Trump cancella il TPP: i vantaggi per la Cina
Per Pechino sarà più facile controllare i mercati asiatici. Si chiude un'area di libero scambio vista come un limite alla potenza commerciale americana
UPDATE: Il presidente degli Stati Donald Trump il 23 gennaio, a soli tre giorni dalla nomina a Presidente americano, ha firmato nello Studio Ovale tre ordini esecutivi, tra cui quello in cui gli Stati Uniti si ritirano dal proposto Tpp, l'accordo commerciale Trans-Pacifico, come promesso in campagna elettorale. Si tratta tuttavia di una formalitàvisto che il Tpp non era stato ancora ratificato al Senato. Ecco, in questo articolo che avevamo preparato il 29 novembre scorso, le conseguenze di questa scelta.
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Durante tutta la campagna elettorale, nessuno ha mai dubitato che tra le priorità di Donald Trump vi fosse quella di stupire. Stupire i suoi sostenitori, i suoi collaboratori, ma anche, e soprattutto, gli elettori indecisi e i leader del resto del mondo.
In più occasioni Trump ha dipinto per l'America un futuro roseo, a patto che fosse improntato sull'isolamento e sul perseguimento del mero interesse nazionale. Anche a patto di scontrarsi con chi avrebbe preferito un adattamento della sua leadership a pratiche di collaborazione internazionale già collaudate.
Donald Trump e la Cina
Già a poche ore dalla sua elezione Donald Trump aveva fatto una dichiarazione che forse era sfuggita all'Europa ma di certo non era passata inosservata in Oriente: il Presidente aveva infatti informato i suoi interlocutori asiatici, e in particolare la Cina, della possibilità di rivedere la posizione americana in merito al mancato supporto alla Banca Asiatica d'Investimento per le Infrastrutture, o Aiib, una struttura lanciata da Pechino nel 2014 cui Washington non solo si è sempre rifiutata di aderire, ma ha anche cercato di fare in modo che venisse boicottata dai suoi partner, europei e asiatici. Fallendo miseramente, perché in questa fase di crisi che si sta prolungando ben oltre le aspettative le opportunità fanno gola a tutti, a prescindere da chi le offra.
Il futuro della Trans-Pacific Partnership
Donald Trump è sempre stato chiaro anche in merito al futuro della Trans-Pacific Partnershipl'alleanza anti-cinese rilanciata dall'amministrazione Obama per rafforzare la posizione economica e strategica degli Stati Uniti in Estremo Oriente, e che è sempre stata guardata con sospetto dai paesi di questa regione proprio perché, di fatto, li costringeva a prendere una decisione impossibile: scegliere tra Pechino e Washington.
Che cos'è la Tpp
Il Tpp, ovvero l'accordo di libero scambio tra gli Usa e gli undici Paesi che si affacciamo sul Pacifico, esclusa la Cina, per Trump non è un buon accordo commerciale. Avrebbe eliminato tante barriere, è vero, ma avrebbe creato altrettante distorsioni vincolando i partner a scambiare tra di loro soltanto prodotti realizzati con materie prime e semilavorati provenienti dall'area geografica coperta dall'accordo. Questo perché la valenza strategica anti-cinese del patto ha gioco forza costretto i singoli membri a trovare compromessi non ottimali.
Cosa succede se gli Stati Uniti si ritirano
Il ritiro degli Stati Uniti impica l'affossamento del patto, perché nessuno degli altri paesi membri del Tpp potrebbe mai trarre vantaggio da un accordo di libero scambio da cui i suoi principali partner commerciali sono esclusi. Questo però non significa che Trump sia intenzionato a lasciare campo libero alla Cina.
Vittoria cinese o vittoria di tutti?
La Repubblica popolare è una delle principali fonti di preoccupazione per gli Stati Uniti, e questa consapevolezza continuerà a pesare anche nell'era Trump. Forse, però, quello che gli Stati Uniti potrebbero aver capito è che con un atteggiamento chiuso al confronto si corre un unico rischio: alimentare un'escalation di tensioni che potenzialmente potrebbe diventare inarrestabile.
In una fase in cui l'economia va rimessa in sesto, e questo vale anche per la Cina che non è certo immune alle difficoltà, un po' di stabilità farebbe comodo a tutti. La posta in gioco è altissima: i negoziati sulle materie prime, sull'acciaio, sul clima sono solo alcuni dei capitoli più urgenti su cui prima o poi Donald Trump e Xi Jinping dovranno confrontarsi. La Tpp era un problema per entrambi. Non necessariamente la sua rimozione renderà più fluidi e costruttivi i colloqui tra i due leader, ma di certo non li peggiorerà.