Televisione
November 27 2022
Ha debuttato pochi giorni fa su Canale 5 Passaporto per la libertà, la produzione internazionale targata brasiliana che racconta la storia vera di Aracy de Carvalho, ribattezzata l’Angelo di Amburgo. Sfidando le regole della Germania nazista e l’antisemitismo brasiliano, da impiegata nel Consolato brasiliano nella città tedesca salvò centinaia di ebrei dall’Olocausto anche grazie alla complicità dell’amore della vita con João Guimarães Rosa, allora vice-console e poi uno dei più grandi scrittori brasiliani del Ventesimo secolo. Ecco tutto quello che c'è da sapere sulla mini serie in quattro puntate in onda il giovedì sera .
È la storia avvincente di un'eroina moderna oltre che donna di grandi passioni Passaporto per la libertà, che ripercorre gli atti di coraggio e i rischi corsi da Aracy de Carvalho. Figlia di un brasiliano e di una tedesco, lascia San Paulo con il figlio, per trovare fortuna nella Germania degli Anni ’30. Ed è ad Amburgo che trova lavoro al Consolato brasiliano di Amburgo, diventando la responsabile del alla Sezione passaporti. Quando scoppia il dramma degli ebrei perseguitati dai nazisti, inizia ad aiutarli procurandogli i passaporti che gli avrebbero garantito una via di fuga in Brasile e dunque la salvezza. Un rischio doppio per la giovane donna che non aveva l’immunità diplomatica e che, se fosse stata scoperta, sarebbe stata condannata alla morte. «Ha rischiato la vita per aiutare altre persone, superando le sue paure, pur di lottare per quello che credeva profondamente giusto. La sua è una figura che mi ha colpito e insegnato molto», racconta l’attrice Sophie Charlotte, che interpreta la protagonista.
Nata a Rio Negro, in Brasile, nel dicembre del 1908, Aracy de Carvalho era per metà tedesca (la madre era originaria dell’Alta Sassonia) e per metà brasiliana (il padre era un mercante portoghese-brasiliano, in seguito proprietario del Grande Hotel de Guarujá, la città dove la famiglia si trasferì quando Aracy era ancora una bambina). La donna parlava tedesco, inglese, francese e portoghese e si trasferì a San Paolo dove visse col primo marito, il tedesco Johannes Edward Ludwig Tess, e il figlio Eduardo. Nel 1935 si separò e si trasferì in Germania, ad Amburgo, trovando lavoro al Consolato brasiliano dove fu nominata responsabile della Sezione Passaporti. Sfidando tutte le regole, quando iniziò la persecuzione contro gli ebrei, Aracy aiutò tantissime persone facendole emigrare in Brasile: rilasciò più di cento visti solo durante la “Notte dei cristalli”, il 9 novembre 1938, distribuì persino agli ebrei in possesso di passaporti falsi. Ad appoggiarla fu un giovane diplomatico, João Guimarães Rosa, che sarebbe poi diventato il suo secondo marito e uno dei più importanti scrittori brasiliani: la coppia salvò un gran numero di persone, nascose molti ebrei nella loro abitazione, li accompagnò anche alle navi per fuggire. Tutto questo fino al '42, quando il Brasile interruppe i rapporti con la Germania. «Ho fatto ciò che era giusto fare», raccontò ai giornalisti la donna, che nel 1982 ricevette la più alta onorificenza dal governo d'Israele, il titolo di “Giusto tra le nazioni”. È morta a 102 anni, nella sua casa di San Paolo. «È stato un viaggio faticoso: è bello che il pubblico possa finalmente conoscere questa vicenda», ha confessato l’attrice Sophie Charlotte. «Un esempio concreto di come le donne, con il loro potere, abbiano saputo trasformare il mondo, senza che la Storia le abbia sapute ricordare».