Ape Social, la guida
L'Inps ha deciso di rendere più facile l'accesso alla pensione a 63 anni, senza penalizzazioni. Ecco chi ne ha diritto
Alla fine, l'Inps ha scelto la flessibilità. Per l'accesso all'Ape Social, l'anticipo pensionistico, che consente di mettersi a riposo dal lavoro a 63 anni (senza penalizzazioni) anziché a 66-67anni, verranno accolte 46mila domande, su 66mila presentante. Sono stati dunque ammorbiditi i requisiti assai stringenti che nei mesi scorsi avevano portato l'istituto della previdenza a respingere oltre il 70% richieste di accesso all'Ape, per mancanza di requisiti.
Nello specifico, era stato negato lo status di disoccupazione (che dà diritto al pensionamento anticipato) a chi aveva lavorato anche per soli pochi giorni: una severità che non era certo passata inosservata, viste le numerose proteste raccolte dai sindacati. Ora le che l'Ape Social è diventato più accessibile, ecco di seguito una panoramica su come funziona questa forma di pensionamento e a chi è destinata.
Chi ha diritto all'Ape Social
L' accesso all'Ape Social è riservato ad alcune categorie sociali particolarmente vulnerabili (purtroppo molte domande già presentate sono state respinte).
- I disoccupati ultra 63enni che hanno smesso di percepire il sussidio destinato ai senza lavoro (Naspi) da almeno tre mesi.
- I lavoratori che da almeno sei mesi assistono il coniuge o un parente di primo grado convivente (genitore o figlio) con handicap grave.
- Gli invalidi civili con un grado di invalidità pari o superiore al 74%
- Chi svoge o ha svolto lavori usuranti (qui l'elenco completo delle professioni che possono accedere all'Ape Social).
I requisiti contributivi
Per avere accesso all'Ape social bisogna aver compiuto 63 anni di età e aver alle spalle almeno 30 anni di contributi (36 anni, per chi rientra nella categoria dei lavori usuranti). L'importo della pensione maturata, che verrà corrisposto in 12 mensilità, non può superare i 1.500 euro mensili lordi.