Naspi, come si calcola l'assegno
Per determinare il nuovo sussidio di disoccupazione che partirà a maggio, la base per i conteggi sarà lo stipendio degli ultimi 4 anni
Poco più di 3 settimane al via. La data del primo maggio 2015, festa dei lavoratori, coincide quest'anno anche con il debutto della Naspi (nuova assicurazione sociale per l'impiego), il sussidio alla disoccupazione istituito con il Jobs Act, la riforma del welfare del governo Renzi. Ecco, di seguito, una mini-guida per capire (a grandi linee) come si calcola questa nuova indennità.
La formula di calcolo
Il procedimento per determinare l'assegno è un po' complicato e prevede diversi passaggi. Innanzitutto, bisogna calcolare la retribuzione media settimanale del dipendente degli ultimi 4 anni. Poi, bisogna moltiplicare l'importo ottenuto per un coefficiente fisso (pari a 4,33). Si ottiene così uno stipendio di riferimento su cui poi viene determinata l'indennità Naspi. Se il risultato è inferiore a 1.195 euro lordi, si calcolerà un quota del 75% che corrisponde all’ammontare esatto del sussidio. Se invece il risultato oltrepassa i 1.195 euro, per la parte di salario superiore a questa soglia l’indennità sarà pari al 25% . In ogni caso, è previsto per l'assegno un tetto massimo di 1.300 euro.
Un esempio concreto: lavoratore con stipendi bassi
Visto che il sistema di calcolo della Naspi non è proprio semplicissimo da capire, conviene chiarirsi le idee prendendo in esame un caso concreto. Supponiamo che un lavoratore, nell'ultimo quadriennio, abbia avuto una retribuzione annua lorda annua di 10mila euro per primi due anni (104 settimane) e di 15mila euro annui nel biennio successivo (altre 104 settimane). In questo caso, la somma di tutti gli stipendi dell'ultimo quadriennio è pari complessivamente a 50mila euro (10mila X 2 + 15mila X 2). Dividendo la somma dei redditi per il numero di settimane lavorate (208), si ottiene una retribuzione media pari a 240 euro circa ogni 7 giorni. Moltiplicando questa cifra per il coefficiente fisso di 4,33, si ottiene un salario di riferimento pari a circa 1.040 euro. L'assegno Naspi sarà dunque pari al 75% di quest'ultimo importo, cioè 780 euro lordi al mese.
Un altro caso concreto: lavoratore con stipendi alti
Più complicato è il sistema di calcolo della Naspi per un lavoratore che guadagna un po' di più rispetto a quello dell'esempio precedente. Supponiamo che la somma di tutti gli stipendi, nell'ultimo quadriennio, sia pari a 100mila euro e che il disoccupato abbia lavorato continuativamente per 208 settimane, cioè per 48 mesi. In questo caso, la retribuzione media settimanale sarà pari a 480 euro. Moltiplicando questa cifra per il coefficiente fisso di 4,33, si ottiene dunque un salario di riferimento pari a circa 2.080 euro. Poiché questa cifra supera i 1.195 euro, l’ammontare dell’indennità Naspi verrà spezzato in due. Fino alla soglia di 1.195 euro mensili, si calcolerà una quota 75% che corrisponde a poco più di 896 euro. Sulla parte di salario che oltrepassa i 1.195 euro (cioè 885 euro) verrà calcolato invece soltanto il 25%, che corrisponde a circa 220euro. L’ammontare finale dell’assegno Naspi sarà dunque il risultato di due componenti: gli 896 euro determinati con il primo passaggio, più altri 220 euro ottenuti con l’ultima operazione, per un totale di poco più di 1.100 euro lordi.
I tagli dal quarto mese in poi
Va ricordato, però, un particolare importante. Le cifre calcolate negli esempi precedenti si riferiscono all'importo iniziale del sussidio di disoccupazione, che rimarrà tale solo per i primi tre mesi. Dal quarto mese in poi, vi sarà invece un taglio all'indennità del 3% ogni 30 giorni. Esempio: dopo 6 mesi, l'assegno verrà decurtato del 9%, dopo 9 mesi ci sarà invece un taglio del 18%, che sale al 27% dopo 12 mesi e al 45% dopo 18 mesi, per arrivare sino del 60% circa alla fine del secondo anno di disoccupazione. Dunque, chi parte con un sussidio di 1.100 euro lordi, dopo 6 mesi lo vedrà scendere attorno a 1.000 euro e dopo un anno a circa 800 euro.