Mps, il piano di Passera e quello di JpMorgan: le differenze
Come si articolano le due strategie alternative per portare fuori dalla crisi il Monte dei Paschi di Siena
E' meglio il piano di Corrado Passera o quello di Jp Morgan e Mediobanca? E' la scelta di fronte alla quale si trova oggi Marco Morelli, da poche settimane amministratore delegato del Monte dei Paschi di Siena (Mps), che lunedì 24 ottobre presenterà un nuovo piano industriale per portare la banca toscana verso il salvataggio.
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Come sa bene chi ne ha seguito le cronache , da mesi Mps si è affidata alle cure di due grandi gruppi finanziari come appunto Jp Morgan e Mediobanca, che hanno tracciato la tabella di marcia che dovrebbe traghettare l'istituto toscano verso il salvataggio.
Il piano di Jp Morgan
Nello specifico, secondo il piano di Mediobanca e Jp Morgan, Mps dovrebbe effettuare entro la fine dell'anno una bella iniezione di liquidità per un totale di 5 miliardi di euro e, parallelamente, liberarsi di ben 27,7 miliardi di euro di crediti deteriorati attraverso una cartolarizzazione, cioè trasformandoli in titoli finanziari da rivendere sul mercato. Quest'ultima operazione dovrebbe avvenire con l'ausilio del fondo salva-banche Atlante mentre l'iniezione di liquidità potrebbe essere realizzata in due modi: in parte con un aumento di capitale e in parte con la conversione in azioni di circa 3-3,5 miliardi di euro di obbligazioni subordinate oggi in mano agli investitori istituzionali.
Il piano di Passera
Nelle ultime settimane, però, ha ripreso quota l'ipotesi che Mps batta un'altra strada per risanarsi. Lo ha fatto sapere lo stesso amministratore delegato Morelli che ha detto di non aver ancora chiuso le porte al piano elaborato da Corrado Passera, ex n. 1 di Intesa Sanpaolo ed ex-ministro dello Sviluppo Economico nel governo Monti.
Passera ha delineato un altro percorso per portare la banca fuori dalla crisi che considera molto meno oneroso di quello previsto invece da Jp Morgan, in quanto la casa d'affari americana richiede commissioni un po' troppo salate. Nello specifico, il piano dell'ex-ministro si basa sull'ingresso nel capitale di alcuni grandi soci finanziari, i cui nomi rimangono ancora top secret tranne quello del fondo Atlas del finanziere Bob Diamond. I nuovi azionisti porterebbero risorse per 2,5 miliardi di euro riducendo così l'entità dell'aumento di capitale a 1,5 miliardi.
Altra liquidità dovrebbe essere reperita attraverso la mancata distribuzione dei dividendi per qualche anno mentre è prevista una cartolarizzazione di crediti sofferenti per 31,1 miliardi di euro, cioè per un importo superiore rispetto al piano di Jp Morgan. Non appena l'ad Morelli ha riaperto le speranze per il piano di Passera, il titolo Mps ha avuto un exploit in borsa: ieri ha guadagnato il 7% e oggi fa segnare un rialzo di oltre il 6%. Il mercato, insomma, sembra fare il tifo per l'ex-n.1 di IntesaSanpaolo.