Legge elettorale, cosa succederà adesso
Berlusconi auspica un nuovo accordo, Lega e M5S il voto subito. E Renzi? Tra elezioni anticipate e decreto legge, ecco gli scenari possibili
Come probabilmente molti si aspettavano, il patto a quattro tra Pd, M5S, Forza Italia e Lega è fallito, dopo appena tre voti a scrutinio segreto.
La proposta di legge elettorale "alla tedesca", impantanatasi in Aula dopo l'ennesimo tradimento grillino, torna in Commissione Affari costituzionali alla Camera, dove potrebbe finire in naftalina. Si ricomincia daccapo o quasi, con il calendario per raggiungere una nuova legge (o le elezioni anticipate) tutto da ridiscutere.
Ecco gli scenari possibili.
Chi vuole un nuovo accordo politico
Se Beppe Grillo esulta per l'affossamento della legge elettorale, Silvio Berlusconi invece insiste per riprendere le trattative e trovare un nuovo accordo: "L'incidente su un emendamento non condiviso non è una buona ragione per accantonare uno sforzo generoso".
I dem prendono tempo, aspettano l'esito delle amministrative in programma l'11 giugno, e storcono il naso verso un nuovo accordo. Solo la minoranza interna degli orlandiani vorrebbe ancora trattare.
Una nuova intesa potrebbe allargare le sue maglie ad Area Popolare di Alfano, Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni e Movimento Democratico e Progressista di Pier Luigi Bersani.
Elezioni anticipate sì o no?
Di fronte a una nuova legge elettorale condivisa dai quattro maggiori partiti italiani, il Quirinale avrebbe potuto cedere alle pressioni di elezioni anticipate, sciogliendo le Camere anzitempo. Ora però, con la legge elettorale arenata, le perplessità di Mattarella aumentano. Mancano solo sei mesi alla fine della legislatura e il governo Gentiloni vede più possibile una fine naturale anziché una morte prematura assistita.
Lega e Movimento 5 Stelle dal canto loro vorrebbero votare subito.
Il Pd, Rosato in prima fila, si chiede come possa stare insieme una maggioranza di governo "dove Mdp il 40% delle volte vota contro e dove i rapporti con Ap non sono più illiadici". Se questo Parlamento non è in grado di fare la legge elettorale, come può fare la legge di bilancio?
Resta aperta l'ipotesi di elezioni anticipate al 24 settembre.
L'ipotesi decreto legge
C'è chi sostiene che in fondo l'affossamento della legge elettorale per colpa del M5S sia stato studiato da Renzi (tra i franchi tiratori all'emendamento Biancofiore, oltre a molti grillini, c'erano alcune casacche dem e leghiste). L'obiettivo? Andare a votare con il Consultellum.
Per i fedelissimi renziani il voto a settembre, paradossalmente, ora è più probabile di prima. Se si votasse con le leggi elettorali in vigore, per l'elezione della Camera si adotterebbe l'Italicum corretto dalla Corte costituzionale, per il Senato il Porcellum ugualmente post-Consulta. Le due leggi, però, dovrebbero essere armonizzate.
Si profila l'ipotesi decreto legge, che uniformi le leggi elettorali di Camera e Senato. Salvini lo auspica, pur di votare subito. Renzi nega: "La legge c'è, ha bisogno di alcuni accorgimenti tecnici, secondo l'opinione dei più", ha detto il segretario del Pd nel corso della rassegna stampa dal Nazareno, Ore Nove. E aggiunge: "Nessuno di noi chiede un decreto".