Olanda al voto: chi è Geert Wilders, lo xenofobo contro la Ue
Protezionismo, ritorno al fiorino e politiche migratorie più dure: chi è il politico anti-Islam che potrebbe vincere le elezioni nei Paesi bassi
Oggi si vota nei Paesi Bassi per le elezioni legislative.
La consultazione giunge nel mezzo di uno scontro senza precedenti con la Turchia di Erdogan e rappresenta anche un test per l'Unione europea.
A sfidarsi, il premier uscente, il liberale di destra Mark Rutte e Geert Wilders, leader del Pvv, partito islamofobo, populista e antieuropeista. Sono 12,8 milioni gli elettori chiamati alle urne.
Ecco chi è Wilders, il protagonista assoluto della campagna elettorale.
Muri e fiorino
È considerato l'uomo nero della politica olandese, lo spauracchio delle cancellerie europee, il leader xenofobo e anti-Islam che vuole tornare al fiorino, chiudere le moschee nei Paesi Bassi e innalzare muri contro l'invasione migratoria, al'insegna dello slogan padroni a casa nostra: "Se vinco le elezioni l'Unione Europea sparirà, siamo come alla fine dell'Impero romano" ha detto Geert Wilders in una sua ultima intervista al Messaggero.
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CROCIATA ANTI-ISLAM
52 anni, sposato, un passato nelle fila del partito liberalconservatore VVD del primo ministro Mark Rutte, dal quale uscì nel 2005 in polemica dopo che a Strasburgo aveva votato a favore dell'ingresso della Turchia in Europa, Wilders ha assunto da allora posizioni via via sempre più estreme, ma è diventato famoso solo nel 2008 per un cortometraggio di 17 minuti provocatoriamente antimusulmano, Fitna (guarda qui), che presentò anche all'Onu come "un invito a scrollarsi di dosso quella strisciante tirannia che è l'islamizzazione".
È già stato processato due volte per incitazione all'odio razziale.
La prima, per aver paragonato nel 2010 in campagna elettorale il Corano al Mein Kampf, per aver definito l'Islam "un'ideologia fascista" e aver definito Maometto il "demonio".
Assolto dalla Corte nel 2011 perché, "nonostante la grossolaneria delle sue affermazioni,critica l'Islam in quanto tale e non i musulmani come individui", Wilders ha subito un altro procedimento che si è concluso nel dicembre 2016 con una condanna emessa da un tribunale di Schipolper incitamento alla discriminazione, ma non per il più grave incitamento all'odio razziale, come avrebbero voluto i 6 mila immigrati che sollevarono il caso. Il processo - che lui stesso ha definito una farsa - ebbe origine da un episodio accaduto durante un comizio tenuto all'Aja nel 2014, durante il quale Wilders chiese alla folla se volessero "meno marocchini nella loro città e in Olanda".
Quando la folla rispose che sì, avrebbe voluto meno arabi, Wilders rispose: "Ce ne occuperemo".
Le sue posizioni radicalmente anti-Islam - per le quali è stato anche minacciato - gli hanno cambiato profondamente la vita. Wilders vive costantemente sotto scorta e non è mai accompagnato da meno di sei agenti di polizia in borghese. La sua vita è pesantemente condizionata dalle misure di protezione. Wilders stesso ha detto di riuscire a incontrare sua moglie soltanto due volte a settimana, in un luogo segreto.
IL PROGRAMMA POLITICO
La base elettorale del partito di Wilders è quella tipica di tutti i partiti neopopulisti, composta prevalentemente da maschi poco scolarizzati e ostili all'immigrazione a alle élité politiche europee e mondiali. Politicamente il PVV è un mix calibrato di protezionismo economico, liberismo interno, paura del diverso che fa presa soprattutto tra gli strati sociali più minacciati dalla crisi, nei quartieri dormitorio delle principali città olandesi, con un forte radicamento sociale in alcuni centri come Almere, a 30 km da Amsterdam, dove il partito di Wilders ottiene percentuali elevatissime. In Europa il suo PVV è alleato con il Fronte Nazionale e la Lega Nord, che pure aveva definito sprezzantemente qualche anno fa, quando ancora non era diventato così radicalmete antieuropeo, il "partito dei Mussolini italiani".
Tra le ragioni del successo del PVV - che potrebbe risultare domani il primo partito - c'è il fatto che l'Olanda - nonostante i bassi livelli di disoccupazione e il benessere diffuso - è uno dei Paesi europei dove la percentuale di immigrati di prima o di seconda generazione è più alta di tutto il vecchio continente, dietro solo - con il suo 21% della popolazione di origine straniera - alla Svizzera. Gli immigrati sono spesso integrati nel tessuto sociale e produttivo delle principali città del Paese.
A Rotterdam, la seconda città più popolosa d'Olanda, il sindaco è un cittadino musulmano di origini marocchine, Ahmed Aboutaleb, membro del Labour olandese, che nulla a che vedere - a cominciare dal braccio di ferro olando-turco scoppiato in questi giorni - con ideologie estremiste o acquiescenti. Ciononostante, per una parte minoritaria ma grande della popolazione olandese, il modello multiculturale e tollerante intriso di etica protestante che ha rappresentato da sempre l'Olanda sta entrando in crisi. Wilders ne è una spia.
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COSA DICONO I SONDAGGI
Gli ultimi sondaggi segnalano una parziale ripresa del VVD del premier Rutte, un politico di centrodestra europeista che, per cercare di togliere il terreno sotto i piedi alla propaganda populista di Wilders, ha cavalcato in campagna elettorale temi cari al suo avversario, come la sicurezza, le espulsioni degli immigrati, il pugno duro contro le moschee ritenute più vicine ai Fratelli musulmani.
Il risultato è che il distacco tra il PVV di Wilders e il VVD di Rutte, che fino a qualche mese fa, raggiungeva picchi del 10-12% a favore del PVV, si sarebbe azzerato alla vigilia del voto, con addirittura quattro o cinque partiti che vengono segnalati tra il 10% e il 20% dei consensi.
L'estrema frammentazione del panorama politico restituta da una legge elettorale ultraproporzionale che obbliga alla formazioni di esecutivi di coalizione molto vasti renderà difficile, per Wilders, anche qualora il suo PVV risultasse il primo partito, diventare primo ministro.
La questione è un'altra, perché a un governo di unità nazionale tra centrodestra e centrosinistra non ci sono serie alternative in Olanda: ha semmai che vedere con il futuro dell'Europa. Con le elezioni presidenziali francesi alle porte, una eventuale vittoria di Wilders sarebbe il simbolo che tutto in Europa può diventare possibile. Anche, come vuole Wilders, il ritorno al fiorino olandese, alla lira, anche la dissolusione dell'Ue, e l'inaugurazione di una politica basata sull'innalzamento dei muri e sulle espulsioni facili, sulla base di semplici sospetti. Non subito magari, ma è per questo che le elezioni olandesi sono diventate così importanti sui media internazionali.