Bagni: "I miei 5 mediani scudettati per 50 anni di Inter"
Bedin, Bertini, Oriali, Berti e Cambiasso nei ricordi del centrocampista. Che rivela l'affare chiuso e poi saltato per Verratti in nerazzurro
"Periodi diversi, ruoli diversi difficile paragonarli. Tutti grandi giocatori, alcuni anche in anticipo sui loro tempi". Salvatore Bagni, uno dei più forti mediani della storia nerazzurra, accetta il gioco di Bonimba di raccontare i 5 grandi mediani degli ultimi 50 anni interisti, quelli che hanno conquistato almeno uno scudetto: Gianfranco Bedin, Mario Bertini, Lele Oriali, Nicola Berti e Esteban Cambiasso.
Bagni, celebre per personalità e determinazione, con l'Inter disputò tre campionati dal 1981 al 1984. "Arrivai dal Perugia e vincemmo subito la Coppa Italia, con Bersellini in panchina. All'inizio faticai un po', poi gli ultimi mesi furono splendidi, segnai anche 5 gol, giocavo ancora ala". L'anno dopo fu quello della svolta, Rino Marchesi convinse Salvatore ad arretrare. "Sarò sempre riconoscente a Rino, una persona straordinaria. Eravamo ancora nel periodo della preparazione in Trentino e lui mi chiese di provare a centrocampo. Accettai per la grandissima stima che avevo in lui. Rimasi molto male quando non fu confermato".
L'ultimo anno di Bagni in nerazzurro fu sotto la guida di Gigi Radice, con un inizio di stagione horror. "Partimmo malissimo, giocavamo con due fantasisti, Beccalossi e Muller e io e Sabato dovevamo adattarci. Radice proponeva un gioco innovativo, molto aggressivo, fatto di recuperi e ripartenze. Ideale per me." Dopo quella stagione, in estate Bagni litigò con il neopresidente Pellegrini e lasciò l'Inter per Napoli. Ilario Castagner, l'allenatore che arrivò in corrispondenza di quell'addio, ha sempre rimpianto quel litigio, convinto che con Bagni in squadra avrebbe vinto scudetto o Coppa Uefa. "Sì Ilario me l'ha detto più volte . Se sono d'accordo? Beh come faccio a dirlo, sarei un presuntuoso... con Castagner ho vissuto un periodo fantastico nel Perugia dei miracoli, una squadra con pochi soldi e tanta saggezza".
Da molti anni Bagni lavora come consulente di mercato con un'ampia competenza sui campionati esteri. L'affare concluso con l'Inter di cui va più orgoglioso è quello di Adriano ("all'epoca era un giocatore devastante, un fisico incredibile, una capacità e potenza di tiro strabiliante, peccato per poi come si sia buttato via"), quello non concluso, non per colpa sua, è invece Marco Verratti. "Era tutto fatto, accordo trovato con Moratti sui 5 milioni, poi qualcuno disse al presidente che erano troppi soldi e l'accordo saltò".
Dopo lo scoop, ecco la carrellata dei mediani storici.
Gianfranco Bedin, veneziano, classe 1945, dieci anno in nerazzuro dove tolse il posto a Carlo Tagnin. Palmares di grande prestigio: tre scudetti, una Coppa Campioni, due Coppe Intercontinentali. "Rispetto a Tagnin", afferma Bagni, "Gianfranco sapeva fare bene entrambe le fasi, sia quella difensiva sia quella in fase propositiva. Quello che si chiede oggi ad un calciatore moderno. Era in anticipo sui suoi tempi".
Mario Bertini, 1944, toscano di Prato, arriva all'Inter dalla Fiorentina e in nerazzuro disputa sette campionati caratterizzati dallo scudetto del '71, quello insperato con Giovanni Invernizzi che sostituì in corsa Heriberto Herrera, quando Mazzola e Facchetti si misero a stilare una tabella di marcia in aereo. "Mario aveva una forza fisica straordinaria", ricorda Bagni."Sapeva difendere, ma anche accorciare, inserirsi con i tempi giusti e andare al tiro. Infatti segnò anche diversi gol".
Gabriele Oriali, detto Lele, 1952, bandiera nerazzurra, cresciuto nelle giovanili interiste, titolare per 13 campionati. E' lui il mediano titolare dell'Inter campione d'Italia del 1979-80 con Bersellini in panchina. "Grandissima intelligenza, Lele giocava un'infinità di palloni durante la partita, si sapeva proporre sempre al momento giusto e anche lui era capace di offendere e segnare. Molto diverso rispetto, ad esempio, a Giampiero Marini che era fortissimo nel fisco e nella interdizione. Volontà di ferro, Marini si è conquistato tutto con il sacrificio".
Nicola Berti da Salsomaggiore, 1967, è il giocatore più atipico della categoria. Lunghe leve, grande corsa, ottima tecnica. "Nicola era un centrocampista di spinta, non giocava davanti alla difesa come un mediano classico. Lui e Matthaeus insieme erano una coppia di centrocampo molto propositiva, con grandi capacità di concludere direttamente. Era un piacere vederli giocare nell'Inter del Trap".
Esteban Cambiasso, detto Cuchu, è stato per dieci anni il polmone dell'Inter di Mancini e Mourinho, conquistando 4 scudetti, 4 coppe Italia, una Champions League e una Coppa del mondo per club. "L'esemplificazione dell'intelligenza nel calcio. Un colpo di mercato straordinario, preso a parametro zero da un Real Madrid che non credeva evidentemente nelle sue qualità. All'epoca lo conoscevo bene già come giocatore, ma non avrei mai immaginato una sua tale esplosione e tenuta per così tanti anni".
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