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December 15 2015
Altro che favoritismi, altro che conflitti di interessi del ministro Boschi o addirittura del governo sul caso banche. "Abbiamo salvato un milione di correntisti e 7200 stipendi e ora chi ha truffato pagherà", va all'attacco Matteo Renzi ospite della trasmissione Porta a Porta, convinto che le mozioni di sfiducia saranno "un autogol" per le opposizioni che "finita la fuffa dello show sulla pelle degli investitori, dovranno dire se abbiamo fatto bene a salvare i conti correnti e gli stipendi o voteranno contro sperando che salti tutto".
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Il premier non ha intenzione di vedere oscurata oltre l'azione del governo dalla bufera di polemiche che lo ha investito dopo il crac dei 4 istituti di credito. E definisce "tecnicamente" assurda l'accusa di conflitto di interessi che ha colpito il ministro Boschi dopo il decreto salva-banche.
Tecnicamente perchè, spiega, "noi abbiamo azzerato e sanzionato il cda con il padre della Boschi". E anche il valore delle azioni del ministro Boschi, "qualche migliaia di euro", è stato azzerato come per tutti gli altri investitori. Ma c'è anche una ragione politica, rivendica Renzi: "Nell'Italia della rottamazione, chi sbaglia paga, la legge è uguale per tutti, è finito il tempo delle leggi ad personam".
Banche salve non con i soldi pubblici
Nessun favoritismo, anzi, il decreto del governo, dopo il via libera al "bail in" europeo, era l'unico modo per salvare i correntisti "non con i soldi pubblici". Ora, attraverso l'arbitrato con arbitri che, annuncia il premier, "deciderà il Parlamento, si vedrà, caso per caso, se i titolari di obbligazioni subordinate, "qualche migliaio di persone" "hanno diritto a riprendere i soldi come io auspico".
Renzi non ha intenzione di tirare la croce addosso a nessun attore istituzionale, nè Consob nè Bankitalia, sulle responsabilità nei controlli. "Ora difendo tutte le realtà istituzionali perchè si esce insieme da una situazione di tensione". Toccherà poi alla commissione d'inchiesta, che il governo caldeggia, accertare "le responsabilità degli ultimi 10 anni".
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Ed è qui che il premier si toglie un sassolino: "L'Italia del passato avrebbe dovuto cambiare il sistema del credito. Ridurre poltrone e istituti, rendendoli piu' solidi e meno rischiosi ma non è stato fatto".
Popolari e Bcc: da riformare
Ora, dopo la riforma delle Popolari, il governo ha già in gestazione un altro pezzo di riforma del credito con l'accorpamento delle Bcc: "Le banche vanno accorpate e lo faremo a partire dalle banche di credito cooperativo. È arrivato il momento di dire che ci sono stati troppi che hanno giocato a fare i piccoli banchieri".
L'attacco a M5S e Lega
Ma se i player istituzionali non finiscono nel mirino, Renzi attacca a testa bassa M5S e la Lega. "Strumentalizzare la morte è squallido ma noi non saremo mai a rimorchio di giustizialismo e pressappochismo e non scendiamo nella barbarie di chi pensa di prendere i voti passando sopra alla dignità delle persone".
Chi ritiene di poter fermare così il governo, sbaglia di grosso secondo il premier. "Non ce n'è, noi andiamo avanti a fare le riforme, non a vivacchiare", rialza la testa il presidente del Consiglio convinto che l'Italia abbia girato pagina anche sul fronte economico con una crescita che - dice - "l'anno prossimo spero supererà l'1,5 per cento".
Certo il caso banche lascia poco spazio ai successi che Renzi vorrebbe elencare prima della fine dell'anno. A partire dal "funerale della Tasi" che domani avrà l'ultima scadenza. "Il 16 dicembre del prossimo anno quei soldi, magari, li spenderete in regali di Natale. O in quello che volete voi", augura. Anche se, ammette, ormai in casa sua i regali non li fa più lui ma "mamma Natale".