La nuova discesa in campo di Berlusconi
La svolta su unioni civili e ius soli, il dialogo sulla riforma elettorale e l'annuncio: "Mi ricandiderò". Obiettivo: far vincere Forza Italia
"Certamente mi ricandiderò". "Matteo Salvini futuro leader del centrodestra? È presto per dirlo. La Lega
cresce perchè fa scelte forti che noi da moderati non possiamo
seguire come dire 'basta euro e immigrati". È molto chiaro e diretto Silvio Berlusconi nella sua intervista rilasciata a Mattino 5 il giorno dopo la conferenza stampa nella sala Aldo Moro di Montecitorio dove già aveva annunciato il suo ritorno in campo.
"Ci sono milioni di persone che non sono andate a votare perché io non ero presente né in tv né sul territorio. Ebbene io oggi ho ripreso e Forza Italia avrà tutto il tempo per rafforzarsi, per tornare a vincere. Altro che liquidazione di FI, isseremo una bandiera in ogni Comune, anche in quelli più piccoli. Perché io non credo che si tornerà a votare prima del 2018”.
Così Silvio Berlusconi, "il leader del centrodestra fatto fuori con l’uso politico della giustizia", come lui stesso si definisce, ha spiegato il senso della sua nuova discesa in campo, quella più difficile e spericolata. Che lo ha fatto tornare, sebbene decaduto da senatore, ma sempre leader di Forza Italia, per una due giorni in parlamento con la quale ha ricompattato e rincuorato i suoi, promettendo che d’ora in poi lui sarà più presente. Il ritorno dell'ex premier, che mercoledì ha riunito i senatori e giovedì i deputati, è stato infatti sugellato da una conferenza stampa nella sala Aldo Moro di Montecitorio.
L’occasione è l’annuncio, insieme alla neoresponsabile del dipartimento libertà civili e diritti umani, l’ex ministro Mara Carfagna, della svolta azzurra sui gay con il sì alle unioni civili alla tedesca, ritenute il modo migliore per coniugare “i valori cristiani” che vedono al centro la famiglia tradizionale e i “valori del rispetto e della tolleranza per l’individuo”. Valori, sottolinea Carfagna “portanti per un partito liberale come il nostro”. FI resta un partito di centrodestra, ma non retrivo e conservatore, perché “ i tempi cambiano”. Anche se ora si aprirà un confronto con tutto il partito, che terrà conto delle “sensibilità diverse” per la presentazione di un disegno di legge. Sul quale Renato Brunetta, capogruppo azzurro alla Camera, già avverte: “Sì alle unioni civili, ma senza ricaschi economici, perché non possiamo con la crisi che c’è togliere i soldi alla famiglia”. C’è anche un’altra novità: Berlusconi apre allo ius soli: “Diritto di cittadinanza per i figli degli immigrati dopo il ciclo scolastico”.
A questo proposito, in serata, è arrivata una nota (dai toni polemici) da parte dell'Europarlamentare di Forza Italia Raffaele Fitto: "Vedo che anche sui temi dell'immigrazione e della cittadinanza apprendiamo novità di linea e cambi di posizionamento nel corso di una conferenza stampa o tramite agenzie. Devo essermi perso il momento in cui, nel nostro partito, abbiamo dibattuto sul tema e deciso di conseguenza... Dunque, lasciamo ad altri anche questo fronte?"
Cittadinanza ai figli di immigrati: lo ius soli che va bene
Obiettivo: far vincere Forza Italia
Ma il senso politico dell’operazione “Ritorno di Berlusconi” va oltre i singoli contenuti, ed è complessivo. L’obiettivo è tornare a far vincere Forza Italia con una linea di lotta e di governo, muovendosi nella strettoia imposta dalla condanna Mediaset. Ma anche in coerenza con lo spirito di quelle riforme che l’ex premier aveva iniziato a fare. Quindi, conferma del dialogo con Matteo Renzi sul monocameralismo (abolizione del Senato) già approvato a Palazzo Madama e anche sulla riforma della legge elettorale, in nome “della governabilità e del bipolarismo”. E qui sta il nodo più spinoso da sciogliere: l’atteggiamento da tenere sul cambiamento chiesto dal premier all’Italicum, che prevede l’assegnazione del premio di maggioranza alla lista vincente e non più alla coalizione. Un’ipotesi, sulla quale, Berlusconi ieri con i senatori ha frenato, perché è evidente che se si andasse a votare ora quel ritocco servirebbe solo a Renzi, che svetta in tutti i sondaggi, e metterebbe all’angolo Forza Italia.
Elezioni: non prima del 2018
Quindi, Berlusconi al momento sceglie la linea attendista, ricordando a Renzi (alla guida del "terzo governo non eletto dal popolo" appoggiato dallo "sgabello" Ncd) che tanto, secondo lui, non si andrà a votare prima del 2018. Mentre è evidente che al premier, messo alle strette dalla crisi economica e dai diktat della Ue anche sulla legge di Stabilità, le urne anticipate converrebbero. Da qui la sua accelerazione sulla nuova legge elettorale. Ma il dialogo, ha tenuto a precisare Berlusconi, va avanti e FI “non si chiude alle novità”. Dice ironicamente: “Brunetta (capogruppo a Montecitorio ndr) mi ha detto che Renzi ha già cambiato idea 9 volte...”. Durante la riunione con i deputati Berlusconi di legge elettorale non ha parlato, ma le antenne di molti esponenti azzurri si sarebbero drizzate quando il leader di Forza Italia avrebbe sottolineato che comunque il partito anche da solo potrà tornare a vincere. Un’apertura alla richiesta di Renzi? Ma se anche apertura fosse, è evidente che la trattativa per il premier non sarà facile. Una cosa è certa: Berlusconi conferma il suo no a qualsiasi dialogo con i Cinquestelle.
Un nuovo Presidente della Repubblica
“Il Mattinale”, ovvero il foglio azzurro redatto ogni giorno dalla staff di Brunetta, ricorda al premier che FI “non è un satellite che ruota attorno a un nuovo grande centro fatto dal Pd di Renzi”. E l’opposizione sulla politica economica sarà dura. Infine, il Berlusconi di lotta lancia una critica che suona diretta a Giorgio Napolitano: "La Consulta è un organo dove i comunisti hanno sempre messo gli amici loro. Noi stiamo già vagliando la candidatura di una donna, ma tanto finché lì ci saranno 4 giudici del centrodestra e 11 della sinistra, rischia di non essere una cosa importante. Ma speriamo le cose cambieranno con un nuovo capo dello Stato...". Quello che evidentemente Berlusconi ha intenzione di scegliere in accordo con il premier.