Obama: "Mai detto che voglio un dollaro più debole"
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Barack Obama smentisce di aver detto che il dollaro forte può essere un problema per l'economia americana. La questione si è presentata quando oggi, al G7 in Germania, un funzionario francese ha rivelato che il presidente Usa avrebbe confessato a uno dei presenti al vertice questa sua preoccupazione.
Eppure, che sia vero o no, gli osservatori dell'economia internazionale sostengono che la presunta preoccupazione ha più di una ragione d'essere. Ci sarebbe dunque nell'amministrazione una "tentazione" di un dollaro più debole per sostenere la ripresa economica americana.
Il Fmi ha definito il biglietto verde ''moderatamente sopravvalutato''. E la Fed ha lasciato trapelare preoccupazione al riguardo: il dollaro forte rischia di rallentare la crescita e spingere al ribasso l'inflazione. Proprio il super dollaro ha spinto la banca centrale a rivedere al ribasso le stime di crescita del 2015 e del 2016.
La Casa Bianca comunque sostiene che il presidente ''non ha detto che il dollaro forte è un problema. Obama ha ripetuto quanto detto in precedenza, ovvero che la domanda globale è troppo debole e che i paesi del G7 devono usare tutti gli strumenti politici a disposizione per promuovere la crescita, incluse le politiche di bilancio, le riforme e la politica monetaria''.
Il presidente americano è anche intervenuto direttamente sulla questione. ''Non l'ho detto. Non credete a citazioni anonime. Non commento le fluttuazioni giornaliere del dollaro o di altre valute'' afferma Obama nella conferenza stampa finale a Elmau, in Germania.
Proprio in terra tedesca, Obama torna a spingere sulla crescita: ''l'economia globale sta crescendo, ma la sua performance è inferiore al suo pieno potenziale e siamo d'accordo su necessari passi da prendere. ''Il modo migliore per sostenere la ripresa economica globale è concentrarsi sul lavoro e sulla crescita. Nell'economia globale, l'America è una fonte importante di forza''. Obama si sofferma anche sulla Grecia. E lancia il suo monito: ''deve essere seria nelle riforme non solo per i creditori, ma anche per creare una piattaforma per tornare a crescere''. ''È importante che la comunità internazionale e le agenzie finanziarie internazionali riconoscano le straordinarie sfide che la Grecia si trova ad affrontare. E se tutte le parti mostrano una sufficiente flessibilità, ritengo che il problema può essere risolto ma questo richiederà decisioni difficili da parte di tutti''.