The Visit, M. Night Shyamalan tra tensione e risate: 5 cose da sapere
Sfiora l'horror ma profonde anche bizzarra ilarità. Un film brutale e divertente
Il 1999 ha segnato la carriera di M. Night Shyamalan: con Il sesto senso, capolavoro di acume, suspense e sensibilità, ha trovato il successo. Ma ha attirato su di sé alte attese difficili da soddisfare. Dopo i tutt'altro che riusciti E venne il giorno (2010) e After Earth (2013), ora il regista statunitense di origini indiane torna con The Visit e questa volta, pur non toccando le vette del passato, diverte con croccante tensione e comicità nera.
Ecco 5 cose da sapere su The Visit (dal 26 novembre al cinema):
1) Ritorno alle origini
Shyamalan è voluto tornare alle sue radici di cineasta indipendente realizzando un piccolo film che gli desse la possibilità di soffermarsi sull'intimità dei personaggi e della narrazione. L'obiettivo? Risvegliare nello spettatore l'emozione primordiale della paura. Racconta: "Un giorno, ho detto: 'D'ora in poi faremo solo film piccoli'. Le idee mi arrivano così, in velocità è c'è un lasso di tempo in cui hanno una valenza. Se sei preso da un grande film, che richiede tre anni, sei impegnato per un tempo semplicemente troppo lungo. Ho bisogno di scriverlo, realizzarlo e girarlo utilizzando quella stessa energia che nasce dall'idea che per me ha un senso proprio in quel momento".
La storia di The Visit è di per sé semplice: Becca (Olivia DeJonge) e Tyler (Ed Oxenbould) sono due adolescenti che sono stati abbandonati dal padre quando i genitori hanno divorziato. Loro madre Paula (Kathryn Hahn), donna umile e fragile, si appresta ad andare in vacanza con il fidanzato di turno. I due fratelli vengono affidati per una settimana ai nonni materni, mai conosciuti prima.
2) Found-footage con stile
Becca, la maggiore dei due, è intelligente, metodica e appassionata. È una regista in erba e ha deciso di girare un documentario sul suo viaggio dai nonni. Non li ha mai visti prima perché sua madre ha litigato con loro e chiuso ogni rapporto. Tyler, alle prese coi primi cambiamenti ormonali, si diletta a rappare in maniera bizzarra.
Shyamalan sfrutta la passione cinematografica di Becca per utilizzare il found-footage (film finto amatoriale), ispirandosi alla serie Paranormal Activity del produttore Jason Blum, che non a caso è a bordo di The Visit. Il film è strutturato come se fosse un doc in prima persona, ripreso dal punto di vista di Becca o del suo assistente alla regia, il fratello Tyler. Per fortuna, però, visto che Becca è una ragazza in gamba che vuole realizzare un buon prodotto, non si patisce il mal di mare da ripresa troppo traballante. All'inizio è un po' faticoso entrare in contatto con la storia, proprio per questa tecnica che porta subito dentro i personaggi e li fa sentire invadenti e sovraesposti. Quando però arriviamo a casa dei nonni il disagio scompare: l'attenzione si concentra tutta su quelle due figure sempre più inquietanti.
"La strategia di film è quella di far sembrare tutto come se accadesse per caso il che è impegnativo", spiega Shyamalan. "Due dei personaggi di The Visit hanno delle telecamere, quindi abbiamo deciso di usare due diversi stili di ripresa per distinguerli tra loro".
L'unica sequenza girata effettivemente dai ragazzini è quella del nascondino sotto casa, in cui i due attori hanno usato telecamere a mano.
3) Brutale e divertente
Shyamalan annovera L'esorcista, Lo squalo, Psycho e Alien tra i suoi thriller preferiti, in grado di far montare la paura lentamente. The Visit infatti non ha fretta di farci aggrappare alla poltroncina. Quando lo fa non vuole neanche tormentarci. Dà delle stoccata qua e là, alcune poderose, ma senza sadismo e senza far durar mai a lungo la paura e lo sbigottimento. Poi, per rinfrancare gli animi, ecco che regala risate scroscianti.
The Visit è un ibrido croccante, è brutale e divertente. Con frequenti cambi di registro, talvolta sfiora l'horror, altre volte affonda le mani nella comicità pura o fintamente demenziale. Stupisce con scene in cui macabro e disgusto sono talmente esasperati o ridicoli da tirare sia le corde della paura che quelle dell'ilarità.
Al personaggio di Tyler, che invece di dir parolacce snocciola cantanti pop, va l'Oscar dello humour: esilarante il suo rap finale.
4) Deanna Dunagan nelle scene che ricorderemo
Gli inquietanti nonni, che nascondono una verità terribile, sono interpretati da Peter McRobbie e Deanna Dunagan. Ma è sicuramente quest'ultima, la "nonnina", a consegnarci le scene più memorabili, stile L'esorcista o la sua parodia Riposseduta. Non mi soffermo sui dettagli per evitare spoiler.
Dunagan dà tutta se stessa senza pudori. In ogni senso. E non si può non ridere ancora a ripensarci.
5) Un messaggio sul perdono
Paula, Becca e Tyler sono una famiglia che sta cercando di far pace con il suo passato per andare avanti.
"Ti prego, non portare mai rancore", è la raccomandazione accorata che Paula fa a sua figlia, alla fine del film. Al di là del mistero che pian piano si svela e delle scene più bislacche o spaventose, The Visit ci recapita un messaggio di cui far tesoro: perdonare spesso vale la pena.