16 luglio 1942: il rastrellamento del "Vélodrome d'Hivèr" di Parigi
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16 luglio 1942: il rastrellamento del "Vélodrome d'Hivèr" di Parigi

Marine Le Pen ha riportato alla memoria il più grave atto di deportazione di ebrei arrestati dalla polizia di Vichy in collaborazione con le SS

13,000 arresti a Parigi in una sola giornata, quella del 16 luglio 1942. Queste le cifre terrificanti dell'azione della polizia di Vichy nei confronti degli ebrei parigini noto come il rastrellamento del Vèlodrome d'Hivèr. La responsabilità dell'autorità di polizia francese (o dell'Etat Français dopo la capitolazione della Francia nel 1940) è netta e definita in accordo con i vertici dell'occupante nazista. 

Nel quadro della "soluzione finale" decisa a Wannsee proprio nel 1942, i tedeschi fecero pressioni per implementare le deportazioni nel territorio della Repubblica collaborazionista di Vichy. Per evitare la reazione dell'opinione pubblica nazionale, si scelse di procedere nei confronti di quegli ebrei di nazionalità non francese, tra cui vi erano molti rifugiati. Gli occupanti si accordarono inoltre con i vertici della polizia di Parigi perché fossero questi ultimi a realizzare in massima parte i piani dell'operazione noto come Vent Printanier (vento primaverile). 

Inizialmente il rastrellamento avrebbe dovuto svolgersi tra il 13 e il 15 luglio. Tuttavia le autorità di Vichy scelsero di non includere la festa della Bastiglia per ovvi motivi di immagine, optando per il 16 luglio. A condurre le operazioni da parte francese Emile Hennequin, capo della Polizia di Parigi e René Bousquet, segretario generale della Polizia Nazionale. Da parte tedesca furono responsabili l'SS-Hauptsturmführer Theodor Dannecker (braccio destro di Eichmann per la questione ebraica in Francia) e l' SS-Oberstürmführer Helmut Knochen, capo della Gestapo.

Alle prime luci dell'alba del 16 luglio 1942 la polizia francese iniziò gli arresti. Alla fine della giornata erano stati rastrellati 2.573 uomini, 5.165 donne e 3.265 bambini. Di questi circa 6.000 furono trasferiti immediatamente nel campo di detenzione di Drancy, a nord di Parigi. I restanti 7.000 furono rinchiusi nel Velodromo d'Inverno, nel 15° Arrondissement. Le condizioni di detenzione erano inumane. Il sistema di aerazione della struttura era stato sigillato per evitare le fughe, e i detenuti ammassati oltre la capacità della struttura lasciati senza acqua nè cibo. La detenzione nel velodromo durò 5 interminabili giorni, fino al trasferimento dei prigionieri nei campi di transito francesi. Da qui partirono per l'ultimo viaggio, per la maggior parte di essi senza ritorno, verso i campi di sterminio (soprattutto Auschwitz).

Alla fine della guerra per il rastrellamento del "Vélodrome d'Hivér" sarà individuato tra i responsabili il primo ministro di Vichy Pierre Laval, fucilato il 15 ottobre 1945. Il capo della Polizia Nazionale Bousquet  sarà momentaneamente graziato nel 1949 per la sua tardiva adesione alla Resistenza francese negli ultimi mesi della Repubblica di Vichy. Il processo a suo carico sarà ripreso nel 1991. Prima dell'istruttoria sarà assassinato da un malato di mente l'8 giugno 1993.

Per quanto riguarda i responsabili da parte tedesca: Theodor Dannecker fu arrestato dagli Americani nel dicembre 1945 e morirà suicida prima del processo a suo carico. Helmut Knochen sarà condannato all'ergastolo ma rilasciato per amnistia da Charles De Gaulle nel 1962.

Il 16 luglio 1995, anniversario dei fatti, il Presidente Jacques Chirac riconobbe il ruolo dello Stato e della polizia francese. Oggi negato dall'intervento di Marine Le Pen. 

Yad Vashem archives
Ebrei parigini catturati dalla polizia francese di Vichy il 16 luglio 1942 ammassati nel velodromo del 15° Arrondissement.

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Edoardo Frittoli