arrivato il momento di dire che ci sono stati troppi che hanno giocato a fare i piccoli banchieri".

L'attacco a M5S e Lega

Ma se i player istituzionali non finiscono nel mirino, Renzi attacca a testa bassa M5S e la Lega. "Strumentalizzare la morte è squallido ma noi non saremo mai a rimorchio di giustizialismo e pressappochismo e non scendiamo nella barbarie di chi pensa di prendere i voti passando sopra alla dignità delle persone".

Chi ritiene di poter fermare così il governo, sbaglia di grosso secondo il premier. "Non ce n'è, noi andiamo avanti a fare le riforme, non a vivacchiare", rialza la testa il presidente del Consiglio convinto che l'Italia abbia girato pagina anche sul fronte economico con una crescita che - dice - "l'anno prossimo spero supererà l'1,5 per cento".

Certo il caso banche lascia poco spazio ai successi che Renzi vorrebbe elencare prima della fine dell'anno. A partire dal "funerale della Tasi" che domani avrà l'ultima scadenza. "Il 16 dicembre del prossimo anno quei soldi, magari, li spenderete in regali di Natale. O in quello che volete voi", augura. Anche se, ammette, ormai in casa sua i regali non li fa più lui ma "mamma Natale".

YOU MAY ALSO LIKE