Milan-Inter: il derby (mica da ridere) Abatantuono-Michele
Intervista doppia con l'attore, tifosissimo rossonero, e il papà di Zelig, neroazzurro doc. Chi la spunterà domenica? L'altro, sempre
Da una parte, Michele Mozzati della premiata ditta Gino & Michele, l'alfa e l'omega di "Zelig" da quasi tre lustri. Professione: interista. Fino al midollo, pure di più. Dall'altra, Diego Abatantuono, straordinario protagonista del cinema italiano che ha convinto anche all'estero. Dove passa lui, crescono gli applausi. Tifa Milan. Scrive Milan: nel suo blog, ecccezzziunale.it. Nel mezzo, il derby di Milano, che andrà in scena domenica sera. L'occasione per un confronto in punta di sorriso, tra ricordi, benedizioni e presagi. Chi vince? L'altro, sempre.
Il primo derby a San Siro non si scorda mai
Michele: “Ne ho visti talmente tanti che il primo proprio non lo ricordo. Ricordo però quando allo stadio si stava in piedi sui gradoni in cemento. Mio padre mi obbligava a guardare le partite da dietro la porta e per anni ho sentito tutte le 'saracche' di capitan Picchi. Da buon livornese, ne diceva tantissime. Ecco, diciamo che grazie a lui mi sentivo un po' calciatore anch'io".
Diego: "Ricordo che la prima volta che andai da solo a San Siro il Milan giocava con il Cagliari di Gigi Riva. Ero senza biglietto, arrivai tardissimo, tutte le sfighe del mondo. Quando entrai nei distinti, tutti erano in piedi e io non riuscivo a vedere nulla. Mi feci largo e arrivai alle sbarre: il Milan era sotto di un gol, aveva segnato proprio lui, Riva. Il primo derby? E chi se lo ricorda?".
Il derby che più mi ha fatto ridere
Michele: "Negli anni Settanta portai con me allo stadio il mio amico Andrea, milanista nell'anima. Di solito, non si va mai a seguire un derby con una persona dell'altra squadra, però quella volta ero così sicuro di perdere che mi convinsi che lo facevo per amicizia. In realtà, ricordo che ero un po' teso, perché temevo che al termine della partita mi avrebbe preso in giro per un sacco di tempo. Quel derby finì invece con una vittoria sonante dell'Inter. Comincia a ridere fino a quando ci salutammo: non mi perdonò mai di non essere riuscito a controllarmi".
Diego: "Andavo allo stadio con gli amici con la prerogativa assoluta di divertirci. Abbiamo riso per così tanti anni che mi sono tolto la voglia".
Il derby che più mi ha fatto piangere
Michele: "Le partite con i risultati tennistici a favore del Milan. Ma non voglio nemmeno pensarci".
Diego: "Stavo girando a San Siro il primo 'Eccezzziunale... veramente' (ndr, 1982). Nel corso della stessa partita, facevo sia il milanista, sia l'interista. Bene, sono riuscito a perdere sia durante le riprese, sia poco dopo sul campo, nella gara vera. Devo dire però che la scena da interista l'ho girata con il mio amico Massimo Boldi e le risate che ci siamo fatti hanno in parte compensato la delusione per il risultato".
Facchetti o Rivera?
Michele: "I grandi campioni restano grandi campioni a prescindere dalla maglia che portano. Ma io sono cresciuto con Facchetti negli occhi e Facchetti nel cuore, non potrei dire diversamente".
Diego: "Che domanda è? Pallone d'oro o no? Come è possibile non scegliere una persona che squarcia il cielo vestito da dio e insegna al mondo a giocare al calcio? Per carità, tutto il rispetto per Facchetti, ma Rivera era un'altra cosa".
Dici Sacchi e penso che...
Michele: "Il gioco che ha inventato lui, grandissimo allenatore, è stato l'inizio della rovina del calcio mondiale. Ha voluto portare tutto all'estremo, dal pressing al modo di stare in campo. Ci siamo chiesti per diverso tempo se fosse di destra o di sinistra. Per me, uomo di sinistra, era di destra, senza alcun dubbio".
Diego: "Ha cambiato il modo di giocare al calcio. Con lui, c'è stata la grande evoluzione delle tattiche. Ha costruito un grandissimo Milan. Ha perso un mondiale con i migliori rigoristi del mondo che in quell'occasione hanno sbagliato a calciarlo".
Dici Mourinho e penso che...
Michele: "I due più grandi allenatori di sempre sono stati Helenio Herrera e José Mourinho. Sono stati i più stronzi di sempre e hanno allenato l'Inter. Per un tifoso che ce l'ha dalla loro parte, è il massimo della vita. Mourinho sapeva comunicare come pochissimi e sapeva mettere in campo la squadra. Meglio di così".
Diego: "Inizialmente, mi stava un po' sui maroni. Quando è arrivato all'Inter, non potevo non apprezzarlo, perché era bravo. Ma è col passare del tempo che mi è diventato simpatico. Ha qualità, talento e originalità".
Una scommessa che vale un caffè: chi vince domenica?
Michele: "Naturalmente, Milan, gli faccio tanti auguri".
Diego: "L'Inter. E lo penso davvero, mica per scaramanzia. Le forze in campo sono simili, ma loro hanno cambiato allenatore, e Mancini ha un'esperienza superiore a quella di Inzaghi. Sulla carta, sono favoriti loro. E vincerà l'Inter, vedrete".
Io scenderei in campo così...
Michele: "Lascio a Mancio, che stimo molto, la scelta. Lui ama lo spettacolo, non ci saranno problemi".
Diego: "Un portiere a scelta, perché tra quelli che abbiamo c'è chi esce troppo, chi non esce e chi si fa male uscendo. Poli in difesa? Se c'era Abate preferivo. In attacco, Menez non mi convince. Mi pare che abbia un po' la sindrome di Balotelli".
Mancini e Inzaghi: tre aggettivi per entrambi
Michele: "Per Mancini direi signorile, competente e assennato. Per Inzaghi invece 'risietta' (ndr, dialetto milanese, sta per precisino), intelligente, furbo".
Diego: "Per me Inzaghi è entusiasmante o entusiasmato, voglioso e allegro. Mancini? Espero, bravo e... anti-milanista".
Il giocatore dell'altra squadra che vorrei nella mia
Michele: "Dico il Faraone, perché è giovane e i giovani mi danno gioia".
Diego: "Se giocasse ancora, prenderei Mancini, ma purtroppo fa l'allenatore. Sia chiaro, in questo momento non mi farei in quattro per nessuno dell'Inter, ma se dovessi sceglierne uno direi Kovacic.
Fairplay: vinca il migliore?
Michele: "Certo che no, come diceva il grande Rocco, vinca il peggiore".
Diego: "Vinca il meno peggio. E' un momento difficile".
Caro Diego/Michele, ti faccio gli auguri..
Michele: "Tantissimi auguri Diego, auguri sinceri di una grande vittoria".
Diego: "Tanti auguri e tanto affetto, perché all'amico che tifa Inter non puoi non volergli bene".
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