Jamiroquai: trionfo al Firenze Summer Festival - Recensione e scaletta

Gabriele Antonucci
Jamiroquai live al Firenze Summer Festival
Gabriele Antonucci

Gabriele Antonucci
Jamiroquai live al Firenze Summer Festival
Gabriele Antonucci
Jamiroquai live al Firenze Summer Festival

All’inizio degli anni Novanta, mentre il grunge dominava la scena rock con gruppi come Nirvana, Soundgarden e Pearl Jam, in Inghilterra scoppiava il boom dell’acid jazz, trascinato da Jamiroquai, Incognito e Brand New Heavies, felice incontro tra il calore del soul, l’energia del funky e il virtuosismo del jazz, in cui i fiati, il basso e la chitarra hanno un ruolo centrale.

Una musica coinvolgente, ballabile ed emozionante, in grado di mettere d’accordo almeno due generazioni, soprattutto chi ha amato il funky degli anni Settanta.

Le sonorità di Automaton, ottavo album dei Jamiroquai dopo 7 anni di silenzio discografico, sono più elettroniche e contemporanee rispetto al funky/disco al quale ci ha abituato negli ultimi anni, ma non è cambiato il feeling e il groove della sua musica, con uno stile electrofunk, debitore dei primi album di Afrika Bambaataa, Kraftwerk e Giorgio Moroder, che guarda decisamente al futuro.

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Automaton non è una rivoluzione, ma una riuscita evoluzione del caratteristico sound dei Jamiroquai, più evidente in brani come la title track, Superfresh e Shake it on, meno in altri, che però ci hanno stupito favorevolemente per un maggiore sviluppo strumentale, esaltato ieri sera alla prova del live nell'attesissimo appuntamento al Firenze Summer Festival, unica data italiana estiva del "cowboy dello spazio", proveniente "da un'altra galassia"(si replica in inverno il 20 novembre al Forum di Assago).

Il cappello con le corna, le scattanti movenze da breaker e l’inconfondibile voce “wonderiana” hanno reso Jay Kay, leader dei Jamiroquai, una delle figure più iconiche e riconoscibili della scena inglese degli ultimi 25 anni, oltre che tra le più amate dai tabloid per le sue bizze, per le sue numerose conquiste femminili e per la sua passione per Ferrari e Lamborghini.

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Lo storytelling intorno al frontman della band inglese, però, tende spesso a sottovalutare due elementi fondamentali, che ieri sera abbiamo apprezzato compiutamente: la versatilità della voce e la sua generosità dal vivo, da grande professionista che ama e rispetta il suo pubblico.

Jay Kay è reduce da una delicata operazione alla spina dorsale in seguito a un’ernia del disco, che lo ha costretto a cancellare numerose date del tour, tra cui la doppia data nella sua Londra. Il primo concerto dopo lo stop forzato risale all'8 luglio a Barcellona, cui è seguito il giorno dopo Rotterdam.

Alla terza prova live dopo l'operazione, Jason è ancora visibilmente dolorante, tanto da essere costretto un paio di volte a sedersi, lui che è famoso per i suoi prodigiosi balletti, e a fare perfino stretching per dare sollievo alla schiena.

Chi si aspettava, però, un concerto in tono minore, è stato favorevolmente colpito dalla sua energia che, non potendo estrinsecarsi fisicamente, si è concentrata in una maiuscola prova vocale (da brividi l'esecuzione della ballad The corner of the heart), che ha mostrato tutta la sua versatilità, il suo controllo e la sua estensione vocale, confermandosi una delle più belle voci del funky-soul contemporaneo.

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L'inizio è scoppiettante, con l'electro funk di Shake it on con la quale è semplicemente impossibile rimanere fermi al proprio posto, e con la sensuale Little L, il cui chorus è accompagnato dall'handclap del pubblico."E' bellissimo rivedervi tutti quanti in Italia ,grazie per i messaggi che mi avete mandato quando ero in un letto di ospedale: è stato un fottuto problema, ma ora sono sono di nuovo qui grazie a voi", ringrazia calorosamente Jay Kay.

La tiratissima The Kids è una scelta non scontata, che si chiude con due lunghi assoli di chitarra e di tastiere, mentre Dr Buzz, esaltata dagli intensi cori soul delle tre valide cantanti di supporto, si caratterizza per un eccellente intreccio di tastiere e percussioni.

"Adesso torneremo un po' indietro nel tempo, fino al 1995". Un boato accoglie l'ineffabile Space cowboy, una delle più belle canzoni pop degli ultimi 25 anni, impreziosita dal vivo da uno scat da consumato jazzista.

Superfresh esalta il suo potenziale ritmico nella versione live, mentre White knuckle ride e Cosmic girl fanno quasi tremare la Visarno Arena per l'ondata di entusiasmo che provocano.

In We can do it il cantato si fa quasi reggaeggiante,mentre Emergency on planet Earth, riproposta con un nuovo scintillante arrangiamento, è ancora attuale nelle sue tematiche ecologiste, tanto che Jay Kay sottolinea i potenziali pericoli all'ambiente da parte dell'America e della Corea del Nord.

Runaway, pubblicata come bonus track dell'unica raccolta dei Jamiroquai, High Times Singles 1992-2006, è uno dei brani funky più riusciti del suo repertorio, e Carla, dedicata alla figlia da poco nata, è accolta dal pubblico come se fosse già un classico.

In Hot Property abbiamo avuto la conferma che i nuovi brani di Automaton sono già entrati nei cuori dei fan, a conferma che l'album è probabilmente il suo migliore dai tempi di A Funk Odyssey del 2001.

Jay Kay è visibilmente dolorante, ma è quasi commovente nella sua abnegazione a regalare comunque il migliore show possibile agli spettatori:"A 50 anni funziona quasi tutto -sottolinea con ironia- tranne la schiena".

Il concerto si chiude con le irresistibili Canned heat e Love foolosphy, che mettono in mostra il sound compatto,irresistibile e tecnicamente raffinato della band, in cui spicca il basso tridimensionale di Paul Turner.

"Ogni volta in Italia è speciale -si congeda Jay Kay- grazie Firenze, aiutatemi a cantare la prossima canzone".

Detto, fatto, con i 13.000 della Visarno Arena che cantano a pieni polmoni il coro di Virtual Insanity, canzone eseguita a sorpresa e ancora attualissima nel testo e nelle sonorità, nonostante i 21 anni dalla pubblicazione all'interno del capolavoro Travelling without moving.

E "viaggiare senza muoversi" rappresenta il manifesto programmatico di questo folletto del funk, che con la sua musica ha collegato, in un ideale ponte sonoro, il funky-disco degli anni Settanta con la musica elettronica che ascolteremo tra dieci anni. 

Scaletta del concerto di Jamiroquai alla Visarno Arena dell'11 luglio 2017

Shake it on

Little L

The Kids

Dr.Buzz

Space Cowboy

Superfresh

White knuckle ride

Cosmic girl

Corner of the Earth

Cloud 9

We can do it

Emergency on planet Earth

Runaway

Carla

Hot property

Canned heat

Love foolosophy

Encore

Virtual insanity


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