Fisco, tutte le novità della manovra bis
Via libera alla rottamazione delle liti sulle imposte locali e a sanzioni più leggere sul volontary disclosure
Con l’approvazione della manovra bis arriverà anche una serie di novità riguardanti il fisco. Grazie ad alcuni emendamenti approvati infatti, scatteranno nuove regole per quei contribuenti che vantano debiti con le amministrazioni locali sul fronte del pagamento di imposte quali Imu, Ici e Tasi. Anche per loro infatti sarà introdotta una sorta di rottamazione. Ma novità interessanti ci saranno anche per chi ha aderito alla volontary discosure, oppure per i proprietari di alberghi che effettueranno acquisti per mobili e arredamenti. Senza dimenticare l’addio agli studi di settore con l’introduzione degli indici di affidabilità fiscale e il lancio di un primo abbozzo di web tax. Ma vediamole tutte nel dettaglio le novità di carattere tributario che verranno inserite nella manovra bis in via di approvazione definitiva.
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Rottamazione delle imposte locali
Grazie ad un emendamento bipartisan alla manovra bis, d’ora in poi anche Comuni, Province e Regioni potranno scegliere di attivare la rottamazione delle liti pendenti sulle imposte locali. Dunque eventuali controversie riguardanti Imu, Ici e Tasi, solo per fare alcuni degli esempi più significativi, potranno essere risolte in maniera agevolata come avviene attualmente con i debiti che i contribuenti hanno nei confronti dell’Agenzia delle entrate. I particolari sulle rottamazioni fiscali di carattere locale, dovranno essere decisi dalle singole amministrazioni territoriali che avranno tempo fino al 31 agosto 2017 per deliberare sull'applicazione del meccanismo.
Volontary disclosure: sanzioni calmierate
Anche in questo caso, grazie a un emendamento specifico, vengono previste sanzioni più leggere se i versamenti dovuti per l'emersione di capitali con la voluntary disclosure risultano per qualche motivo, compreso l'errore, incompleti. Infatti in caso di insufficiente versamento del dovuto, il recupero delle somme da parte dell'Agenzia delle entrate avverrà non più sull'ammontare calcolato secondo quanto previsto per il mancato versamento (dunque con l'applicazione di una sanzione specifica), ma recuperando quanto dovuto a titolo di imposte, ritenute, contributi, interessi e sanzioni in base all'istanza di collaborazione originariamente presentata, ferma restando una maggiorazione del dieci per cento.
Alberghi, arriva il credito d’imposta sugli arredi
La manovra prevede che il credito d'imposta per l'acquisto di beni strumentali viene esteso per gli alberghi anche all'acquisto di mobili e componenti d'arredo. L'agevolazione è concessa però a condizione che il beneficiario non ceda a terzi né destini a finalità estranee all'esercizio di impresa i beni oggetto degli investimenti prima dell'ottavo periodo di imposta successivo.
Addio studi di settore
Come preannunciato da tempo, un emendamento specifico ha sancito l’addio agli studi di settore che verranno sostituiti dagli indici di affidabilità fiscale a partire dall'anno di imposta 2017. A questo proposito l'Agenzia delle entrate dovrà emanare un apposito provvedimento entro 90 giorni dall'entrata in vigore della manovra bis. È solo il caso di ricordare che il nuovo regime introduce una scala di punteggio da 1 a 10 con la quale saranno valutati i contribuenti, prevedendo per i più bravi, ossia per quelli che dimostreranno maggiore affidabilità nel versamento delle imposte, una serie di premi di carattere fiscale.
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Un embrione di web tax
È stato compiuto un primo passo verso l’istituzione della web tax. Si è delineato infatti un percorso ad hoc per le multinazionali che operano nel digitale che vogliono autonomamente mettersi in regola con il fisco italiano senza aspettare che a muoversi sia l'Agenzia delle entrate insieme a tribunali e Guardia di finanza come già successo con Apple e Google. Insomma un primo approccio di carattere dialogante, che dovrebbe rappresentare il preludio all’istituzione di web tax vera e propria che, secondo molti osservatori però, non potrà avvenire che con il pieno accordo degli altri Paesi dell’Unione europea.
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