Economia
March 14 2014
All’Agenzia delle entrate lo definiscono ancora un test, ma a tutti gli effetti potremmo dire che è iniziata l’era del nuovo redditometro. Nei prossimi giorni infatti verranno inviate circa 20mila lettere ad altrettanti contribuenti considerati a rischio evasione fiscale secondo i criteri introdotti appunto dal nuovo redditometro. Ma chi saranno i soggetti “attenzionati” dagli ispettori dell’Agenzia delle entrate? Come spiegato e ribadito più volte già in passato si tratterà di contribuenti per i quali sia stato rilevato uno scostamento superiore al 20% tra reddito dichiarato e spese effettivamente sostenute nel corso dello stesso anno.
ECCO COME VERRA' UTILIZZATO IL NUOVO REDDITOMETRO
Un criterio di selezione diventato tra l’altro ancora più stringente da un ulteriore parametro reso noto in queste ore dai tecnici del fisco: non verranno cioè presi in considerazione per eventuali controlli quei soggetti per i quali lo scostamento tra entrate e uscite sarà, in valore assoluto, inferiore comunque ai 12mila euro. Ed è forse proprio l’aggiunta di questo ulteriore discrimine che ha fatto calare il numero delle prime lettere che saranno inviate, dalle 35mila preannunciate negli scorsi mesi, alle 20mila ora effettivamente dichiarate. Mesi tra l’altro passati non invano.
SPESE, L'OCCHIO INDISCRETO DEL FISCO
Ricordiamo infatti che l’invio delle missive in questione, che in origine come detto erano 35mila, era stato bloccato per un intervento del Garante per la privacy che aveva ravvisato nel nuovo redditometro elementi che avrebbero messo a rischio la sicurezza dei dati personali dei contribuenti. A questo proposito erano stati rivolti all’Agenzia delle entrate una serie di rilievi a cui si chiedeva di porre rimedio prima di procedere con l’invio delle prime lettere di contestazione. E così, in questi mesi, gli uomini di Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle entrate, hanno provveduto a rivedere e sistemare quegli elementi che avevano suscitato le attenzioni dell’Authority per la privacy.
REDDITOMETRO, PERCHE' IL GARANTE HA DETTO NO
Non è un caso dunque che proprio qualche giorno fa sia uscita una circolare ell’Agenzia che annunciava proprio l’accoglimento dei rilievi in questione e l’adeguamento pieno alle norme sulla riservatezza. In particolare, gli ispettori dell’Agenzia delle entrate, hanno deciso che per i propri controlli e le proprie verifiche non terranno conto delle cosiddette medie Istat,ovvero delle spese per uso corrente, legate solo ad elementi di natura statistica, che tante polemiche avevano suscitato. I contribuenti da sottoporre a controllo verranno dunque selezionati innanzitutto in base alle spese certe, ovvero quelle la cui entità emerge in maniera diretta dalle banche dati dell’Anagrafe tributaria. Ma non finisce qui. Ad essere prese in considerazione infatti saranno anche le cosiddette spese “per elementi certi”, ovvero quelle individuate in maniera induttivo-statistica ma ancorate al possesso certo di beni, come l’automobile o la casa di abitazione.
QUANDO SCATTERANNO LE PRIME VERIFICHE
Infine, nel computo della stima delle uscite reali dei contribuenti, un ruolo lo giocherà anche l’eventuale “fitto figurativo”, ossia la spesa imputata quando emerge che il contribuente non possiede immobili a titolo di proprietà, leasing o uso gratuito: si presume infatti che il soggetto in questione da qualche parte debba pur abitare. Questo dunque il quadro complessivo degli strumenti in mano al fisco. Da parte loro, i contribuenti che riceveranno le prime lettere di contestazione, saranno chiamati a fornire in prima battuta delucidazioni nell’ambito di un contraddittorio che rappresenta uno dei perni del nuovo redditometro. Solo nel caso infatti il contribuente richiamato, non dovesse essere in grado di fornire chiare e solide spiegazioni circa eventuali spese sostenute, scatterà la vera e propria procedura di infrazione.