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January 16 2017
Lunedì 16 gennaio 2017 - Il ministro dell'Interno Marco Minniti, come abbiamo visto nei giorni scorsi, sta lavorando al pacchetto di provvedimenti per governare gli aspetti più critici dell'immigrazione. Il pacchetto verrà presentato al Parlamento - in particolare alla commissione Affari costituzionali mercoledì 18 gennaio 2017 e condiviso con la conferenza Stato-Regioni.
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Accoglienza nei Comuni dei migranti del 2016
Prima di vedere il piano operativo del ministero, è opportuno ricordare come oltre che delle espulsioni degli irregolari sia indispensabile occuparsi dell'accoglienza dei poco più di 180mila migranti arrivati in Italia nel 2016. E che per questa accoglienza è in vigore l'accordo firmato dal ministero dell'Interno e dall'Anci che prevede che ogni comune debba accogliere 2,5 migranti ogni mille abitanti. Oggi solo 2.600 comuni rispettano l'accordo, su un totale di 8.000.
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Il piano di Minniti
Premessa, spiega Minniti "I Cie che dovranno ospitare le persone irregolari da respingere "non avranno nulla a che fare con quelli del passato. Punto. Non c'entrano nulla perché hanno un'altra finalità, non c'entrano con l'accoglienza ma con coloro che devono essere espulsi".
→ Il piano del Viminale prevede l'apertura di un Cie in ogni regione, tranne che in Molise e in Valle d'Aosta.
→ Ciascun Cie avrà al massimo 100 posti.
→ Nei Cie finiranno, spiegano al ministero dell'Interno, solo immigrati senza documenti che abbiano un profilo sociale che li presenta come "pericolosi": ladri, spacciatori. Insomma, "Non la badante irregolare".
→ Sarà creata una Commissione permanente centrale e sarà nominato un garante in ogni Cie, per vigilare sulle condizioni nelle quali i migranti rinchiusi sono costretti a vivere.
→ Nei Cie i poliziotti effettueranno la procedura di identificazione in modo da programmare i rimpatri.
→ Il ministero deve siglare accordi con i Paesi di origine dei migranti che vanno rimpatriati.
→ Sono previsti anche incentivi a rimpatri volontari per i migranti provenienti da Pakistan e Afghanistan, Paesi con i quali non si prevede sia possibile siglare accordi. Per i rimpatri volontari non serve infatti accordo con il Paese di riammissione. Al migrante viene dunque pagato il viaggio e gli si donano 3000 euro per cavarsela nel viaggio "di ritorno".
→ Per la verifica del diritto d'asilo, Minniti pensa a provvedimenti che velocizzino le pratiche. È anche previsto che in attesa della pratica il richiedente asilo possa essere impiegato in lavori socialmente utili. Solo dopo due mesi dalla richiesta di asilo verrà rilasciato un documento nel quale il migrante viene indicato come "sedicente" rispetto alle generalità dichiarate al momento dell'arrivo. Con questo documento potranno essere inseriti nel giro dei lavori socialmente utili, che, anticipa Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, diventerà uno dei requisiti per ottenere lo status di rifugiato.
→ Per questi lavori verranno stipulate comvenzioni con le aziende per stage per chi ha diplomi o specializzazioni.
→ Minniti dovrebbe poi chiedere al Parlamento la modifica di due leggi. Secondo Sarzanini verrebbe indicata la necessità di eliminare la possibilità di presentare appello contro il provvedimento che nega l'asilo, con alcune eccezioni. La possibiità di appello. dicono al ministero, dovrebbe snellire le procedure, evitando lungaggini che ostacolano il rimpatrio per chi non ha diritto di restare in Italia.
→ L'altra modifica potrebbe riguardare il reato di immigrazione clandestina. Che dovrebbe essere abolito. Questo perché, sostengono al Viminale, se resta reato impedisce di rendere effettive la maggior parte delle espulsioni, come più volte spiegato da alcuni magistrati. Infatti, denunciare un immigrato e processarlo per questo reato permette a quest'ultimo di chiedere e ottenere di restare in Italia fino alla sentenza definitiva.
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31 dicembre 2016 - Venerdì 30 dicembre il ministro dell'Interno, Marco Minniti e il capo della Polizia, Franco Gabrielli hanno inviato una circolare alle Questure, Prefetture, ai Comandi dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Penitenziaria, nella quale sono indicate le linee guida per cambiare registro sulla questione dei respingimenti dei migranti irregolari.
La circolare sembra segnare un cambio radicale da parte delle autorità: promette infatti tolleranza zero, in sostanza, i migranti irregolari devono essere respinti.
Come?
- Verranno attuati innanzitutto, "piani straordinari di controllo del territorio".
- In secondo luogo, ci sarà un aumento considerevole dei Cie, i Centri di identificazione ed espulsione. L'obiettivo è di avere un Cie in ogni regione italiana: per intenderci, adesso i Cie sono solo quattro.
- Ci sarà il massimo impulso possibile nelle attività di identificazione dei "cittadini di Paesi Terzi in posizione irregolare" da parte delle varie forze di polizia.
- Una volta rintracciati e identificati come irregolari, le varie forze di polizia dovranno assumere contatti diretti con gli Uffici immigrazione delle Questure, alle quali spetta l'avvio delle procedure di espulsione.
- Nel piano di "rintraccio ed espulsione degli irregolari" (così si esprime la circolare) un ruolo centrale l'avranno i Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica (gli organi collegiali locali ai quali partecipano forze dell'ordine e amministratori locali).
- I Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica dovranno però operare anche contro lo sfruttamento della manodopera immigrata ricattabile perché irregolare e contro le varie forme di criminalità "che attengono dal circuito della clandestinità".
La realtà delle espulsioni - secondo la Repubblica di sabato, 15.000 fra il primo gennaio 2014 e dicembre 2016, su un numero totale di arrivi che ha toccato le 500mila - ha detto Minniti alla riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica di Milano del 29 dicembre, rende la questione degli irregolari un problema di ordine pubblico ma non solo: "è una faccenda su cui si gioca la tenuta del tessuto democratico del paese".
Repubblica riporta anche una "qualificata fonte del Dipartimento della Pubblica Sicurezza" che con questa stretta il governo intende portare "il numero delle espulsioni su base annua a 10mila unità, contro le 5mila attuali. Con l'obiettivo ambizioso, ma non irrealistico di arrivare a 20mila".
Lo spirito della circolare di Minniti e Gabrielli, viene fatto notare da alcuni passaggi dello stesso e dai commenti a margine, è di favorire condizioni psicologiche, politiche e sociali capaci di portare a una vera accoglienza dei migranti regolari.
Si tratta dunque di ridurre il più possibile l'ondata di rancore e risentimento, orchestrata ad arte da alcuni leader e partiti politici (anzi "movimenti"). Un primo passo per "normalizzare" la situazione dell'immigrazione, separando chi ha uno status legale e quindi legittimato a vivere e lavorare nel paese, da chi non ce l'ha.
Anche se nessuno potrà dimenticare che i flussi migratori mondiali richiedono ben altri interventi politici internazionali e nazionali, si tratta di un provvedimento importante.