Strage di Charlie Hebdo: i killer ancora liberi
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Strage di Charlie Hebdo: i killer ancora liberi

I due fratelli franco-algerini ritenuti responsabili dell'assalto sarebbero a nord di Parigi dove è in corso una gigantesca caccia all'uomo

La caccia ai killer
Il punto della situazione alle 18:00, 8 gennaio 2015 -

Il giorno dopo l'attentato a Charlie Hebdo, i due fratelli franco-algerini principali sospettati del massacro sono ancora liberi. Adesso pare che i due uomini - la cui descrizione corrisponde a Cherif Kouachi, 34 anni, e suo fratello, Said, 32 - siano stati avvistati una ottantina di chilometri a nord di Parigi, nel dipartimento dell'Aisne, in Piccardia.

I due erano a bordo di una Clio grigia, incappucciati: sarebbero stati formalmente riconosciuti dal gestore di una pompa di benzina Avia, a Villers-Cotteret; a bordo l'uomo ha visto dei kalashnikov e quello che sembra essere un lanciarazzi. Successivamente sembrava che i due si fossero barricati in una abitazione a Crepy-en-Valoise, ad una quindicina di chilometri di distanza.

La zona è stata circondata dalle forze speciali, le pattuglie della polizie hanno chiuso ogni accesso alla località, sorvolata dagli elicotteri. Ma poi il sindaco ha smentito che i due fossero rintanati. Nelle ultime ore è stata perquisita una fattoria nella stessa zona, che sarebbe stata utilizzata come base dai due fuggitivi. Il livello di massima allerta è stato esteso in tutta la Piccardia.

Isolato l'Eliseo, le entrate di ingresso a nord di Parigi sono blindate con decine di poliziotti armati nella speranza di intercettarli; e l'intera zona è sorvolata da elicotteri della Gendarmeria, dell'esercito e della protezione civile.

In un Paese che è letteralmente nel terrore le autorità hanno fermato nella notte sette persone, tutti membri dell'entourage dei due sospettati: tra di essi, la sorella, la moglie e il cognato di Said. Hamyd Mourad, un 18enne cognato di Cherif, sospettato di essere uno dei complici, si è consegnato spontaneamente mercoledì sera, ma avrebbe un alibi di ferro: era a scuola, tra le 8 e le 12 di mercoledì.

Nella notte, diversi luoghi di culto musulmani sono stati attaccati, probabilmente atti di vendetta per l'attentato islamista.

Intanto l'indagine sulla sparatoria di stamani a Montrouge, alla periferia di Parigi, in cui è morta una agente di polizia, è stata affidata all'antiterrorismo. Lo riferisce la Procura di Parigi, precisando che ancora non e' stato stabilito alcun legame con il massacro di ieri, ma che la decisione è stata presa "alla luce del contesto attuale". Un'altra donna e' rimasta ferita.
Un 52enne con problemi psichici è stato fermato ma il sospetto sarebbe ancora in fuga.

A mezzogiorno il Paese si è fermato, in omaggio alle vittime: un minuto di silenzio, rotto solo dal rintocco funebre nelle chiese (anche la cattedrale di Notre Dame ha fatto risuonare le sue campane alle 12 esatte).

E mentre il governo invita a mantenere il sangue freddo e all'Eliseo c'è stata una terza riunione del gabinetto di crisi, il settimanale satirico ha annunciato che la settimana prossima sarà nuovamente in edicola. Intanto l'ultimo numero uscito è su e-Bay a prezzi folli, fino a 3.000 euro. (AGI)


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7 gennaio, ore 24
Il raid per catturare i killer si svolge in tre luoghi differenti. Lo riferisce Liberation, che dà notizia anche di un'altra operazione attualmente in corso a Charleville-Mezieres, piccolo comune che si trova nella regione della Champagne-Ardenne. 

Said e Cherif, sarebbero stati riconosciuti grazie alla carta d'identità ritrovata dalla polizia nella Citroen C3 abbandonata dagli attentatori durante la fuga vicino alla porte de Pantin, a Parigi. Il giovane complice, Amid, 18 anni, sarebbe stato alla guida delle diverse auto durante l'operazione. 

Secondo il sito del settimanale Le Point, Said e Cherif Kouachi, sono noti alla polizia e ai servizi di intelligence francesi. Uno di loro è già stato condannato in passato per aver fatto parte di una filiera che inviava islamisti in Iraq, e nei mesi scorsi hanno cercato di sfuggire alla sorveglianza spostandosi da Parigi a Reims. Il terzo complice viene definito un giovane senza dimora di 18 anni, Hamyd Mourad, che ha fatto da autista.

Secondo un investigatore citato dall'Ap, sarebbero collegati alla rete terrorista di Al Qaida nello Yemen. Un'altra fonte di polizia francese riferisce che i due fratelli sono nati a Parigi e hanno "un profilo di piccoli delinquenti che si sono radicalizzati".

Il più giovane, Cherif, era stato arrestato nel 2008 e condannato a 3 anni di prigione, di cui 18 mesi con la condizionale, in quanto componente di un gruppo che inviava combattenti estremisti in Iraq, basata nel 19/o arrondissement di Parigi.

Nel quadro di quell'inchiesta, alcuni componenti del gruppo avevano ammesso di aver "fomentato dei progetti di attentato", ma senza metterli in atto.

Scontata la pena, Cherif e il fratello, scrive Le Point, "avevano fatto di tutto per farsi dimenticare" e si erano "messi a riposo" a Reims. I due sarebbero stati identificati grazie ai documenti ritrovati dalla polizia nella Citroen C3 abbandonata dagli attentatori durante la fuga vicino alla porte de Pantin, a Parigi.

Il giovane complice, Amid, senza fissa dimora, sarebbe invece stato alla guida delle diverse auto durante l'operazione. La vicenda di Said e Cherif ricorda un'altra tragica storia: quella dei due fratelli ceceni Dzhokhar e Tamerlan Tsarnaev, autori degli attentati di Boston nel 2013, il primo catturato, il secondo ucciso durante un conflitto a fuoco con la polizia.

 


I fatti della mattina
Il commando dei tre uomini incappucciati e vestiti di nero, armati di Ak-47, ha fatto irruzione questa mattna alle 11.30 nella sede del giornale satirico francese Charlie Hebdo nell'undicesimo arrondissment di Parigi, noto per il suo stile ironico e dissacrante e già protagonista delle vignette contro Maometto che scatenarono la rivolta della comunità musulmana. Ci sono stati dodici morti (tra cui anche due poliziotti) e venti feriti di cui quattro gravi che lottano tra la vita e la morte. Tra le vittime ci sono il direttore e disegnatore Charb (Stéphane Charbonnier) e tre storiche matite della satira francese, Cabu, Tignous e Georges Wolinski, uccisi mentre stavano preparando il nuovo numero.

Le tracce degli attentatori si erano perse nel 19/o arrondissement di Parigi, quartiere popolare a nordest, non lontano dal parco della Villette, su una strada che porta verso l'esterno della città.

Qui, il veicolo di cui si erano impossessati all'uscita della sede di Charlie Hebdo si e' scontrato con un'altra auto, una grossa Volkswagen, rimediando diverse ammaccature e un parabrezza in frantumi.

Non riuscendo a proseguire, i fuggitivi lo hanno abbandonato a cavallo di un marciapiede, e hanno poi assalito un'altra vettura che passava alle loro spalle, una Renault Clio, trascinando fuori il guidatore e riprendendo la loro folle corsa verso la banlieue.

Nel suo primo discorso alla stampa, il procuratore di Parigi Francois Molins ha preferito non fornire "indicazioni o precisazioni" sui primi elementi emersi, invitando i media alla "responsabilita'" e alla discrezione almeno in queste ore di allarme. "L'obiettivo - ha sottolineato - è fermare al più presto queste persone, di cui non devo certo sottolinearvi la pericolosità".

Numerosi esperti di terrorismo, intervistati nel corso della giornata da radio e tv, si sono pero' detti sicuri che si tratti di persone abituate a maneggiare armi pesanti, che molto probabilmente hanno ricevuto un addestramento militare.

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La dinamica dell'attentato
I responsabili dell'attentato terroristico, preparato minuziosamente, sono scappati su un auto nera, poi abbandonata, dopo aver prima ferito e poi ucciso a freddo un poliziotto, peraltro di fede musulmana, sparandogli in testa, come testimoniato dal video qui sopra. Quaranta persone appartenenti alla redazione sono stati portati in salvo.

Il presidente Hollande, già questa mattina aveva fatto appello all'unità nazionale. Si era recato nella sede del giornale dove ha subito indetto una conferenza stampa proprio nella sede del giornale per assicurare che la Francia farà di tutto per assicurare alla giustizia i terroristi che hanno attaccato il giornale. Il rettore dell'Università islamica francese ha espresso la più dura delle condanne contro questo attacco che ha lasciato sgomenta l'opinione pubblica francese. Lo stesso ha fatto la Lega Araba.


Strage a Parigi: assalto a Charlie Hebdo

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Charlie Hebdo
Charlie Hebdo
è un settimanale satirico fondato negli anni Settanta, di orientamento libertario e di sinistra, che non ha mai fatto sconti a nessuno, nemmeno alle religioni,  cristiana e soprattutto negli ultimi anni musulmana, un po' come Il Male, storica e dissacrante rivista satirica degli anni 70 e 80 diretta da Vincino e Vauro. Nel novembre del 2011, la sede di Charlie Ebdo era stata distrutta da una bomba molotov, dopo che la redazione aveva annunciato la nomina simbolica di Maometto come direttore del prossimo numero, che si sarebbe chiamato Sharia Hebdo. Nel settembre del 2012 il settimanale aveva pubblicato alcune vignette su Maometto all’interno di un servizio dedicato alle proteste anti-americane che si erano svolte in quei giorni in quasi ogni paese musulmano, dal Marocco all’Indonesia, dopo la diffusione del trailer del film satirico sulla vita di Maometto intitolato l’Innocenza dei musulmani.

Pochi minuti prima della sparatoria, l’ultimo tweet di Charlie Hedbo è stato su Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato Islamico.


L'offerta di aiuto dei media francesi alla redazione del settimanale

Perché l'Isis vuole attaccare la Francia

Inviso ai musulmani radicali per la sua satira dissacrante sul Profeta, Charlie Hebdo era da tempo nel mirino dei seguaci della Jihad. Il suo direttore, morto oggi, era finito in una black list degli jihadisti, che su di lui avevano posto anche una taglia sulla sua testa. Ma è tutta la Francia, che partecipa attivamente ai bombardamenti contro l'Isis in Iraq, che è finita da mesi nel mirino, come dimostra un video di qualche mese fa in cui gli jihadisti del Levante chiamavano alla lotta i musulmani francesi radicalizzati, invitandoli a colpire tutti i luoghi simbolo del Paese.  Su internet un capo dell'Isis aveva twittato una frase, che è risultata premonitrice, ma in realtà annunciava quello che sarebbe accaduto: "Nei prossimi giorni arriveranno buone notizie per i fratelli musulmani in Europa". 

A sollevare l'ira degli estremisti questa volta potrebbe esser stata la copertina con la foto dello scrittore Michel Houellebecq, al centro di polemiche per il romanzo in uscita proprio oggi "Sottomissione", che racconta l'arrivo al potere in Francia di un presidente islamico. - See more at: https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Parigi-assalto-a-colpi-di-kalashnikov-nella-redazione-di-Charlie-Hebdo-ci-sarebbero-dei-morti-7867d2c4-01f1-4a0a-b923-ebca2427d6fb.html?refresh_ce#sthash.qHnbOnIl.dpuf
La vignetta premonitrice di Charlie Hebdo 

Liberatiòn

ANSA/FERMO IMMAGINE SPECIALE LA7+
Il fermo immagine tratto dallo Speciale di La7 mostra un documento di identità di Cherif Kouachi, uno dei presunti attentatori della redazione Charlie Hebdo a Parigi, 07 gennaio 2015.

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Redazione Panorama