Francia, elezioni presidenziali: il dibattito della confusione
Lunedì gli 11 candidati in tv in uno scontro di tutti contro tutti che ha chiarito quasi nulla. Pare che ai francesi sia piaciuto più di tutti Mélenchon
Un dibattito con tutti i candidati alla presidenziali francesi del 23 aprile e 7 maggio. Ieri sera erano in 11 in tv - canale Bfm -: altre ai cinque favoriti: Le Pen, Macron, Fillon, Mélenchon, Hamon (dei quali ci siamo occupati in questa campagna elettorale) anche sei outsider.
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Ben 8 sono invece, in qualche modo, anti-Europa. Per fortuna, alla fine, anzi alla finale, il secondo turno del 7 maggio, arriveranno in due e uno sarà un europeista, l'altro sarà l'esponente nazionalista (anzi, scusate, "sovranista") Marine Le Pen.
Macron ha detto la cosa più efficace quando, rivolgendosi a Le Pen, ha ribadito quello che pensa, senza mezzi termini: "Nazionalismo vuol dire guerra. Lei sta riproponendo le menzogne che abbiamo sentito per 40 anni da suo padre".
Sull'Europa, Marine Le Pen, che nel consesso di ieri è apparsa addirittura la più moderata fra i sovranisti presenti, ha ripetuto che vorrebbe un "referendum" sulla permanenza nell'euro.
Comunque, il primo sondaggio relativo al dibattito indica nel candidato della sinistra alternativa Jean-Luc Mélenchon (La France Insoumise) quello considerato dai telespettatori come il "più convincente" in occasione del grande dibattito di ieri sera. Si tratta di sondaggio Elabe per Bfm-Tv.
Per il 25% degli intervistati è stato Mélenchon a dominare il dibattito, seguito dal candidato di En Marche, Emmanuel Macron (21%) e Francois Fillon (15%). Alla domanda su chi avesse il miglior progetto per la Francia, è però avanti Macron con il 23%, seguito da Melenchon (22%) e Fillon 18%.
Ma a meno di 20 giorni dal primo turno, i sondaggisti registrano un leggero ma significativo cambiamento: in sostanza al primo turno Le Pen è avanti due punti su Macron (26% a 24%). Fillon però si riavvicina, e viene accreditato di un 20%, quindi non fuori dai giochi per arrivare al secondo turno.
Soprattutto, la vittoria al secondo turno di Marine Le Pen viene considerata ancora possibile. Secondo lo studio di un docente di Sciences Po, Francois Heilbronn, che valuta anche i numeri degli astensionisti e degli indecisi, si potrebbe arrivare a un secondo turno con Marine Le Pen eletta presidente con il 50,4% dei voti (oltre il 31 al primo turno).