Il popolo della Leopolda: Renzi, gli imprenditori, i politici
Cento tavoli di discussione alla kermesse del Pd. Sul palco l'economia che strizza l'occhio al Governo
Non ci sono proprio tutti. Per esempio, Sergio Marchionne non si è fatto vedere. Però, la Leopolda 2014 è stata anche un'occasione per disegnare la mappa di quell'economia che ha un certo feeling con il Governo, anzi, con il premier Matteo Renzi. Ci sono "i soliti" Davide Serra, Brunello Cucinelli, Andrea Guerra e Oscar Farinetti. E poi oggi hanno parlato l'ad di H3G, Vincenzo Novari e quello di Prada, Patrizio Bertelli. Fra un minimo di autocritica, qualche richiesta e parecchio ottimismo, a Firenze l'impresa che cambia verso intanto è salita sul palco.
A far discutere più di tutti è stato il "solito" Serra, il proprietario del fondo Algebris, quello della polemica con Pier Luigi Bersani sulla sede nelle isole Cayman, ma anche uno dei più forti finanziatori della fondazione Open, nata per sostenere le iniziative renziane.
Oggi Serra ha annunciato che si iscriverà al Pd, ma prima ha chiesto di limitare il diritto di sciopero nel settore pubblico. Quelli della Leopolda non hanno gradito, come ha fatto notare dal palco una delle conduttrici della manifestazione, la deputata Silvia Fregolent: "Il diritto allo sciopero è un diritto costituzionale".
La Cgil in piazza: la manifestazione riempie Roma
Al microfono si sono alternati quegli imprenditori che Renzi ha visitato nei suoi tour da premier, come Vito Pertosa, che con la Sitael in Puglia costruisce satelliti, o Aldo Bonomi, vicepresidente di Confindustria e presidente delle Rubinetterie bresciane. E poi l'ex ad di Luxottica, Guerra, che ha chiesto alla classe imprenditoriale di "fare autocritica" perchè non ha capito in fretta che il mondo stava cambiando. L'ad di Prada, Bertelli, ha suonato musica per le orecchie del premier: "Questo governo farà pure qualche errore, ma fa il suo lavoro. È arrivato il momento di cambiare l'Italia", partendo dalla "burocrazia, che difende i pochi privilegi".
Incitamento a Renzi pure da Vincenzo Novari, amministratore delegato di H3G: "Il tuo dovere, Matteo, è dimostrare alle persone che l'impossibile non esiste, che questo è il Paese più bello del mondo, e che ce la può fare". Intanto, fra i tavoli di lavoro della platea, teneva banco quasi mezzo governo, come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Del Rio, e i ministri Marianna Madia e Dario Franceschini. Ma pure il consigliere economico del premier, Yoram Gutgeld, il consigliere di amministrazione di Finmeccanica Fabrizio Landi, anche lui finanziatore di Open, l'ex ad di Dada Paolo Barberis, Vincenzo Manes della Kme.
Il re del cachemire Cucinelli è arrivato a Firenze "perchè trovo la polemos - ha detto - la discussione fatta con garbo". C'era pure la compagine di quelli che sono arrivati da poco lontano, come Ferruccio Ferragamo, Leonardo Bassilichi e Gaetano Maccaferri, proprietario delle Manifatture sigaro toscano. Nessuno, a dir la verità, si e' soffermato più di tanto sulle misure del Governo, sulla riforma del lavoro, o sulla manovra. A meno che non siano stati sollecitati: del jobs act "mi piace tutto, dovessi firmarlo lo firmerei", ha detto Serra, che ha trovato un solo difetto: "Potrebbe essere un pelo più aggressivo". E la legge di stabilità? "È la piu' bella mai fatta in Italia".